Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

27/07/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Tra sei mesi il nuovo Capo dello Stato: si riuscirà ad eleggere una personalità che ha vasto consenso?

Nel saggio Controcorrente (Piemme; 2021), Matteo Renzi difende la politica da lui adottata in questi mesi e per lo più rivendica le qualità della sua azione di governo passata. Ma riconosce pure di avere sbagliato in due importanti occasioni, quando ha scelto i nomi dei vice-presidenti del CSM: prima Legnini e poi Ermini, entrambi dal senatore considerati col senno di poi inadatti all’incarico. I due hanno svolto le veci del Capo dello Stato dentro l’organo di autogoverno della magistratura e ciò lascia intuire che la delusione di Renzi forse possa estendersi anche a chi, dal Colle più alto, ha soprasseduto dal pronunciarsi nonostante i gravissimi scandali che hanno investito molti protagonisti degli uffici giudiziari italiani, a cominciare dai consiglieri togati di Palazzo dei Marescialli. di Luigi O. Rintallo

Bettini firma i referendum sulla Giustizia Giusta. Ma il PD resta preda del giustizialismo

Martedì 10 agosto, come annunciato sin dall’apertura della campagna referendaria, Goffredo Bettini si reca alla sede del Partito Radicale per firmare i referendum sulla giustizia. Alcuni commenti alla notizia hanno evidenziato, maliziosamente, che ciò avviene dopo che Giuseppe Conte è diventato presidente del M5S, interrompendo la corrispondenza d’intenti con l’esponente del PD che più di tutti si era speso non solo per mantenere l’allora premier a Palazzo Chigi, ma anche per realizzare un’alleanza strategica tra PD e 5Stelle. In realtà, ci appare riduttivo leggere la scelta di Bettini nei termini di un dispetto a fronte del rilievo da leader acquisito da Conte, dopo aver ottenuto – senza concorrenti – la “plebiscitaria” elezione da parte della metà degli iscritti al Movimento 5 Stelle che hanno partecipato alla consultazione on line. di Luigi O. Rintallo

Green Pass: Cacciari, Agamben contro il pregiudizio e la manipolazione dei fanatici

Nel confronto pubblico sul covid19 e la pandemia, si possono individuare due gravi mistificazioni di fondo. La prima è aver diffuso nel comune sentire l’illusione e la pretesa del rischio zero, unitamente al corollario che vita e salute debbano venire prima di ogni altra cosa. La seconda è che il dubitare delle letture prevalenti, fornite dal mainstream informativo dei media italiani, sia dovuto a superstizioni anti-scientifiche.  Ma non è così, perché non esiste alcuna compattezza della “comunità scientifica” su nessuno degli argomenti relativi al virus. Le perplessità sulla questione sono nate proprio tra ricercatori e medici ed hanno riguardato praticamente ogni aspetto: dalla contagiosità di vaccinati e scoperti all’indice di rischio dei vari vaccini o la loro pericolosità per le fasce di età più basse. di Luigi O. Rintallo

Virus e vaccini: contraddizioni e comunicazione disastrosa

Giorni addietro, in una delle sue frequenti presenze in tv, Gianfranco Pasquino ha avuto buon gioco a smontare chi avanza obiezioni di natura costituzionale sulle limitazioni che si vorrebbero imporre ai non vaccinati. Per farlo si è riferito agli articoli 16 (la libertà di circolazione è garantita “… salvo le limitazioni  che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”) e 32 (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”). Ma cosa accade se la forzatura nel senso di una riduzione dei diritti del cittadino non può contare sull’oggettività dell’episteme, ma deriva dalle modalità di descrizione dei fenomeni e quindi dal peso che è attribuito loro dall’interpretazione proposta? di Luigi O. Rintallo

Caro Polito, non accettare sulla Giustizia schemi distorti e dannosi

Antonio Polito, editorialista del «Corriere della Sera», è recentemente intervenuto sulla riforma del processo penale presentata dal ministro Marta Cartabia. Improntato, come di consueto, a un punto di vista di buon senso e alieno da pregiudizi ideologici, Polito auspica un equilibrio fra l’esigenza di garantire tempi certi ai procedimenti e quella di scongiurare che la scadenza dei termini neghi il perseguimento della giustizia. La riforma proposta da Marta Cartabia pone un parziale rimedio all’esito più discutibile dell’abolizione della prescrizione voluta dal predecessore Alfonso Bonafede, vale a dire l’indeterminatezza dei tempi di conclusione dei processi, che era il risultato – secondo Polito – dell’insinuarsi nella coscienza collettiva della pregiudiziale “presunzione di colpevolezza” verso gli indagati in spregio al dettato costituzionale. di Luigi O. Rintallo

Perché l’Associazione Nazionale Magistrati teme i referendum sulla Giustizia Giusta

Ancora nemmeno si raccolgono le firme per i sei referendum sulla giustizia, che già il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) Giuseppe Santalucia sferra un attacco preventivo per esprimere la sua contrarietà. Ma – si badi – non nel merito dei quesiti, ma addirittura verso il “metodo” dei referendum, quasi che questi ultimi non fossero uno strumento previsto dalla Costituzione: in pratica, con la sua presa di posizione, la magistratura associata contesta la stessa possibilità di far esprimere i cittadini sui temi che li riguardano direttamente, come lo è sicuramente l’amministrazione della giustizia. di Luigi O. Rintallo