La mafia uccide, da sempre, l’uomo dimentica, come sempre: è questo, purtroppo, il dualismo che dovrebbe, da tutti, essere distrutto. Le vittime dimenticate ormai non si contano davvero più e le loro storie sono catalogate come secondarie rispetto a quelle più importanti e di clamore ma, come tutti sappiamo, questo non è vero, mai. Le storie di cui parliamo in queste rubriche settimanali vanno fatte conoscere e per questo noi le raccontiamo, vanno urlate al mondo e vanno fatte ascoltare anche ai sordi: ora, questa settimana, parliamo di un’altra giovane ragazza uccisa dalla mafia, il primo femminicidio della storia e parliamo della 17enne Anna Nocera… di Dario Caputo
La mafia, specie quella siciliana, aveva, tra i cosiddetti “uomini d’onore”, la regola non scritta di non uccidere donne e bambini ma, purtroppo, la sua enorme brutalità non si è placata neanche davanti a queste inermi figure. Tra le tante persone dimenticate, come tutte quelle presentate in questa rubrica, non possiamo non citare anche la prima donna che perse la vita sotto i colpi della mafia in Sicilia; si tratta di Emanuela Sansone, morta il 27 dicembre del 1896 mentre rideva con i suoi fratellini a Palermo, a soli diciassette anni… di Dario Caputo
Continua il nostro viaggio tra le vittime uccise per mano della mafia e dimenticate dallo Stato, dimenticate dai più e che andrebbero, invece, ricordate sempre, non solo i giorni del cosiddetto “ricordo”. Tra di esse non possiamo non citare Roberto Antiochia, l’agente di Polizia della Squadra Mobile di Palermo che dedicò la sua vita, immolandola, per una lotta che solo in pochi hanno dentro le vene… di Dario Caputo
L’Arma dei Carabinieri, come l’intero mondo delle Forze dell’Ordine, è stata vittima più e più volte dei colpi criminali della mafia, causando molte vittime che, nel loro cuore, avevano un unico e grande sogno di libertà. Uomini e donne di valore, appassionati del loro lavoro che purtroppo rientrano tra le morti dimenticate, come ad esempio Antonio Mancino: uomo e carabiniere, prima vittima del bandito Salvatore Giuliano… di Dario Caputo
- Storie di mafia, storie da ricordare: la morte non va dimenticata di D.C.
- Storie di mafia, storie da ricordare (2): la prima vittima eccellente Emanuele Notarbartolo (1893) di D.C.
Nell’affacciarci sul triste e drammatico palcoscenico di alcune delle tante, troppe, vittime della mafia e dell’intera criminalità organizzata, non possiamo non iniziare da quando il termine “mafia” iniziò ad essere conosciuto da tutti, associandolo a quella della morte. Stando ai fatti, il primo nome di vittima eccellente (dimenticata, ndr) è proprio quello di Emanuele Notarbartolo, nell’ormai lontanissimo febbraio del 1893 quando, due sicari della mafia, colpirono con ben 27 coltellate il corpo dell’illustre figura del mondo dell’economia siciliana, anche politico, mentre si trovava sul treno che lo riportava a Palermo… di Dario Caputo
- Storie di mafia, storie da ricordare: la morte non va dimenticata di Dario Caputo
La parola “mafia” inizia a far capolino nel nostro “vivere quotidiano” nell’ormai lontano 1863, prima in una commedia dialettale e subito dopo in un documento della Questura di Palermo. In un lasso temporale che copre una finestra che va dall’Ottocento al Novecento, e fino ad oggi, con essa è stata indicata una fenomenologia criminale tipica della parte centro-occidentale della Sicilia, caratterizzata da un profondo radicamento nella cultura locale e da connessioni con il potere politico ed economico: ma ora, almeno da un punto di vista prettamente territoriale, non è più così visto che il fenomeno si è radicato non solo in Sicilia, non solo nel resto della nostra Penisola ma anche oltre i confini nazionali… di Dario Caputo