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23/10/24 ore

POLITICA

Politica e malaffare, il degrado del regime nel bollettino di guerra quotidiano

Aprite un giornale qualsiasi oggi, troverete quattro notizie principali. Prima. Il responsabile dell’assessorato alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, è stato arrestato con l’accusa di aver comprato voti dalla ‘ndrangheta. Avrebbe acquistato un pacchetto di 4.000 preferenze, decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle regionali 2010, pagando 200.000 euro (50 euro a voto).

Assemblea Pd evita la rissa, mandato a Bersani per le regole su Primarie di coalizione

L’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, oltre alla deroga all’articolo 18 dello statuto, che permetterà a membri del partito diversi dal segretario di candidarsi (Renzi su tutti), ha votato il documento che stabilisce le regole di massima delle primarie.

Milano, il Consiglio comunale si riunisce 'dietro le sbarre'

Il consiglio comunale di Milano ha scelto una nuova e 'speciale' location per riunirsi: da Palazzo Marino al carcere di San Vittore. È dietro le sbarre, infatti, che l’amministrazione del capoluogo lombardo ha deciso di incontrarsi per dare un chiaro segnale di attenzione al mondo carcerario.

Le Regioni della Costituzione e le Regioni della partitocrazia

Un’ottima analisi del costituzionalista Michele Ainis oggi sul Corriere della Sera riporta all’attenzione la questione del ruolo delle regioni nel sistema istituzionale italiano, profondamente mutato dalla riforma del Titolo V nel 2001.

M5S, a Ferrara l'adunata dei delusi di Grillo

Domenica scorsa, a Ferrara, si è tenuto il raduno dei cosiddetti epurati grillini, cioè quegli esponenti del Movimento 5 Stelle che, avendo avanzato critiche sulla direzione centralistica e a tratti antidemocratica del duo Grillo-Casaleggio, sono stati puntualmente allontanati per mano del vertice stesso.

Emergenza Carceri, anche il ministro Riccardi chiede "clemenza"

Un decesso ogni due giorni, un suicidio ogni cinque: sono 140 i detenuti morti negli istituti di pena italiani da inizio anno, in 50 hanno preferito la morte a questa lenta, ma indefessa, strage di Stato. E' un'urgenza, quella della riforma della giustizia che, come ha recentemente ribadito, dopo mesi di silenzio, il Capo dello Stato (anche se non nelle forme auspicate di un messaggio alle Camere), non può più essere rimandata, ritardata, elusa e a sillabare a gran voce le parole 'amnistia', 'indulto', pare non siano più solo e unicamente i Radicali di Torre Argentina.