Il cosiddetto “patto di non belligeranza” stipulato tra Matteo Renzi e il premier Enrico Letta consiste, parafrasando il pensiero del sindaco fiorentino, in questo: “Io non prendo a picconate il tuo rinnovato e precario governo provvisorio, però tu, nel 2014, ti fai da parte e mi lasci strada libera sia per la corsa alla leadership del Pd che per la candidatura alle politiche”. Subito dopo aver chiuso l’accordo e aver visto Letta ricevere la nuova fiducia del Parlamento, tuttavia, a Renzi è venuta un improvviso e strisciante sospetto...
Prevedere l’esito dello scontro tra i “falchi” e le “colombe” all’interno del Pdl risulta un’operazione ancora molto difficile. Non è dato di sapere per ora se gli “scissionisti” formeranno un nuovo gruppo, anche se nelle ultime ore questa ipotesi sembra congelata. L’unica cosa certa, per ora, è l’identità dei “dissidenti”. Volti ben noti che, in varie misure, hanno manifestato il proprio smarcamento dalla leadership carismatica di Silvio Berlusconi, dopo due decenni di adulazione politica e personalistica. E allora vediamoli questi “diversamente berlusconiani”, come li ha definiti il redivivo Angelino Alfano.
Beppe Grillo e alcuni membri del suo Movimento 5 Stelle hanno occupato mercoledì 30 settembre, per pochi minuti, una parte della sede Rai in Viale Mazzini a Roma. La polemica scaturita da questo gesto ha finito per concentrarsi soprattutto sulle considerazioni di carattere politico del leader genovese, piuttosto che sulle uscite riguardo il ruolo della tv pubblica.
Sulla “Via Maestra” tornano i cosiddetti “intellettuali”: supremi fari di saggezza nel buio della coscienza della sinistra italiana. Guide intellettuali che poi, a ben vedere, risultano essere sempre le stesse da dieci anni e più almeno. di Ermes Antonucci
Contro il femminicidio Montecitorio detta le prime regole, soprattutto per quanto concerne la lotta nei confronti dei cosiddetti 'reati sentinella', quelli che solitamente precedono l'assassinio di mogli, compagne, figlie.
Nonostante oramai circa l'80% delle norme italiane derivino da provvedimenti comunitari, per eventurali errori di interpretazione e valutazione del diritto europeo, infatti, non è prevista alcuna responsabilità civile dei magistrati, chiamata in causa soltanto per 'dolo o colpa grave': circostanza quest'ultima, sostengono alcuni esperti Ue, limitata di fatto a sbagli rivelatisi 'manifestamente aberranti'.
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