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01/05/24 ore

Storie di mafia, storie da ricordare (14): 16 ottobre 1945 Mario Paoletti, il carabiniere di Teano



di Dario Caputo

 

La mafia e le sue vittime vanno sempre ricordate, tutto ciò andrebbe insegnato nelle scuole e andrebbe creata ad hoc una materia scolastica su tutto questo: cosa aspettano i vari governi che si susseguono e cosa li blocca nel non farlo?

 

Tanti ragazzi, bambini, padri e madri di famiglia, figli, uomini e donne: l’imperativo è solo uno, non dimenticarli perché, se ne dimentichiamo anche solo uno di questi caduti per mano della mafia, il loro sacrificio sarà vano e a vincere, purtroppo, saranno sempre i criminali.

 

Ricordare e parlarne: oggi, in questa nostra rubrica, parliamo di Mario Paoletti, il carabiniere di Teano in provincia di Caserta. Siamo agli inizi degli anni ’40 del 1900 e, proprio in quei periodi, c’erano tante e nutrite bande di criminali, tutte ben armate, che controllavano, senza freni e senza indugio, ampie zone di territorio siciliano e non, compiendo omicidi, rapine, furti, estorsioni ai danni di agricoltori e proprietari terrieri che vivevano in un clima di profondo terrore.

 

Gli eventi bellici dell’ultimo periodo avevano fornito a tutti questi criminali la possibilità di avere a propria disposizione veri e propri arsenali composti da mitragliatrici pesanti e leggere, mitra, fucili automatici, pistole, bombe a mano ed esplosivi di vario genere. Questi criminali avevano creato un grande e pesante clima di terrore che dominava soprattutto in tutte quelle zone più isolate della Sicilia: in queste zone del Paese, la carica intimidatrice esercitata dai banditi nei confronti dei cittadini, non permetteva a nessuno di concedergli un rifugio, viveri o dei cavalli.

 

Nel niscemese, proprio dal 1943, operava la banda capeggiata da Rosario Avila, detto “Canaluni”, inizialmente aggregatasi al Movimento per l’Indipendenza della Sicilia ma poi ripudiata proprio per l’efferatezza e la ferocia dei suoi crimini.

 

Restando sempre in quell’area geografica vediamo che i crimini si intensificano con il passare degli anni e arriviamo, purtroppo, alla sera del 16 ottobre 1945 quando, una banda di criminali armata fino ai denti, arrivò nei pressi di una masseria presente su quel territorio.

 

Nella fattoria erano riuniti alcuni contadini intenti a riposarsi e conversare dopo le lunghe ore di lavoro e di fatica nei campi; alla vista dei criminali nessuno di loro ebbe il coraggio di rifiutare loro un nascondiglio per la notte e qualcosa da mangiare. Proprio negli stessi istanti nell’area vi erano sette carabinieri del Nucleo mobile anti banditismo di Niscemi che stavano perlustrando quella zona e, accortisi della presenza di persone nel casale, li identificarono.

 

Mentre i militari continuavano i loro controlli, i malviventi ebbero modo di uscire da una finestra posteriore e di organizzare un’imboscata. I criminali presenti, al riparo e fuori dalla portata di tiro dei carabinieri, muniti di una mitragliatrice leggera e di altre armi da fuoco, scaricarono una serie di colpi sugli uomini dell’Arma che si difesero strenuamente rispondendo al fuoco con il moschetto in dotazione. 

 

Purtroppo, nonostante questo, non ci fu nulla da fare per il carabiniere Mario Paoletti e per altri uomini dell’Arma presenti, rimasero uccisi nel cruento scontro a fuoco.

 

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