Nel confronto-scontro con Beppe Grillo, un errore che si può evitare di fare è scendere sul suo terreno: quello della rissa verbale e dell’insulto, dove lui è maestro. Pierluigi Bersani questo passo falso l'ha fatto, attaccando senza mai nominarli i "fascisti del web", vale a dire Antonio Di Pietro e , appunto, Grillo, rei di averlo annoverato tempo fa, tra l’altro, fra gli zombie della politica italiana.
“Tanto rumore per nulla” vien fatto di pensare - shakespearianamente - davanti allo svolgersi della vicenda che da tanti giorni coinvolge su stampa e media, e soprattutto in sede istituzionale, il Ministro della giustizia Annamaria Cancellieri. di Silvio Pergameno
Dalla lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo, alla sicurezza e qualità del cibo, fino agli ultimi dati sugli sprechi agroalimentare. Questi i principali temi affrontati a Roma in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione 2012, organizzata dalla FAO, che dal 1981 si celebra tutti gli anni il 16 ottobre.
Peppone e Don Camillo? Non proprio. L’uno, Luigi De Magistris, è un ex magistrato di dubbio successo che si è buttato in politica cavalcando l'antipolitica; l’altro, Crescenzio Sepe, è una testa porporata che nulla c’entra con i preti di periferia, che comunque a un certo punto, lo si condivida o meno, esercita il suo ministero fra religione e politica. Cosa che è avvenuta puntualmente nel corso dell’omelia domenicale a proposito dell’idea del sindaco di Napoli di sperimentare un quartiere a luci rosse.
La decisione della Giunta per il Regolamento del Senato che ha stabilito il voto palese per la pronunzia sulla decadenza del Cavaliere dalla carica di senatore è la prova più lampante dell’insensibilità del nostro paese per la questione liberale: una convinzione profonda che abbiamo già espresso su questa Agenzia, nella palese evidenza del fatto che tale decisione rappresenta soltanto l’ennesima prova del predominio che i partiti esprimono sulle istituzioni. di Silvio Pergameno
La famiglia, fertile e rigoglioso terreno per robusti boccioli d'umanità, sempre più sembra nascondere, sotto le sue rassicuranti zolle, aride crepe o, peggio, infide sabbie mobili. Così, in un'Italia probabilmente poco pronta all'impennata di separazioni e divorzi degli ultimi anni e poco incline alla tutela dei principali diritti dei suoi cittadini, scene come quelle della scorsa settimana in una scuola elementare dell'Alta Padovana, non fanno altro che rimarcare quanto sia urgente e irrimandabile una riforma del sistema di 'Giustizia Familiare'.
Forse è vero, è ingeneroso ironizzare sul fatto che la Napoli di de Magistris si sia ridotta al lungomare liberato. Il sindaco della rivoluzione arancione, infatti, mentre lavora alacremente con tutta la Giunta al progetto di un movimento di sindaci che guardi alle elezioni politiche del 2013, sforna idee una dietro l’altra, per trasformare la sua città in una sorta di laboratorio dove provare soluzioni ai problemi che investono poi l’intera nazione.
Renzi si è pronunziato contro le larghe intese e Cuperlo pure, sia pure partendo da posizioni divergenti, ma che scaturiscono da premesse remote comuni: Renzi pensa a un sistema elettorale come quello per il sindaco (cioè in buona sostanza una qualche forma di semipresidenzialismo), che invece non piace affatto a Cuperlo, che prospetta elezioni a collegio a doppio turno. di Silvio Pergameno
"Anche se il governo libico ha girato intorno alla questione, cerchiamo di essere molto chiari: in caso di condanna (in Libia) il Signor Gheddafi (Seif al-Islam, figlio dell’ex dittatore libico Muammar ndr) sarà impiccato". Queste le parole di Melinda Taylor, un avvocato d'ufficio, pronunciate davanti ai giudici della Corte Penale Internazionale, mentre è in corso una disputa tra la Corte e Tripoli su dove Seif debba essere processato.
In una Napoli ridotta ai minimi termini del lungomare liberato, fra regate di vela, coppe Davis e giri d’Italia, il sindaco de Magistris medita il grande salto nella politica nazionale. Per la precisazione pensa a un movimento politico animato dai sindaci da presentare alle prossime elezioni. Lo ha confermato, in un'intervista nel programma La Zanzara su Radio 24, specificando che sarà “un movimento politico organizzato, qualcosa di distante dai partiti seppur non in conflitto con essi".
La carica di Grillo si spiega più che con la critica – del tutto legittima in democrazia – al capo dello Stato, con la necessità di alzare il tiro per nascondere un vuoto: quello dell’iniziativa del suo movimento. di Luigi O. Rintallo