Non sarà simpatico a molti elettori, personalmente e politicamente, ma il trattamento speciale riservato dalla dirigenza del Pd ogni giorno nei confronti di Matteo Renzi sta assumendo aspetti non proprio compatibili con quell’aggettivo “democratico” sul quale il partito fonda il suo nome e la sua politica.
Ieri, 18 ottobre, la Camera ha approvato il decreto legge sulla sanità messo a punto dal Ministro della Salute Renato Balduzzi. 269 i voti favorevoli, 65 i contrari e 29 le astensioni. Fra queste, quelle dei Radicali, preannunciate da Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente onorario dell'Associazione Luca Coscioni, secondo cui il decreto, “debole e poco coraggioso”, sarebbe destinato “ad incidere poco sul sistema sanitario”.
Le traversate a nuoto stile Mao Tse-tung di Beppe Grillo, nel pieno della campagna elettorale in Sicilia, non sembrano allontanare le polemiche interne, incentrate soprattutto sull’assenza di democrazia e trasparenza nel Movimento 5 Stelle. A tornare all’attacco è stato Giovanni Favia, consigliere regionale M5S in Emilia-Romagna e ormai noto capofila, assieme a Valentino Tavolazzi, della corrente dei delusi nel movimento.
Crollato nei sondaggi (staccato di circa 10 punti percentuali dal Pd e tallonato addirittura dal Movimento di Grillo), devastato da scandali giudiziari (si veda la Lombardia e il Lazio), il Popolo della Libertà non riesce a fuoriuscire dal suo stallo, ad avviare una minima forma di rinnovamento, in modo da ricucire il rapporto con gli elettori.
Non c'è pace per l'Italia dei Valori, che tra scontri interni, addii eccellenti, paradossali indagini in corso, referendum propagandistici e solitudine politica, vive i giorni più foschi di sempre dalla creazione del partito.
Il rapporto tra magistratura e potere politico è stato al centro del dibattito moderato da Giuseppe Di Leo, svoltosi su Radio Radicale in occasione della presentazione del fascicolo della rivista "Democrazia e diritto", al quale hanno partecipato Michele Prospero, direttore di “Democrazia e diritto”, il professor Carlo Guarnieri, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, e il direttore di Quaderni Radicale e Agenzia Radicale Giuseppe Rippa.
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