I tre voti su dieci che, alle elezioni del 2018, il Movimento 5 Stelle ha ottenuto lo hanno reso il perno delle alleanze politiche in questo Parlamento. Nell’arco di due anni ciò ha condotto alla formazione attorno ad esso di due maggioranze diverse, con finalità opposte fra loro sul piano dell’azione di governo, se non altro in termini di rapporto con le basi sociali alle quali un governo risponde. È emersa così evidente la sua natura prevalentemente strumentale e opportunistica, che ormai stenta ad essere occultata dietro il proclamato continuismo degli intenti perseguiti. di Luigi O. Rintallo
La polemica divampata attorno alla telefonata che il pm Nino Di Matteo ha fatto durante la trasmissione Non è l’arena di La7, per il momento, è stata trattata dall’informazione al pari di una improvvisa fiammata subito soffocata. Secondo il membro del CSM, già procuratore in Sicilia, le decisioni sulla nomina nel 2018 del direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria sarebbero state in qualche modo condizionate dai mafiosi. Da alcune note informative della polizia penitenziaria, ha raccontato Di Matteo, risulterebbe la reazione di alcuni capi mafia detenuti all’indiscrezione che il ministro Bonafede aveva offerto al magistrato l’incarico di direttore del Dap e il giorno dopo tale incarico sfumò nel corso di un colloquio con il Guardasigilli. Un’affermazione insidiosissima che ha lasciato strabiliato il ministro dei 5Stelle alla Giustizia, il quale – va rammentato – è il solo responsabile dei dicasteri di peso ad aver conservato l’incarico che ricopriva nel precedente governo M5S-Lega guidato sempre da Giuseppe Conte, a dimostrazione della rilevanza del suo ruolo politico nella compagine pentastellata. di Luigi O. Rintallo
I recenti fatti di cronaca che hanno riguardato provvedimenti adottati da Tribunali di Sorveglianza in materia di esecuzione con riferimento a detenuti affetti da gravi patologie hanno suscitato molto clamore nell’opinione pubblica, ondate di indignazione e iniziative politiche volte a modificare l’assetto normativo… Nella quasi certezza di essere confinato, come molto frequentemente accade, in una minoranza di pensiero, vera e propria nicchia di riflessione non omologata. di Fabio Viglione
Quella che si va prefigurando per il nostro Paese è una situazione molto molto rischiosa. Il coronavirus, con le sue drammatiche conseguenze socio-sanitarie è piombato su una realtà già largamente compromessa, con il suo enorme debito pubblico (prodotto da molti anni di scelleratezze) e con il quadro politico-istituzionale corroso da decenni di assenza di Stato di diritto. Ma la prospettiva economica che va prendendo forma si prefigura addirittura peggiore di quella sanitaria dolorosamente segnata da migliaia di morti. I suoi effetti potrebbero essere catastrofici anche dal punto di vista degli equilibri sociali e con rischi di conflitti incontrollabili. di Giuseppe Rippa
La celebrazione “da remoto” delle udienze penali sulla base dei recenti decreti legge (11 e 18/2020) merita approfondita riflessione. Una riflessione che non sia solo rivolta ad attraversare una fase straordinaria ma sappia proiettarsi in un futuro normalizzato dal superamento dell’emergenza pandemica. Ed allora, guardando a queste nuove forme di interazione, un primo tema attiene alla scelta delle piattaforme attraverso le quali dovrebbero svolgersi i processi a distanza. In buona sostanza, a quale gestore di dati si consentirà di operare le connessioni tra i siti attraverso i quali le parti processuali si scambieranno le loro informazioni, condivideranno i singoli atti. di Fabio Viglione
Nel suo articolo sul «Corriere della Sera», Angelo Panebianco ha il merito di aver indicato i fattori che sono di ostacolo alla ripresa dalla crisi causata dal virus cinese e che, a un tempo, fanno dell’Italia un’anomalia nell’ambito delle democrazie. Spirito di fazione, invadenza della burocrazia, deriva statalista e il pan-penalismo per cui ogni aspetto della vita è ricondotto al diritto penale, amministrato da settori della magistratura inquirente portati a debordare dall’alveo costituzionale, combinati con uno spirito di fazione alieno dal considerare prioritario l’interesse pubblico, rappresentano per l’editorialista quattro formidabili zavorre. di Luigi O. Rintallo
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é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
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è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
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è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |