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27/07/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Il partito dell’Antiriforma contro i referendum sulla Giustizia-Giusta

Se si dovesse individuare una costante negativa della politica italiana in questo ultimo decennio la si può individuare nell’assenza di un reale coinvolgimento dei cittadini. Sia a causa dei sistemi di voto adottati, sia perché il processo decisionale è stato condizionato dall’esterno o attraverso gli accordi delle nomenclature, fatto è che da tempo la popolazione non ha modo di incidere sulle scelte politiche. Lo stesso exploit del Movimento 5 Stelle, favorito in parte anche dall’utilizzo del web  che televisioni e giornali compiacenti rilanciavano, ha rivelato presto quanto fosse ingannevole e illusoria l’enfasi che esso riponeva nelle forme di democrazia diretta on line, dal momento che si è convertito in uno sfogatoio qualunquistico anziché in un’opportunità di crescita della democrazia… di Luigi O. Rintallo

 

- Referendum Giustizia. Politica e magistratura: il difficile equilibrio. Angelo Panebbianco su Corsera

Le scuse di Di Maio e la deriva giustizialista

Nella lettera di scuse indirizzata all’ex sindaco pd di Lodi, Simone Uggetti, che ha inviato al «Foglio», qualche maligno potrebbe scorgere i segni dell’avvedutezza e preveggenza che tanti riconoscono al talento del ministro Luigi Di Maio: ora che all’orizzonte si profilano le conclusioni delle indagini sulla gestione del governo Conte 2 dell’emergenza covid, assistiamo a una conversione in senso garantista che potrebbe giovare a limitare gli eventuali danni e a rasserenare il clima politico. Della lettera di Di Maio qui interessa, tuttavia, rilevare come si presti a una serie di osservazioni sia per quel che riguarda la parabola del giustizialismo nel Paese, sia a proposito dell’evoluzione delle attuali fasi politiche. di Luigi O. Rintallo 

Giustizia, il caso Amara mette in crisi un pilastro della democrazia: la magistratura

La vicenda dei verbali di interrogatorio dell’avvocato siciliano Piero Amara che agita ancora una volta il mondo delle toghe italiane e il CSM, aggiungendosi alle polemiche scaturite dal caso Palamara con lo svelamento dei condizionamenti politici e del sistema che presiede alla distribuzione degli incarichi, si inserisce in un crocevia dove convergono sia le contese che hanno preceduto la nomina del successore di Giuseppe Pignatone alla Procura di Roma, sia le inchieste controverse che hanno riguardato l’ENI. di Luigi O. Rintallo

Nessun vero Piano di Ripresa senza una profonda riforma della giustizia

Nella giornata di lunedì 26 aprile, il presidente del Consiglio ha illustrato alla Camera il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Predisporre gli interventi necessari per la sua applicazione rappresenta la principale mission del governo Draghi, anche perché da ciò dipende la concessione dei crediti europei da qui al 2026 che sono subordinati all’ammodernamento strutturale del nostro Paese. Perché possa prendere avvio questo processo è necessario rimuovere le cause profonde dell’ingessamentoche, da quasi sei lustri, blocca la società italiana – dal comparto privato a quello pubblico, in ogni suo profilo. Queste cause trovano nelle disfunzioni e nei ritardi del nostro sistema giudiziario la fonte originaria di ogni tipo di problematicità… di Luigi O. Rintallo

Quirinale: il rischio di una nomina delegittimata

Nonostante le cortine fumogene o i segnali distraenti lanciati sui media, l’occupazione principale dei politici è in questo momento rivolta all’elezione del Presidente della Repubblica che dovrà tenersi fra dieci mesi. Il mandato settennale di Sergio Mattarella scade, infatti, a febbraio 2022 e secondo Costituzione, a partire da luglio, si entra nel “semestre bianco” durante il quale al Capo dello Stato è sottratta la prerogativa di sciogliere le Camere e indire elezioni politiche. di Luigi O. Rintallo

Il Partito Democratico è privo di una radice liberale

Quando Augusto Del Noce coniò l’espressione “partito radicale di massa”, riferendosi alle metamorfosi intervenute su cattolici e comunisti affratellati dalle loro crisi ideali, seguite al Concilio Vaticano II e alla destalinizzazione del XX congresso del PCUS, non immaginava che essa sarebbe poi diventata un refrain della pubblicistica politica nel XXI secolo. E nemmeno si poteva prevedere che la definizione, in uso soprattutto presso i saggisti di destra per indicare la nuova natura del progressismo nostrano irretito dal politically correct, coincidente in gran parte con quel PD che del cattocomunismo è l’erede, venisse fatta propria dalla dirigenza di quello stesso partito sforzandosi anzi di avvalorarla e confermarla. di Luigi O. Rintallo