Quando sono entrati nel locale che sulla carta ospitava la nuova azienda tessile, i carabinieri dell’Ispettorato del lavoro sono rimasti di sasso: non solo non c’erano i 49 dipendenti da poco ingaggiati (tutti a tempo indeterminato) ma nemmeno i macchinari. Nulla di nulla. Per l’impresa di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, solo le agevolazioni concesse dallo Stato sarebbero state vere. Centinaia di migliaia di euro da mettere in tasca grazie alle misure pensate per rilanciare l’occupazione. di Paolo Fantauzzi (da l'Espresso)
di Francesco Forte (da il Giornale 22/04/2015)
Renzi afferma con sicurezza che “l’Italia riparte”. In effetti ci sarebbero le condizioni per una vigorosa ripresa: il prezzo del petrolio e quindi dell’energia è ribassato, il tasso di cambio dell’euro con il dollaro è passato da 1,36 a 1,05, un calo di più di 30 punti, il tasso di interesse è sceso. Ma la Whirlpool annuncia un taglio del personale di 1.350 addetti, con la chiusura di tre stabilimenti di cui uno di 850 lavoratori nell’area di Caserta. Inoltre verrà chiuso il centro di ricerca di None, nell’area industriale di tecnologia avanzata torinese in cui c’è il Politecnico di Torino, all’avanguardia nel settore elettrotecnico, metalmeccanico ed elettromeccanico. Il centro verrà spostato in Polonia! Ciò indica che la politica fiscale, del lavoro e della ricerca che sta adottando questo governo è completamente inadeguata.
A quattro anni dalla risoluzione Onu 1973 e dalla missione Unified Protector, il disordine in Libia è ancora centrale nell’agenda politica italiana e internazionale e la sua attualità nel dibattito pubblico è stata rilanciata dall’ingresso in scena dell’Isis. A differenza di altre crisi internazionali, qui non sono in gioco solo il prestigio di Roma o la sua esposizione economica. di Gabriele Natalizia (da affarinternazionali.it)
È certamente apprezzabile che il presidente del Consiglio abbia ribadito l’obiettivo del governo di non aumentare le tasse, anzi di ridurle, e di non tagliare le prestazioni ai cittadini. Ma questo dalle linee guida del Documento di economia e finanza, presentate ieri, non emerge. di Fabrizio Forquet (da ilsole24ore.com)
Stareste tranquilli se chi ha giurato di annichilire la vostra Nazione con la bomba atomica riuscisse a ottenere il permesso di costruirne i presupposti, sia pur al rallentatore? E se vi dicessero che siete degli ottusi oltranzisti, solo perché fa festa chi ha promesso di cancellarvi prima o poi dalle carte geografiche? Ecco, lo Stato di Israele si sente così: i potenti della Terra fanno festa, mentre la prospettiva della catastrofe si avvicina. E dicono anche che siete esagerati e paranoici. Lo dicono quelli che a veder sventolare una bandierina dell’Isis a qualche centinaio di chilometri di distanza già sono travolti dal terrore. di Pierluigi Battista (dal corriere.it)
Il presidente Abdu Rabu Mansour Hadi ha lasciato lo Yemen per Riad, mentre i miliziani sciiti conquistavano l’aeroporto di Aden, città dove le istituzioni di transizione, riconosciute dalle Nazioni Unite, si sono trasferite dopo il golpe a Sana’a degli huthi, il movimento sciita (Ansarullah) appoggiato strumentalmente dall’ex presidente Ali Abdullah Saleh. di Eleonora Ardemagni (affarinternazionali.it)
di Carlo Nordio (da Il Messaggero 18 marzo 2015)
Le parole del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, secondo il quale il governo ha schiaffeggiato i giudici e accarezzato i corrotti, sono ingiuste e dannose. Dannose, perché inaspriscono l’eterna polemica tra toghe e politica. E ingiuste, perché il governo non ha somministrato né schiaffi né carezze. Ha soltanto alzato la voce, e la voce si perderà nel vento.
Perquisizioni e arresti per qualche pianta di marijuana coltivata sul terrazzo di casa potrebbero diventare solo un ricordo lontano. Tanto chi fa uso dell’”erba” per problemi di salute che chi la fuma per piacere, come accade già in altri Paesi, in Italia potrebbe a breve non rischiare più di finire indagato e poi processato solo per qualche vaso di canapa indiana. di Clemente Pistilli (da l'Espresso)
Non è affatto vero che la riforma renda meno complicato l’iter legis . E dunque non è vero che semplifichi la vita del nostro Parlamento. Però semplifica fin troppo la vita del governo, l’unico pugile che resta davvero in piedi sul ring delle istituzioni. Perché insieme al Parlamento barcolla il capo dello Stato: con un esecutivo stabile, perderà il suo ruolo di commissario delle crisi di governo, nonché - di fatto - il potere di decidere l’interruzione anticipata della legislatura. di Michele Ainis (dal Corriere della Sera)
Un amico mi fa notare che papa Francesco non parla mai del peccato originale. Non credo non ne parli per una sorta di adesione a una modernità che non mette più il peccato della carne al centro della vita morale individuale e collettiva. di Piero Ostellino (da Il Giornale)
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione tornano a pronunciarsi sulla legge Fini-Giovanardi dopo la dichiarazione di incostituzionalità sancita dalla Consulta il 25 febbraio dello scorso anno. Con la sentenza n. 22621 dello scorso 26 febbraio, la suprema Corte ribadisce che le pene riguardanti le cosiddette “droghe leggere” devono essere rideterminate al ribasso essendo il nostro ordinamento tornato al regime sanzionatorio pre-Fini/Giovanardi, cioè alla legge Iervolino/Vassalli così come modificata dal referendum radicale del 1993 che sancì la non punibilità dei consumatori di sostanze stupefacenti. di Rita Bernardini