Proseguendo il percorso iniziato nel precedente articolo fra le minoranze oltranziste e talvolta anche violente, troviamo in Israele, all'estremità politica opposta dei Tag Mehir, o Giovani delle Colline, alcuni gruppi di haredim, o, come vengono definiti in Italia, ultra-ortodossi. Vestiti per lo più di nero, con pesanti cappotti e cappelli anche quando fa molto caldo, vivono in gran parte in quartieri specifici (il più emblematico è sicuramente Mea Shearim a Gerusalemme) e non vedono di buon occhio tutto ciò che è considerato non conforme alla Bibbia. di Elena Lattes
Nell'agosto del 1871 un gruppo di templari provenienti dalla Germania acquistò dai greci un appezzamento di terreno a nord di Jaffo e, sullo stile di altri villaggi già costruiti a Gerusalemme e Haifa, nell'ottobre dello stesso anno, oltre quarant'anni prima che nascesse la vera e propria città, iniziarono la costruzione di una trentina di casette. di Elena Lattes
Tag Mehir, il cui nome significa “prezzo da pagare”, è composto sostanzialmente da adolescenti o poco più, spesso in rotta con le proprie famiglie che si propongono di “difendere” ogni centimetro di terra aggredendo chiunque tenti di impedirglielo. di Elena Lattes
Secondo Matteo Renzi, che nella recente visita in Israele ha presenziato ad un convegno sulla cooperazione scientifica tra Italia e Israele, il nostro Paese ha molto da imparare dalla “Start up Nation”, ossia lo Stato che non solo ha inventato, ma ha reso il modernissimo sistema delle start up uno dei principali, se non il più importante motore della propria economia e del proprio sviluppo. di Elena Lattes
Un tempo, chi entrava nell’Urbe dalla via Tiburtina si trovava dinanzi un’antica porta di pietra che aveva scolpite due teste di toro. Quella esterna, rivolta verso la campagna, era un lugubre teschio; l’altra, prospiciente la città, raffigurava un animale vivo. Le due teste simboleggiavano i viandanti che giungevano nella Città Eterna: affamati e stanchi nell’entrarvi, rifocillati e vigorosi nel lasciarla. di Salvatore Balasco
Il tentativo del presidente dell'Associazione 21 Luglio Carlo Stasolla e del consigliere radicale Riccardo Magi di ripresentare il progetto dello scorso novembre (consistente in un non meglio identificato "ufficio di scopo" nelle sole mani del sindaco e di un suo delegato – chi sarà? - per gestire meglio la "cosa Rom" a Roma, azzerando assessorato, tavoli istituzionali e rappresentanza Rom regolarmente accreditata e prevista dalla "Strategia Nazionale d'Inclusione per Rom, Sinti e Caminanti", la quale si appresta, per via della sua straordinaria bellezza, a fare la stessa polverosa fine della nostra amata Costituzione) è talmente rocambolesco da meritare un approfondimento. di Camillo Maffia e Gianni Carbotti