Quante se ne raccontano in campagna elettorale. Non è una novità e in parte è inevitabile. Questa volta però si sta oltrepassando il limite. Per Alberto Alesina e Francesco Giavazzi si tratta di livelli assai pericolosi. Sul Corriere della Sera se ne fanno un po' il punto, partendo – manco a dirlo - da Luigi Di Maio, che “ha consegnato alla stampa un suo scritto in cui annuncia che il Movimento 5 Stelle sta elaborando un piano per ridurre in due legislature il debito pubblico del 40 per cento del Pil, da 130 circa, il livello di oggi, a 90."
La sera di domenica, 7 gennaio, durante la trasmissione televisiva “Non è l’Arena”, il conduttore Massimo Giletti ha auspicato la reintroduzione nel codice penale del reato di plagio. Forse è bene ricordare come e perché l’ 8 giugno del 1981 la Corte Costituzionale dichiarò l’illegittimità di questo reato, cancellandolo dal nostro ordinamento legislativo. La sentenza della Corte è strettamente legata a due processi. di Giuseppe Loteta (da Il Dubbio)
Vi è un male oscuro nel futuro dell’Ue. Non si tratta tanto dell’economia o della Brexit o dei difficili rapporti con Donald Trump. E’ la tenuta della natura democratica dell’Unione europea e della democrazia in alcuni suoi a preoccuparci. Da questo punto di vista il 2018 si apre con alcuni eventi significativi. di Gianni Bonvicini (da Affari Internazionali)
...Nonostante una storia di propagande elettorali lunga lunga, che vide un «Partito della bistecca» garantire «l’abolizione totale delle tasse» e «svaghi, divertimenti, poco lavoro e molto guadagno per tutti», fatichiamo a ricordare infatti una campagna elettorale così gonfia di promesse... di Gian Antonio Stella (da corriere.it)
"Sia la Lega sia i 5 Stelle chiedono che la legge Fornero venga cancellata. La Lega non spiega come farebbe a finanziare la maggior spesa che si creerebbe; il M5S dice che colmerebbe il buco tagliando le cosiddette «pensioni d’oro»".Alberto Alesina e Francesco Giavazzi hanno fatto qualche conto per giungere sul Corriere della Sera a conclusioni che confermano quanto siano campate in aria certe affermazioni da campagna elettorale.
Questo l’incipit dell’assemblea: «L’operazione che vorrebbe i radicali presenti alle prossime elezioni, in quanto tali o come tali definiti, è operazione contro il Partito Radicale». A ribadire il concetto è stato Sergio D’Elia nella conferenza stampa che ha preceduto la riunione degli iscritti: «È in corso una operazione di esercizio abusivo del nome “radicale”, contro gli obiettivi congressuali del Partito e le prescrizioni statutarie, contro la storia che è riuscito a scrivere grazie innanzitutto all’opera di una vita di Marco Pannella». di Valentina Stella (da Il Dubbio)
Dal primo gennaio la vendita della marijuana ricreativa diventa legale in California. Le conseguenze promettono di essere rivoluzionarie, come sempre accade quando la Golden Coast anticipa o rilancia le tendenze. (da lastampa.it)
Diversamente da quanto si possa grossolanamente pensare, in Olanda "il possesso, l’acquisto e la coltivazione della marijuana non sono legali". Vengono piuttosto "tollerati e regolamentati dal 1976".
Arrestato nell'aprile 2016 con l'accusa di spionaggio, mentre si trovava in Iran per un convegno medico, Ahmadreza Djalali, dopo la sentenza di condanna a morte aveva ammesso di essere una spia. La confessione, trasmessa in televisione lo scorso fine settimana, aveva destato parecchi dubbi, che oggi potrebbero aver trovato una conferma, ma con qualche complicazione in più per il diretto interessato.
Quello che chiamiamo populismo ha già avvelenato il clima della nostra democrazia parlo solo di noi - e prevedo che altro veleno sarà inoculato, nella caduta verticale delle culture politiche che danno consistenza a una nazione. Nelle vene dei populisti, lo sappiamo, scorre il sangue anti-élite, con un sentimento che individua nella politica la casta per eccellenza, che va odiata, detronizzata, sbeffeggiata. Tutto ciò che riguarda la casta - e già il termine usato è sintomo decisivo - è prevaricazione, sistema di privilegi da annientare, da far odiare, odio da far covare nel rancore sociale, ormai perfino registrato in Italia, dagli istituti di ricerca, come dominante nello spirito pubblico. di Biagio de Giovanni (da Il Mattino)