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19/04/24 ore

RASSEGNA WEB

Matteo, di’ qualcosa di europeo

di Gian Enrico Rusconi (da lastampa.it)

 

Dopo anni di retorica europeista è arrivato un generalizzato risentimento anti-europeo, perché la dura realtà sociale ed economica viene da molti imputata univocamente «all’Europa» o a «Bruxelles». Le elezioni europee ci piomberanno addosso interamente strumentalizzate in questo senso e si sovrapporranno fatalmente alle elezioni italiane.

Bonino, 'una chance per tutto il Medio Oriente'

«Siamo di fronte a un'intesa preliminare, che dura sei mesi e comprende un monitoraggio costante: quindi mi sembra un accordo prudente. Ma dopo tanto tempo di gelo è sicuramente un primo passo importante, un risultato parziale ma significativo. Se continueremo tutti quanti a lavorare nella stessa direzione, potrà anche facilitare altri dossier della grande partita diplomatica in corso sul Medio Oriente. Con tutte le necessarie cautele del caso, la mia valutazione è assolutamente positiva». di Paolo Valentino (Il Corriere della Sera)

Azerbaijan: Pino Arlacchi imbarazza l'Europa... e l'Italia

Regime o democrazia “libera, giusta e trasparente”? Le ultime elezioni in Azerbaijan hanno travolto come uno tsunami i piani alti di Bruxelles, mettendo in imbarazzo la Commissione Esteri del Parlamento europeo che si occupa di monitorare i processi elettorali nei Paesi extra-europei. di Anna Mazzone (da panorama.it)

Con lo sguardo all’indietro

di Piero Ostellino (Corriere della Sera)

 

Un Paese nel quale il pensiero, le opinioni, le parole devono ubbidire a una certa Ortodossia pubblica, imposta per legge, non è un Paese libero. L’Italia - con gli innumerevoli divieti che, opponendo un ostacolo alla libera manifestazione del pensiero, prefigurano, di converso, il reato d’opinione - lo sta diventando. 
L’ignoranza dei fondamenti stessi della democrazia liberale ha prodotto una «bolla culturale», generatrice, a sua volta, di una «inflazione legislativa», che sta progressivamente portando il Paese alla fine delle sue (già fragili) libertà.

Un'opinione sbagliata non giustifica la galera

Nel silenzio dei cosiddetti «liberali» di Pdl, Scelta civica e Pd, riecheggia la voce anticonformista del solito Pannella: «Francamente, l’idea di mettere in galera chi sostiene che la Shoah non sia mai esistita mi pare segno di un’inciviltà totale». Da sempre amico degli ebrei e di Israele, il leader radicale considera «totalmente illiberale» la legge in discussione al Senato che prevede fino a 5 anni di carcere per «chiunque nega l’esistenza di crimini di guerra o di genocidio o contro l’umanità». di Andrea Cangini (Quotidiano.net)

Il Paese delle Ombre

Ammettere la testimonianza di Giorgio Napolitano nel processo sulla trattativa Stato-mafia da parte della Corte d’assise di Palermo sarà pure «pertinente», come ha affermato ieri uno dei sostituti procuratori. Ma non può non lasciare un sottofondo di stupore e di perplessità. Gli stessi magistrati si rendono conto dell’enormità della loro mossa. di Massimo Franco (Corriere della Sera)

Andrea’s Version su Priebke

Basterà insistere ancora un po’, tenere per qualche tempo ancora la bara sulla corda, impedire che passi da un comune, che transiti sul territorio di quell’altro comune, organizzare qualche bella manifestazione, con qualche bello scontro, magari, inventandosi all’uopo qualche slogan molto brillante, sul genere: “Al Ve/rano/nemmeno un posto/vogliamo il nazistone/de/com/posto”, e vedrete che piazzale Loreto al caso Priebke gli farà una pippa.

 

Andrea Marcenaro (da Il Foglio)

Come se niente fosse accaduto

Il rischio che una destra radicale conquisti la scena politica in Italia non è certo svanito con la vittoria dei «governativi» nel Pdl. Come dimostrano i Tea Party, capaci di prendere in ostaggio il Grand Old Party repubblicano spingendo l’America fino al limite del default, o i sondaggi di Marine Le Pen in Francia, o l’affermarsi di partiti antieuro in Austria e in Germania, il vento della storia non soffia certo oggi nelle vele dei moderati. di Antonio Polito (Corriere della Sera)

Le verità (a volte scomode) di Emma Bonino

Domenica 22 settembre il ministro Emma Bonino, a New York per partecipare all'assemblea generale dell'Onu, ha incontrato la comunità italiana al Consolato Generale. Nel corso del ricevimento, il ministro ha illustrato gli impegni e gli obiettivi del suo Ministero, ha chiacchierato con gli ospiti, stretto decine di mani, rivisto persone incontrate nel corso di una lunga carriera spesa nella politica e nei rapporti internazionali. di Maurita Carbone (La Voce di New York)

Verso le elezioni di settembre. Ipoteca tedesca sull'Europa

di Gian Enrico Rusconi (Affari Internazionali)

 

Se fossimo in Italia, le elezioni tedesche del 22 settembre sarebbero subito etichettate come un plebiscito - horribile dictu per i tedeschi - pro o contro la cancelliera Angela Merkel che gode di un prestigio popolare transpartitico, essendo considerata la garante della sovranità politica tedesca in Europa e nel mondo. Questa formulazione è più gratificante e più nobile della cruda e intransigente “difesa degli interessi” economici tedeschi.

I furbetti del teatrino Valle alla Fondazione del bene comune

“La Bellezza non può attendere”, si sono detti, e si dicono, gli occupanti del Teatro Valle – ora in festa, assieme al professor Stefano Rodotà, per aver depositato dal notaio lo statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, anche definita, dagli occupanti, la “prima istituzione dell’imprudenza”, il “salto nel vuoto”, la “lucida follia”. di Marianna Rizzini (Il Foglio)