In un modo o nell’altro è andata. Abbiamo un nuovo governo e, indipendentemente dai come o dai perché una breve analisi delle implicazioni e delle prospettive che si presentano è doverosa. Senza essere parziali o settari e nella speranza che questo rinnovamento renziano sia un’effettiva "rivincita democratica" rileviamo subito due incongruenzeche, nella forma se non nella sostanza, adombrano questo spregiudicato rilancio del giovane neopremier.
Renzi: governo pop del cambiamento o governo Fonzie? video editoriale di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)
La sostituzione del Senato con la Camera delle Regioni dovrebbe essere intesa, oltre che ad assicurare una maggiore stabilità di governo e ad eliminare un mero doppione della Camera dei deputati (utilizzato in prevalenza per lotte di potere), a rivitalizzare l’istituto regionale, oggi degradato, soprattutto per le negative influenze nordiste, incapaci di porre in termini di convivenza nazionale e di adeguata strutturazione dello stato sociale la tutela di legittimi interessi, che invece si è trasformata in ulteriore carburante alle meschinità degli scontri tra le botteghe di partito. di Silvio Pergameno
Accantoniamo le dichiarazioni favorevoli o negative agli interventi del neo presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione della presentazione del suo governo al Senato e poi alla Camera. Soffermiamoci invece su un punto, sul rivio dell’approvazione della nuova legge elettorale. di Silvio Pergameno
A Matteo Renzi, ormai primo ministro, bisogna proprio augurare che il suo governo tutto sia, meno che quello della Leopolda, la prima stazione ferroviaria di Firenze messa in opera, la cui costruzione andava avanti tuttavia così a rilento, che fu sorpassata nell’ultimazione e nell’inaugurazione da quella di Santa Maria Novella, e dopo breve tempo finì rottamata e ridotta a deposito e officina per le riparazioni... di Silvio Pergameno
E' come se il gesto di Renzi di escludere Emma Bonino andasse contro quello in cui proprio lui dice di credere; una sorta di primo sacrificio sull’altare del potere fine a se stesso. Una conferma della distanza abissale fra parole e fatti che caratterizza la nostra vicenda nazionale ... di Danilo Di Matteo
Renzi in nero, Alfano in blu scuro, Franceschini pure; Orlando, pare dalle foto, un sobrio gessato con cravatta rossa. Tutti e sette gli uomini, comunque, sfoggiavano inamidate camice bianche. Molto classico, niente di eccentrico per il nostro neopremier e la sua squadra di maschietti neoministri, a meno che il tocco di originalità non si trovasse nelle calzature, che ne so, del tipo modello cowboy sotto pantalone a sigaretta o scarpe da ginnastica ben mimetizzate. di Florence Ursino
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