Circa 140 milioni di russi hanno bisogno di due cose per "vincere" la guerra: 1. il sostegno degli alleati e 2. che gli Stati Uniti smettano di sostenere 30 milioni di ucraini. Questo dimostra che Mosca è completamente al verde… La decisione di Washington di bloccare alcune spedizioni di armi critiche all'Ucraina sta causando preoccupazione tra Kiev e gli alleati degli Stati Uniti in tutto il mondo. Le spedizioni erano state precedentemente concordate e sono ritenute necessarie per contrastare i crescenti attacchi missilistici e con droni della Russia. L'America ha fatto una pausa, affermando che le sue scorte si stanno esaurendo. Non è chiaro se gli europei o altri alleati possano intervenire e fornire nuove armi… di Francesco Sisci (da Appia Institute)
«L’obiettivo di Israele e cancellare il programma nucleare iraniano, ma non vedo all'orizzonte il tentativo di un cambio di regime, che peraltro sarebbensolo possibile se ci fosse il sostegno e il coordinamento dell'Occidente alle minoranze etniche che si oppongono agli Ayatollah». A parlare è Yigal Carmon, già colonnello dell'Aman, il servizio segreto militare israeliano, e consigliere antiterrorismo dei primi ministri israeliani Yitzhak Rabin e Yitzhak Shamir. È il fondatore del Middle East Media Research Institute (Memri), ed è noto per aver previsto l'attacco del 7 ottobre 2023, un meseprima chesi veri-ficasse. Quando lo sentiamo è appena uscito dal bunker dove si è rifugiato nel corso di un raid missilistico da parte delle forze di Teheran… di Francesco Semprini (La Stampa)
C’è un posto a Gerusalemme che è icona di ciò che vorremmo Gerusalemme potesse essere. Città di pace, di dialogo, di gioia. È il Cafè Sira, luogo di ritrovo di molti giovani. Ebrei, arabi ma anche molti stranieri. Situato nel cuore della città, nel vicolo di via Ben Sira (l’autore del Libro biblico Siracide), è il bar dove ci si incontra di pomeriggio e di sera per parlare di scuola, di amori, ma anche di calcio e soprattutto di politica… di Hili Carmon (da L’Osservatore Romano)
Il bersaglio principale dei dazi statunitensi è la Cina e, mentre il mondo potrebbe sopportare il peso di queste misure, l'economia di Pechino deve affrontare sfide significative. Le tensioni elevate potrebbero portare a scontri militari, un risultato che non deve essere scontato. Il recente annuncio da parte degli Stati Uniti di tariffe destinate a colpire ogni partner commerciale americano minaccia di innescare inflazione e recessione su scala globale. Gli Stati Uniti mirano a erigere barriere per facilitare la propria reindustrializzazione essenziale per affrontare le sfide strategiche ed economiche della Cina… di Francesco Sisci
Nell'immaginario di una persona che si definisce di sinistra, la pace non è solo un obiettivo politico o un’aspirazione etica, ma un principio di fondo, inscindibile dalle idee di giustizia, uguaglianza e progresso di cui la sinistra si autonominò levatrice molto tempo fa… di Claudio Velardi (da il Riformista)
L'8 marzo, il South China Morning Post con sede a Hong Kong ha espresso l'opinione che l'incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dimostrato che l'America sta guidando una ritirata da alcune parti del mondo, in particolare dall'Europa. Potrebbe aprire opportunità per la Cina. Suggerisce che la guerra ucraina era una forma di deterrenza contro Pechino e che gli Stati Uniti vi stanno rinunciando. Quindi, forse se l'invasione russa fosse andata bene e, in un paio di settimane, avesse preso il controllo dell'Ucraina, indebolito la NATO e spinto gli USA fuori dall'Europa, la Cina avrebbe potuto essere tentata di fare una mossa simile in Asia. Al contrario, lo spargimento di sangue in Ucraina ha dimostrato alla Cina che la guerra era molto incerta e avrebbe potuto minacciare il suo governo… di Francesco Sisci (da Appia Institute)