Le informazioni sui presunti flussi di denaro riservati dal Qatar per Benjamin Netanyahu, in maniera un po’ sotterranea, circolavano già. Eppure dopo il 7 ottobre stanno assumendo una rilevanza diversa e l’aggiungersi di dettagli sempre più precisi non fa che aumentare la pressione sul primo ministro di Israele. «Questa vicenda inizia a diventare una tempesta politica», osserva Yigal Carmon, ex consigliere per l’antiterrorismo dei premier Yitzhak Rabin e Yitzhak Shamir. «Può portare alla caduta di Netanyahu»… di Federico Fubini (da Corriere della Sera)
Io, arabo e musulmano di nascita, cultura ed educazione tradizionale marocchina, non riesco a trovare le parole per dire quanto sono inorridito da ciò che i militanti di Hamas hanno fatto agli ebrei. La brutalità, quando colpisce donne e bambini, diventa barbarica e non ha scuse né giustificazioni… di Tahar Ben Jelloun (da Le Point)
Ovvio che, dopo che ci si è divertiti per Carnevale, è il momento di togliersi la maschera; e così nel nostrano mondo dell’arte un terremoto sta avvenendo dopo certe dichiarazioni di alcuni tra i più influenti pensatori del mondo dell’arte. I critici per primi, ma anche artisti e molti altri operatori della cultura, si stanno prendendo a pesci in faccia perché Achille Bonito Oliva, su Robinson di Repubblica, ha rivelato l’arcano che tutti conoscevano bene, della serie “si fa ma non si dice”, rimarcando quel perbenismo stupido che è sostanzialmente la “filosofia” dell’arte… di Giovanni Lauricella
Questi trentadue versi (col titolo Aspettano la mia voce) li ho scritti nell’ottobre del 1997 e pubblicati nel mio Il sonno e le vigilie, edizioni Sottotraccia, 2000. Li scrissi pensando ai morti che ho amato e non ritrovo, nemmeno nelle strade del mio paese, e inseguo, spinti da un vento freddo. Versi che leggo oggi che non c’è più alcuna illusoria pace e tutto si è amaramente capovolto e stravolto.
C’è solo un teatro, il luogo di estrema contraddizione di Na Dubrovka - la tragedia che si consumò tra ceceni e russi il 26 ottobre 2002, tre giorni dopo il suo inizio - nel quale si può gridare piano la poesia: dove, tra finzione e pretese del reale, si aprirono cunicoli strettissimi improvvisamente chiusi da una crudele calce inaspettata.
Lì siamo tutti, proprio tutti - tra sala e scena - intorno alla nostra agonia. (… SEGUE>>>)
La notizia potrebbe non suscitare nessuna meraviglia. Quando l'istruttoria della statizzazione del Conservatorio di Musica "P. I. Tchaikovsky” a Catanzaro sembrava conclusa ecco all’orizzonte un ostacolo che potrebbe privare l’occasione di avere nel capoluogo calabrFilippo Arlia, ese un conservatorio nazionale. Il racconto della vicenda presenta aspetti per taluni casi contraddittori e per altri è una fotografia delle sempre più clamorose impraticabilità delle vie burocratiche.
Non c'è limite al peggio nella politica italiana, come dimostrano gli accadimenti nell'annus horribilis, che sta per chiudersi con la consueta farsa sulla legge di bilancio, approvata da un Parlamento ridotto a utile e idiota comparsa. Difficile pensare a un 2020 diverso e migliore. I presupposti non lasciano ben sperare. "L'ottimismo è il sale della vita", recitava lo slogan. Ma che fatica con questi attori in campo! Ne discute Geppi Rippa, con Antonio Marulo, in Maledetta Politica.
Nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Giuseppe Conte ha ribadito un pensiero già espresso qualche giorno fa al quotidiano La Verità, quando ha rivendicato con orgoglio “di essere leader (sic!) di un governo populista”: nel senso che ne dà sulla base dell'articolo 1 della Carta, messo in relazione ai concetti di sovranismo e populismo.
Ho letto da qualche parte che i pesci sono in grado di comunicare tra loro e, osservandoli talvolta in qualche acquario mentre mi fissavano aprendo e chiudendo la bocca al di là del vetro, mi sono chiesta se cercassero di dirmi qualcosa. di Giovanna D’arbitrio
Tra il caso di Enzo Tortora, di cui ricorre in questi giorni il trentennale dalla morte, e quello che vede oggi protagonista il generale dei carabinieri Mario Mori si può “tirare un filo continuo” che in qualche modo lega due “vicende sconcertanti”.
Che si cominci a respirare davvero una brutta aria d'altri tempi? Certo, la guerra civile degli anni 70 del secolo scorso è lontana, ma qualche segnale poco rassicurante di risveglio in tal senso non manca.
Per i 2 anni di Governo Matteo Renzi ha deciso di dare i numeri. Lo ha fatto da par suo attraverso il medium che predilige, il social network, e con lo strumento che è più congeniale alla sua mirabile narrazione: la slide. Per la precisione 25, nelle quali viene snocciolata in numeri la cavalcata trionfale delle prime due stagioni a Palazzo Chigi. Il metodo è quello del confronto: ieri male, oggi bene o meglio. Questa almeno è l’opinione, come è logico che sia quando si tratta della matematica dei numeri in politica, per giunta scelti ad hoc, senza troppe spiegazioni ma tanti slogan.