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27/07/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Centro, sinistra, destra: antiliberali e finti liberali. Conversazione con Giuseppe Rippa di Luigi O. Rintallo

Dobbiamo osservare bene quello che ci troviamo davanti. È la plateale conferma di una crisi di rappresentanza… La radiografia sociale dell’Italia ce la raffigura come una realtà decomposta e sformata, senza neanche quel minimo di compattezza che una volta si trovava negli schemi di legame comunitario come quelli di classe. La crisi di rappresentanza e di partecipazione è dunque l’inevitabile esito dell’errato concetto di partecipazione che i partiti nel secondo dopoguerra collocarono a fondamento del loro meccanismo di gestione, escludendo di fatto i cittadini quali soggetti attivi e protagonisti delle scelte… Così Giuseppe Rippa inizia a rispondere, nella conversazione che segue, alle sollecitazioni di Luigi O. Rintallo per una analisi della crisi italiana…

Sistemi di voto e modelli istituzionali. Riflessioni sulle considerazioni di Antonio Polito

L’occasione fornita dal vicino succedersi delle elezioni politiche nel Regno Unito e in Francia ha reso visibile sui media quanto contino le modalità in cui concretamente si esprime l’esercizio democratico. Non solo, ma ha dimostrato pure che non è affatto indifferente il modello istituzionale in vigore, affinché  dalle elezionisi producano soluzioni praticabili in termini di governo dei rispettivi Paesi. Mentre in Gran Bretagna, poche ore dopo la chiusura delle urne, a Downing Street è entrato il premier laburista Keir Starmer, disponendo con l’uninominale di un 63% dei seggi in Parlamento, in Francia il doppio turno è servito sì a non far ottenere la maggioranza dei seggi al Rassemblement national, il partito più votato, ma sarà richiesto un periodo di decantazione prima che prenda forma un governo in grado di durare e operare fattivamente… di Luigi O. Rintallo

Il finto antagonismo di una certa sinistra e il vero metodo radicale pannelliano

Su «Quaderni Radicali» ed «Agenzia Radicale», per lo meno dal tramonto dell’ordine di Jalta nel 1989, ricorre il pressante appello alla politica italiana – e segnatamente alla sinistra – affinché risolva la “questione liberale”. I lunghi anni di democrazia consociativa (e fittizia) estromisero il modello di Stato di diritto fondato sulla divisione dei poteri, come pure una disposizione di stampo realmente riformatore: fenomeni che hanno manifestato tutto il loro carico di perniciose conseguenze nella tormentata e infinita transizione seguita alla fine della cosiddetta “prima Repubblica”… di Luigi O. Rintallo

La formazione dell'Alleanza anti-liberale. Ma liberale non è sinonimo di ideologia Woke (sveglia)

Stiamo assistendo alla formazione di un'alleanza antiliberale contro l'Occidente. Per anni, Russia, Cina, Iran e Corea del Nord hanno cercato di plasmare un ordine mondiale multipolare, che avrebbe messo fine a quello unipolare guidato dall’Occidente… Tuttavia, le forze sconfitte non accettarono la vittoria della democrazia liberale. Inoltre, sono emersi nuovi poli che rifiutano l'"egemonia occidentale", tra cui l'islamismo, una forza antiliberale guidata da Iran e Qatar; si è rafforzata dagli attacchi terroristici dell'11 settembre… di Anna Mahjar-Barducci (da Memri)

Lezioni dal voto inglese per le riforme istituzionali

Il risultato delle elezioni nel Regno Unito ha avuto l’effetto di riproporre un classico della propaganda della sinistra italiana: quel “contrordine compagni” che attirò l’ironia di Giovannino Guareschi, quando ne fece il titolo di numerose sue vignette su «Candido». Dopo settimane passate a lanciare angosciati allarmi per la deriva fascista in Europa, d’improvviso la conquista della maggioranza dei seggi da parte dei Laburisti apre a radiose prospettive e annuncia drastiche inversioni di marcia del corso storico: non ci attenderebbero più i fantasmi dei regimi autoritari, bensì la riscossa delle forze di progresso di nuovo in sintonia con le indicazioni prevalenti dei cittadini… di Luigi O. Rintallo

Esame maturità: al di là di effimere attenzioni della stampa, cosa cambiare

L’inizio dell’estate è accompagnato nei servizi di giornali e tg da un evergreen: le cronache sull’esame di maturità, con i pensosi commenti di chi è chiamato a riempire gli spazi contigui alla notizia ripresa per l’occasione. Quest’ultimo in genere è estraneo al mondo della scuola italiana, o al più ne parla in base ai suoi personali ricordi. Il risultato è che dell’esame affrontato ogni anno da migliaia di maturandi si dà una lettura sganciata dai dati della realtà, con l’aggravante di manifestare solo un’attenzione effimera che rivela una verità sovente taciuta: il disinteresse che circonda l’istruzione e la formazione, sia a livello dei soggetti informativi e sia – più in generale – da parte della società italiana nel suo complesso… di Luigi O. Rintallo