Arrestato nell'aprile 2016 con l'accusa di spionaggio, mentre si trovava in Iran per un convegno medico, Ahmadreza Djalali, dopo la sentenza di condanna a morte aveva ammesso di essere una spia. La confessione, trasmessa in televisione lo scorso fine settimana, aveva destato parecchi dubbi, che oggi potrebbero aver trovato una conferma, ma con qualche complicazione in più per il diretto interessato.
Quello che chiamiamo populismo ha già avvelenato il clima della nostra democrazia parlo solo di noi - e prevedo che altro veleno sarà inoculato, nella caduta verticale delle culture politiche che danno consistenza a una nazione. Nelle vene dei populisti, lo sappiamo, scorre il sangue anti-élite, con un sentimento che individua nella politica la casta per eccellenza, che va odiata, detronizzata, sbeffeggiata. Tutto ciò che riguarda la casta - e già il termine usato è sintomo decisivo - è prevaricazione, sistema di privilegi da annientare, da far odiare, odio da far covare nel rancore sociale, ormai perfino registrato in Italia, dagli istituti di ricerca, come dominante nello spirito pubblico. di Biagio de Giovanni (da Il Mattino)
Stanno facendo notizia le aperture verso regole meno irrispettose dei diritti umani e civili da parte del principe ereditario Mohammed bin Salman in Arabia Saudita. Dalle donne al volante e negli stadi al ritorno al cinema, l'apparente inversione di tendenza verso una “sharia” dal volto più umano non tocca tuttavia un aspetto che vede il Paese de La Mecca primeggiare.
L'idea affascina sempre, si sa, in un Paese che ha vissuto di debito pubblico, pagandone ora le conseguenze. La sbornia pseudo-liberalizzatrice all'italiana ha fatto i suoi danni e in tempi di crisi le forze politiche sembrano inclini a voler assecondare nelle promesse elettorali il ritorno allo statalismo, senza considerare che un'epoca è finita spazzando via quell'ombrello internazionale che ci ha permesso di sguazzare nei vizi...
Un "dialogo surreale" che sconcerta. Il finale è da ridere. Un po' meno il fatto che continuino ad avere così tanto seguito. Ma in fondo anche questo è lo specchio di un Paese alla deriva.
È così raro che si apra una discussione non fatta di insulti, ma di idee diverse a confronto, che la tentazione - cui do subito seguito - è quella di rispondere senza por tempo in mezzo all'editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della sera di ieri che riprende un dibattito cui avevo, con altri, partecipato. Tema: che giudizio dare del Movimento Cinque Stelle? Quale il suo rapporto con lo stato della nostra democrazia? di Biagio de Giovanni (da Il Messaggero)
Ma allora perché non lo fuciliamo, come si faceva una volta con i politici in disgrazia? In Italia, è vero, da una settantina d’anni non si usa più: l’ultimo credo che fu Buffarini Guidi. luglio 1945. Però si può fare un’eccezione, e chiedere alla commissione antimafia, magari, di scegliere il plotone di esecuzione. Sto parlando di Marcello dell’Utri, naturalmente. Ieri il caso della sua carcerazione è andato davanti al tribunale di sorveglianza. di Piero Sansonetti (da Il Dubbio)
"A dimostrazione del fatto che le fake news non sono una invenzione recente, possiamo identificare una serie di asserzioni false che, a volte da decenni, vengono riproposte continuamente di fronte al pubblico. Queste falsità sono diventate luoghi comuni, acriticamente assunti come veri." Ne scrive sul 'Corriere della Sera' Angelo Panebianco, in un articolo che proponiamo nella nostra rassegna web.
Formalmente il M5S rinuncia ai contributi di Stato. Ma ha creato un sistema di introiti pulviscolari pieni di anonimi, sigle, voci opache e fittizie spesso difficili da ricostruire. Ne scrive 'L'Espresso' in un articolo di Susanna Turco, che proponiamo nella nostra rassegna web.
Nella notte tra il 28 e il 29 novembre la Corea del Nord ha effettuato il test di un nuovo missile intercontinentale in direzione della zona economica esclusiva del Giappone. Denominato Hwasong-15, il dispositivo sembrerebbe aver raggiunto un’altitudine di 4,475 km e una distanza di 950 km prima di precipitare a 250 km ad ovest della prefettura di Aomori (nella parte nord dell’isola di Honshu). di Francesca Manenti (da Ce.S.I. - Centro Studi Internazionali)
La congiuntura che attraversa la democrazia liberale in Occidente si va avvitando in coni d’ombra sempre più inquietanti. Lo dice anzitutto il quadro di America e di Europa, i luoghi portanti della sua nascita e del suo sviluppo. L’America di Trump, e l’Europa incerta, divisa sul che fare e sul che pensare di sé. La cosa è tanto più evidente quanto più il mondo diventa interdipendente, e quanto più le incertezze dell’Occidente consentono un assedio che giunge da varie parti, e che finisce con il toccare i suoi principii costituenti. di Biagio de Giovanni (da Il Mattino)