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03/11/24 ore

Sarona


  • Elena Lattes

Nell'agosto del 1871 un gruppo di templari provenienti dalla Germania acquistò dai greci un appezzamento di terreno a nord di Jaffo e, sullo stile di altri villaggi già costruiti a Gerusalemme e Haifa, nell'ottobre dello stesso anno, oltre quarant'anni prima che nascesse la vera e propria città, iniziarono la costruzione di una trentina di casette.

 

Era una zona pietrosa e sabbiosa e per combattere la malaria vi piantarono un migliaio di eucalipti. Fu adibito a centro agricolo i cui prodotti, soprattutto uva, arance, grano e uova, erano destinati a sfamare tutto il circondario, ma negli anni '30 del secolo scorso alcuni degli abitanti, che da poco meno di trecento erano ormai arrivati a quasi mille, cominciarono a collaborare con i nazisti.

 

Gli inglesi allora, che all'epoca governavano la regione, li espulsero, costringendoli a tornare in Germania o ad andare in Australia; fortificarono le case e trasformarono la zona in una base militare consegnata poi, alla fine del 1947, agli ebrei impegnati nella ricostituzione dello Stato di Israele. Questi ultimi vi stabilirono alcuni uffici governativi, trasferiti altrove negli anni '70.

 

Successivamente le autorità locali pensarono di radere al suolo per allargare le strade adiacenti e costruire grattacieli, ma grazie all'opposizione di alcuni storici e altre personalità di spicco, le casette di campagna dai tetti spioventi vennero letteralmente spostate di qualche metro e negli ultimi anni è stato realizzato un parco un po' particolare, noto come Sarona. Raggiungendolo dalle strade adiacenti si nota subito il contrasto con i palazzoni, per lo più condomini di lusso, che sono stati eretti tutt'intorno e si prova la curiosità di addentrarsi in quello che è stato definito uno dei “polmoni verdi nel cuore della città che non dorme mai”.

 

Lungo i vialetti alberati che si alternano a giardini e laghetti pieni di ninfe di tutti i colori, sono presenti alcune panchine musicali dove sedendosi si aziona un dispositivo che dà il via ad una serie di canzoni a tema: si possono ascoltare gli artisti israeliani più famosi di tutti i tempi scegliendo tra “amore”, “patriottismo”, “satira” e tanto altro ancora.

 

Chi è amante della musica, può poi provare a suonare uno strumento il cui suono dovrebbe assomigliare ad un'arpa, composto da una lastra ricurva di spesso metallo e da sei-sette corde. Passeggiando tra le casette ristrutturate si può visitare un interessante museo degli occhiali, oppure si possono acquistare capi di abbigliamento di grandi firme internazionali. Ci sono anche negozi di design, souvenir e gallerie d'arte. Per chi ha fame, poi, non c'è che l'imbarazzo della scelta: oltre a ristoranti di ogni sorta (ce n'è anche uno che, oltre al cibo, vende tutto l'occorrente comprensivo di cestino, coperta e tovaglia, per godersi un vero e proprio picnic sul prato di fronte), c'è un grande centro commerciale dove si possono trovare tanti prodotti provenienti da tutto il mondo, dal sushi al parmigiano reggiano, dai ghiaccioli alle alghe e frutti di bosco alla burrata. Non mancano nemmeno gli assaggini: in un negozio dedicato al sesamo, oltre a poter osservarne direttamente la spremitura si possono provare e comprare decine e decine di gusti diversi di halva (dolce farinoso) e thina (salsa usata come condimento e come base per il humus). In un altro si può prendere un bicchierino di vino, scegliendo da quale rubinetto versarselo e poi i pomodori di tanti tipi e ogni sorta di prodotto agricolo, le cioccolate, la yogurteria e così via.

 

Dopo, o anche prima, aver soddisfatto il proprio palato si può passare dal negozietto interamente dedicato alla lavanda dove sono in prova e in vendita saponi, profumi, creme e perfino piccoli asciugamani. Infine, d'estate, concerti e spettacoli all'aperto tutte le sere.

 

 


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