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06/12/24 ore

ESTERI

Israele: dove va il nuovo governo Netanyahu. Conversazione con il prof. Andrea Yaakov Lattes

Il 29 dicembre 2022 si è insediato il nuovo governo di Benjamin Netanyahu, il sesto a guida del leader del Likud che con brevi interruzioni guida Israele da 12 anni. Il nuovo esecutivo di coalizione tra il Likud e vari partiti ortodossi e quello della destra più estrema di Sionismo religioso guidato da Itamar Ben-Gvir. A poco più di due settimane non è possibile esprimere giudizi sul nuovo esecutivo che nasce dopo la quinta lezione in tre anni e mezzo… Per fornire una prima interpretazione sui molteplici e complessi punti su cui è chiamato il governo Netanyahu, Agenzia Radicale ne parla con il prof. Andrea Yaakov Lattes docente presso il Yaad Academic College di Tel Aviv…

 

- Israele: dove va il nuovo governo Netanyahu. Conversazione con il prof. Andrea Yaakov Lattes (Agenzia Radicale Video)

L'Iran continua le impiccagioni, ma compie omicidi anche in carcere

Proseguono le tremende impiccagioni in Iran. Secondo una dichiarazione della magistratura del paese sono stati uccisi altri due uomini identificati come Mohammad Mahdi Karami e Seyyed Mohammad Hossein. Sono stati impiccati, ha detto la magistratura, per aver ucciso un funzionario paramilitare durante le proteste a livello nazionale in seguito alla morte di una giovane donna che era stata detenuta per aver indossato il velo in modo improprio. È quanto riporta voanews, che ricorda come le  impiccagioni di sabato portano a quattro il numero dei manifestanti giustiziati dall'inizio delle proteste a settembre…

Israele: il ritorno di Benjamin Netanyahu. Conversazione con il prof. Andrea Yaakov Lattes

Dopo aver ricevuto i risultati ufficiali delle elezioni legislative del primo novembre, il capo dello Stato israeliano Isaac Herzog ha avviato le consultazioni con le liste rappresentate alla Knesset per stabilire a chi affidare l'incarico della formazione del nuovo governo. Non vi è alcun dubbio che il mandato verrà dato a Benjamin Netanyahu, che guida una coalizione di destra e che ha vinto le elezioni ottenendo 64 seggi, avendo quindi la maggioranza dei 120 di cui è composta appunto la Knesset. Sullo sviluppo della vicenda israeliana e sulle prime possibile interpretazioni del dopo voto discute con Agenzia Radicale il prof. Andrea Yaakov Lattes  che ha insegnato alla Bar Ilan University, al Gratz Collegedi Philadelphia e attualmente è docente presso il Yaad Academic College di Tel Aviv.

 

 

- Israele: il ritorno di Benjamin Netanyahu. Conversazione con il prof. Andrea Yaakov Lattes (Agenzia Radicale Video)

G 20 di Bali e il vertice non certo Biden - Xi Jinping. Conversazione tra Francesco Sisci e Giuseppe Rippa

La conclusione del XX Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese con la riconferma di Xi Jinping come leader del partito ha rappresentato, nella sua scontentezza , anche una novità assoluta. Xi Jinping è il primo leader cinese che riassume in se la triplice funzione di segretario generale del partito, presidente della Repubblica Popolare e capo delle Forze armate… Con questa “presidenza assoluta” la Cina si appresta a partecipare al G 20 di Bali in Indonesia i cui sviluppi sono ancora tutti da comprendere. Si accenna ad un possibile vertice tra il presidente americano Biden e lo stesso Xi Jinping… Ma allo stesso tempo questo vertice non sembra del tutto scontato e ciò per molteplici ragioni… Di questo e di altre questioni parla, con Giuseppe Rippa, direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale il prof. Francesco Sisci, sinologo, giornalista, per molti anni corrispondente di numerose testate a Pechino e Ricercatore Senior presso l’Istituto di Studi Europei all’Università del Popolo…

 

- G20 di Bali e il vertice non certo Biden - Xi Jinping. Conversazione tra Francesco Sisci e Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)

Una tabella di marcia verso il confederalismo per il futuro dell'Iran

L'Iran contemporaneo, come l'Iran medievale, non è un paese ma un impero eterogeneo, multinazionale e multilingue. In Iran, i persiani costituiscono la metà della popolazione del paese, mentre l'altra metà comprende minoranze, che mantengono una forte identità etnica che li distingue dai persiani. Vale la pena notare che in Iran si parlano circa 75 lingue (ad esempio turca, curda, balochi, araba e caspica). Come notato dallo studioso iraniano Eliz Sanasarian, "Se la lingua è utilizzata come caratteristica distintiva principale dell'etnia, il persiano, nonostante sia la lingua ufficiale, è la lingua madre di appena la metà della popolazione dell’Iran”… di Himdad Mustafa*

Prime riflessioni sul voto in Israele: conversazione con Anna Mahjar-Barducci di Giuseppe Rippa

