Le manifestazioni della fine di settembre – quella di Roma organizzata dal PD e quella di Milano a cura dell’’ANPI e altre associazioni – hanno dimostrato partecipazione e vitalità, un dato consolante per la sinistra, come lo fu del resto, prima delle elezioni, il gradimento popolare per Gentiloni emerso da sondaggi, un gradimento che però poi il 4 marzo non ha avuto successo alle urne. Ed è questo il motivo per il quale, da tempo ormai questa Agenzia Radicale insiste sulla necessità di avviare un processo di attenzione nazionale sulla crisi della prima Repubblica e delle forze politiche che la hanno rappresentata. di Silvio Pergameno
La manifestazione del 30 settembre a Piazza del Popolo per il Partito Democratico è stata un’occasione per cercare un rilancio della sua capacità di iniziativa. Bisogna riconoscere che, nonostante gli sforzi del segretario pro tempore Martina, gli esiti non sono stati affatto incoraggianti. di Luigi O. Rintallo
Nella primavera del 2017 Macron vinse le elezioni presidenziali e le legislative dopo una campagna elettorale largamente centrata sul rilancio dell’integrazione europea, indispensabile di fronte all’incapacità degli stati europei di esser presenti nei rapporti internazionali in un mondo globalizzato. Era sicuramente una sfida alla Francia degli “identitari”, che nel recente passato avevano sempre vinto i confronti decisivi su questo terreno – dalla bocciatura della “Comunità europea di Difesa” nel 1954 al rifiuto della Costituzione europea nel 2005. di Silvio Pergameno
Il dibattito interno al PD prosegue su un cammino che, ad avviso di chi scrive, appare inadeguato, in quanto si svolge tutto con riferimento alla attualità, alla vicende quotidiane e, anche se non è illogico che sia così perché un partito politico ovviamente è uno strumento per fare politica e la politica la si fa giorno per giorno sui fatti del giorno, tuttavia non basta. di Silvio Pergameno
Avrà un ruolo di rilievo il voto con il quale il Parlamento Europeo ha deciso il proseguimento della procedura per l’applicazione di sanzioni all’Ungheria in quanto colpevole di una politica contraria allo stato di diritto e ai valori ai quali l’Unione Europea si ispira: libertà, eguaglianza, fratellanza. Passerà alla storia in quanto risposta netta alle pretese “sovraniste” di promuovere (e legittimare) nel vecchio continente un percorso di democrazia illiberale, come Viktor Orbàn, il leader ungherese, ha definito la sua proposta politica, ma che, insieme all’alleato Matteo Salvini, ha così subito una forte sconfitta… di Silvio Pergameno
Al ministero della propaganda stappano bottiglie di spumante – si immagina rigorosamente italiano - per l'opportunità offerta ogni tanto a Salvini e a Di Maio di maramaldeggiare sulla classe dirigente dell'Unione Europea, per di più invisa anche a chi teme la deriva anti-europeista in corso. di Antonio Marulo
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