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27/07/24 ore

STILE LIBERO

Storie di mafia, storie da ricordare (5): Emanuela Sansone, la prima donna assassinata dalla mafia (1896)

La mafia, specie quella siciliana, aveva, tra i cosiddetti “uomini d’onore”, la regola non scritta di non uccidere donne e bambini ma, purtroppo, la sua enorme brutalità  non si è placata neanche davanti a queste inermi figure. Tra le tante persone dimenticate, come tutte quelle presentate in questa rubrica, non possiamo non citare anche la prima donna che perse la vita sotto i colpi della mafia in Sicilia; si tratta di Emanuela Sansone, morta il 27 dicembre del 1896 mentre rideva con i suoi fratellini a Palermo, a soli diciassette anni… di Dario Caputo

Storie di mafia, storie da ricordare (4): Roberto Antiochia, Beppe Montana, Ninni Cassarà

Continua il nostro viaggio tra le vittime uccise per mano della mafia e dimenticate dallo Stato, dimenticate dai più e che andrebbero, invece, ricordate sempre, non solo i giorni del cosiddetto “ricordo”. Tra di esse non possiamo non citare Roberto Antiochia, l’agente di Polizia della Squadra Mobile di Palermo che dedicò la sua vita, immolandola, per una lotta che solo in pochi hanno dentro le vene… di Dario Caputo

Storie di mafia, storie da ricordare (3): Antonio Mancino, il carabiniere ucciso da Salvatore Giuliano

L’Arma dei Carabinieri, come l’intero mondo delle Forze dell’Ordine, è stata vittima più e più volte dei colpi criminali della mafia, causando molte vittime che, nel loro cuore, avevano un unico e grande sogno di libertà. Uomini e donne di valore, appassionati del loro lavoro che purtroppo rientrano tra le morti dimenticate, come ad esempio Antonio Mancino: uomo e carabiniere, prima vittima del bandito Salvatore Giuliano… di Dario Caputo

 

 - Storie di mafia, storie da ricordare: la morte non va dimenticata di D.C.

- Storie di mafia, storie da ricordare (2): la prima vittima eccellente Emanuele Notarbartolo (1893) di D.C.

Storie di mafia, storie da ricordare (2): la prima vittima eccellente Emanuele Notarbartolo (1893)

Nell’affacciarci sul triste e drammatico palcoscenico di alcune delle tante, troppe, vittime della mafia e dell’intera criminalità organizzata, non possiamo non iniziare da quando il termine “mafia” iniziò ad essere conosciuto da tutti, associandolo a quella della morte. Stando ai fatti, il primo nome di vittima eccellente (dimenticata, ndr) è proprio quello di Emanuele Notarbartolo, nell’ormai lontanissimo febbraio del 1893 quando, due sicari della mafia, colpirono con ben 27 coltellate il corpo dell’illustre figura del mondo dell’economia siciliana, anche politico, mentre si trovava sul treno che lo riportava a Palermo… di Dario Caputo

 

- Storie di mafia, storie da ricordare: la morte non va dimenticata di Dario Caputo

Storie di mafia, storie da ricordare: la morte non va dimenticata

La parola “mafia” inizia a far capolino nel nostro “vivere quotidiano” nell’ormai lontano 1863, prima in una commedia dialettale e subito dopo in un documento della Questura di Palermo. In un lasso temporale che copre una finestra che va dall’Ottocento al Novecento, e fino ad oggi, con essa è stata indicata una fenomenologia criminale tipica della parte centro-occidentale della Sicilia, caratterizzata da un profondo radicamento nella cultura locale e da connessioni con il potere politico ed economico: ma ora, almeno da un punto di vista prettamente territoriale, non è più così visto che il fenomeno si è radicato non solo in Sicilia, non solo nel resto della nostra Penisola ma anche oltre i confini nazionali… di Dario Caputo

Asor Rosa e altri miti

Asor Rosa, scomparso di recente e pertanto commemorato con grande risalto, ai famigliari vanno le più sentite condoglianze. Alberto Asor Rosa, spesso chiamato qui a Roma senza il nome, per tanti anni è stato il perno su cui ruotavano le posizioni di una certa sinistra, un fenomeno che andava molto al di là della sua stessa figura di cattedratico, scrittore e ideologo. Questo perché era stato un esponente del PCI molto ben considerato sia dai vertici sia dalla base più acculturata, grazie ai suoi articoli sui giornali, un dotto di comunismo, un simbolo sul quale rifarsi… di Giovanni Lauricella