Brutte notizie, un carnet in continuo aggiornamento. Alle svariate guerre in corso, alle repressioni seguite da rivolte popolari, alle catastrofi naturali che continuamente incombono sull’umanità, si è unito un altro, ennesimo disastro… di Antonello Anzani
Senz’altro lucido e scorrevole il nuovo libro di Federico Rampini “Suicidio Occidentale” che cerca di analizzare le cause dell’attuale crisi dell’Occidente… di Giovanna D’Arbitrio
Il 30 ottobre anche a Catania, come in gran parte d’Italia, i lavoratori dello spettacolo sono in piazza, nel rispetto della propria e dell’altrui sicurezza. Sono certa che in piazza si andrà non solo per protestare contro la chiusura dei Teatri, disposta dal recente Dpcm, come forse sinteticamente si dirà nei titoli di cronaca: nessuno di noi è inconsapevole di quanto severa possa diventare la situazione sanitaria (e qui si aprirebbe un discorso tutt’altro che incoerente, su quanto scelleratamente si è sottratto negli ultimi decenni alla sanità pubblica). di Laura Sicignano (Direttore Teatro Stabile di Catania)
Luigi Rintallo, riferendosi al mio articolo pubblicato su Agenzia Radicale del 17 agosto: “Ma questo referendum è legittimo?” pur riconoscendo che le distorsioni della legge elettorale hanno consentito ai partiti della maggioranza di ottenere più seggi di quelli ad essi spettanti in base ai voti ottenuti nelle elezioni politiche del 2018 e che pertanto la maggioranza che ha votato la legge per la riduzione dei parlamentari non corrisponde alla maggioranza degli italiani, giunge alla conclusione che il referendum sarebbe comunque “politicamente legittimo”. Anzi, aggiunge che proprio l’anomalia sopra evidenziata renderebbe a maggior ragione “necessario consultare il popolo” che avrebbe così la possibilità di confermare o respingere la legge, con ciò sostanzialmente sanando ogni vizio. di Raffaele Avallone
Come è noto il parlamento ha approvato il disegno di legge per la riduzione del numero dei parlamentari. Trattandosi di legge di revisione della Costituzione, la stessa Carta, all’art. 138, prevede che essa debba essere approvata, con doppia lettura, dai due terzi dei parlamentari di ciascuna Camera. In caso di approvazione con maggioranza semplice, la stessa legge è sottoposta a referendum qualora entro tre mesi ne facciano domanda un quinto dei membri di una camera o cinquecentomila elettori, oppure cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum è approvata se ottiene la maggioranza dei voti validi dei cittadini. Ed è quello che sta avvenendo. di Raffaele Avallone
La narcosi totalitaria della ragione, in cui molti sembrano essere pericolosamente caduti, impedisce di vedere con lucidità quel punto che pochi, almeno all’interno della magistratura, hanno colto alla perfezione: il cosiddetto processo “da remoto” è un non - processo. Si tratta di un’espressione che non utilizzo a caso, ma mutuo dalle calzanti parole di Papa Francesco sull’attuale liturgia virtuale: una Chiesa che non si faccia presenza viva e fisica tra le persone è una non - Chiesa. di Massimiliano Siddi