Con 64 seggi su 120 della Knesset, secondo lo spoglio definitivo dei risultati delle elezioni legislative tenutesi il 1 novembre scorso, l’ex primo ministro Benyamin Netanyahu, con il gruppo dei partiti che lo hanno sostenuto, ha  vinto le elezioni in Israele. Il Likud è il primo partito con 32 seggi, secondi i centristi di Yair Lapid con 24 seggi, poi Sionismo religioso con 14 seggi che diventa così il terzo partito in ordine di grandezza… Anna Mahjar-Barducci, giornalista, scrittrice, ricercatrice senior del Memri e collaboratrice da sempre di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale, conversando con Giuseppe Rippa, fa le prime riflessioni su questo voto, in attesa degli sviluppi che la complessa situazione descrive, considerando che si tratta della quinta chiamata al voto in circa tre anni e mezzo…

 

- Prime riflessioni sul voto in Israele: conversazione con Anna Mahjar-Barducci di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)

La rivolta in Iran è una rivolta guidata dalle minoranze etniche

Le proteste in corso contro il regime iraniano possono essere definite non solo come una rivolta guidata dalle donne, ma anche come una rivolta guidata dalle minoranze etniche. In effetti, per le minoranze etniche che costituiscono quasi la metà della popolazione iraniana (ad esempio, arabi ahwazi, curdi e beluci), questa è una "rivoluzione" per la libertà e i diritti etnici e umani fondamentali di cui sono state private non solo dalla Repubblica islamica dell'Iran, ma anche dagli ex regimi persiani (ad esempio, sotto la dinastia Pahlavi) per quasi un secolo. Per questo motivo, questo è un argomento delicato per il regime iraniano come lo è per la stessa diaspora persiana… di Himdad Mustafa*

Iran e Cuba. Dall’Avana a Teheran inni alla libertà in attesa che il mondo li ascolti

Il 19 ottobre 2022 è stato caricato sul canale YouTube “Azadi” un video che è un mashup di “Patria y Vida”, interpretato dai rapper cubani Yotuel Romero, Descemer Bueno, Maykel “Osorbo” Castillo, El Funky e il gruppo Gente de Zona e “Baraye …” eseguita dal cantante iraniano Shervin Hajipour. “Patria y Vida” è stato associato alle proteste del 2021 contro il regime cubano e il Partito Comunista di Cuba. Allo stesso modo, “Baraye …” è diventato l'inno delle proteste in corso contro la Repubblica islamica dell'Iran. "Per ballare per strada [nella Repubblica islamica è vietato ballare in pubblico]. Per ogni volta abbiamo avuto paura di baciare i nostri amanti. Per la vergogna di una tasca vuota. Per il desiderio di una vita normale... Per le donne , vita , libertà [lo slogan della protesta]. “Per la libertà”, recita il testo di “Baraye…”, estratto dai messaggi pubblicati sui social dagli iraniani…

 

Mashup di canzoni associate alle proteste iraniane e cubane: niente più bugie, vogliamo libertà!

La città di Sanandaj guida la battaglia per la libertà – La ‘Leningrado’ del Kurdistan orientale è assediata dalla Repubblica islamica dell'Iran

Il Kurdistan orientale è la roccaforte della "rivoluzione" contro la Repubblica islamica iraniana. Da metà settembre, subito dopo l'uccisione di Jina Amini (Jina era il nome curdo originale di Mahsa Amini),[1] la città di Sanandaj ("Sna" in curdo e la capitale della provincia natale di Amini, il Kurdistan) ha iniziato a protestare giorno e notte nelle strade contro il regime, sotto lo slogan curdo "Jin, Jiyan, Azadi" ("Donna, Vita, Libertà", che in persiano è "Zan, Zendegi, Azadi”)… di Arif Bawecani* e Anna Mahjar-Barducci**

Iran. Ridatele il suo nome curdo: Jina Amini, la ragazza torturata e uccisa dalla ‘polizia della moralità religiosa’

La conosciamo tutti come Mahsa Amini, la ragazza di 22 anni che è stata torturata e uccisa dalla “polizia della moralità religiosa” della Repubblica islamica iraniana. Tuttavia, il suo nome era Jina, un bel nome curdo, che significa “vita”. In Iran, la popolazione curda è discriminata e i nomi curdi sono banditi. “L'Iran controlla il modo in cui i suoi cittadini chiamano i propri figli. L'Iran nega i nomi che non sono nella loro lista persiana e islamica approvata, i nomi che rappresentano il nazionalismo etnico o l'orgoglio regionale sono vietati, ad eccezione dei nomi persiani”, spiega il commentatore degli affari curdi Hamid Mustafa… di Anna Mahjar-Barducci*

La battaglia politica delle donne per la libertà in Iran. Conversazione con Anna Mahjar Barducci di Giuseppe Rippa

La morte della giovane curda Masha Amini, avvenuta in una caserma dopo essere stata fermata dalla cosiddetta  polizia morale iraniana perché indossava il velo in modonon consono al nuovo decreto del 15 agosto del governo Raisi (che prevedeva nuove restrizioni) ha portato ad una catena di proteste che la violenza di un regime autoritario continua a reprimere nel sangue. Sono in primo luogo giovani donne che continuano a manifestare al grido donne, vita e libertà, non si fermano per i loro diritti e trovano la solidarietà degli uomini…

 

- La battaglia politica delle donne per la libertà in Iran. Conversazione con Anna Mahjar Barducci con Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)