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16/03/25 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Giustizia, il caso Amara mette in crisi un pilastro della democrazia: la magistratura

La vicenda dei verbali di interrogatorio dell’avvocato siciliano Piero Amara che agita ancora una volta il mondo delle toghe italiane e il CSM, aggiungendosi alle polemiche scaturite dal caso Palamara con lo svelamento dei condizionamenti politici e del sistema che presiede alla distribuzione degli incarichi, si inserisce in un crocevia dove convergono sia le contese che hanno preceduto la nomina del successore di Giuseppe Pignatone alla Procura di Roma, sia le inchieste controverse che hanno riguardato l’ENI. di Luigi O. Rintallo

Nessun vero Piano di Ripresa senza una profonda riforma della giustizia

Nella giornata di lunedì 26 aprile, il presidente del Consiglio ha illustrato alla Camera il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Predisporre gli interventi necessari per la sua applicazione rappresenta la principale mission del governo Draghi, anche perché da ciò dipende la concessione dei crediti europei da qui al 2026 che sono subordinati all’ammodernamento strutturale del nostro Paese. Perché possa prendere avvio questo processo è necessario rimuovere le cause profonde dell’ingessamentoche, da quasi sei lustri, blocca la società italiana – dal comparto privato a quello pubblico, in ogni suo profilo. Queste cause trovano nelle disfunzioni e nei ritardi del nostro sistema giudiziario la fonte originaria di ogni tipo di problematicità… di Luigi O. Rintallo

Quirinale: il rischio di una nomina delegittimata

Nonostante le cortine fumogene o i segnali distraenti lanciati sui media, l’occupazione principale dei politici è in questo momento rivolta all’elezione del Presidente della Repubblica che dovrà tenersi fra dieci mesi. Il mandato settennale di Sergio Mattarella scade, infatti, a febbraio 2022 e secondo Costituzione, a partire da luglio, si entra nel “semestre bianco” durante il quale al Capo dello Stato è sottratta la prerogativa di sciogliere le Camere e indire elezioni politiche. di Luigi O. Rintallo

Il Partito Democratico è privo di una radice liberale

Quando Augusto Del Noce coniò l’espressione “partito radicale di massa”, riferendosi alle metamorfosi intervenute su cattolici e comunisti affratellati dalle loro crisi ideali, seguite al Concilio Vaticano II e alla destalinizzazione del XX congresso del PCUS, non immaginava che essa sarebbe poi diventata un refrain della pubblicistica politica nel XXI secolo. E nemmeno si poteva prevedere che la definizione, in uso soprattutto presso i saggisti di destra per indicare la nuova natura del progressismo nostrano irretito dal politically correct, coincidente in gran parte con quel PD che del cattocomunismo è l’erede, venisse fatta propria dalla dirigenza di quello stesso partito sforzandosi anzi di avvalorarla e confermarla. di Luigi O. Rintallo

Le dimissioni di Zingaretti e la lunga traiettoria sbagliata del PD

Così come sarebbe forse ingeneroso interpretare le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del PD un espediente per predisporsi a nuovi incarichi (candidarsi sindaco a Roma), sarebbe da ingenui accreditarle di essere la prova di una compiuta consapevolezza della crisi in cui si trova il suo partito. Crisi che non pare davvero si possa ridurre a una questione di persone, né di lotte fra correnti interne. di Luigi O. Rintallo

L’unanimismo illiberale di centro, sinistra e destra

Potrebbe essere una vicenda paradossale. «Ho votato la fiducia a Conte perché unica nostra interfaccia in Italia e nel mondo. Il premier non è esponente dei partiti, ha una visione liberale ed europeista» - così Mariarosaria Rossi, 48 anni, ex senatrice di Forza Italia (sarebbe stata espulsa), si è espressa dopo il voto a favore del governo Conte. Una scelta a sorpresa, dicono i gendarmi del partito di Berlusconi, di cui la Rossi è stata assistente, accompagnatrice, consigliera, ne ha custodito i segreti personali e politici.  In molti del suo ex partito si sono scagliati contro. Si sono recuperati i suoi trascorsi come scudiero del cavaliere. Era lei a gestire le Olgettine - scrive il Corsera -, tanto da finire tra gli imputati al processo Ruby ter. di Giuseppe Rippa