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18/04/24 ore

RASSEGNA WEB

Lo Stato famelico della Repubblica dei mandarini

Sì, certo, avere speranza, l’Italia può uscire dalla palude, uno sforzo tutti insieme, e va bene. Ma poi i numeri di un’invadenza statale asfissiante e senza limiti uccidono ogni speranza. E allineare le cifre dell’oppressione statalista raccontate da Paolo Bracalini nella Repubblica dei mandarini pubblicata da Marsilio toglie il fiato. di Pierluigi Battista (dal corriere.it)

Quant'è bravo Renzi, ma chi ripara gli errori che sta facendo?

...I leader europei si sono incontrati, scontrati, accordati, rilassati, tra Bruxelles e Ypres dove hanno ricordato una guerra spaventosamente devastante, primo atto d'un terribile gran finale culminato nella distruzione dell'Europa delle nazioni e in un genocidio orribile che nessuno potrà dimenticare. Quelle guerre hanno chiuso un'epoca; in Europa non ci saranno più. Ma l'Europa ci sarà ancora? di Eugenio Scalfari (da repubblica.it)

Grillo e la libertà di stampa

Non so che cosa di Beppe Grillo penserebbero oggi Indro Montanelli, che di Marco Travaglio è stato maestro, o Enzo Biagi, al cui ultimo programma si ispira la testata del Fatto. Di una cosa però sono certo: questi due grandi del giornalismo italiano si ribellerebbero all’ultima minaccia rivolta alla stampa da un capo partito che dichiara di puntare alla presa del potere totale. di Stefano Menichini (da ilpost.it)

Non si cresce di sole promesse

È bastato un piccolo numero negativo sull’andamento del Prodotto interno lordo nel primo trimestre dell’anno (meno 0,1%) per riportare indietro di due mesi le lancette dello spread. Dimostrazione di quanto sia ancora fragile la nostra economia. I problemi in realtà vengono da lontano. di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (da corriere.it)

Il conflitto in procura

La Procura di Milano non è una Procura qualsiasi. Le inchieste di Mani Pulite di venti anni fa modificarono la nostra «costituzione materiale». Da allora, la Procura di Milano è uno dei centri di potere più importanti del Paese. È un fatto che qualunque analisi del nostro assetto istituzionale che dimentichi il ruolo strategico di quella Procura si riduce a una finzione formalistica. di Angelo Panebianco

Populismo espiatorio, la legge della domanda e dell'offerta politica

Se i populisti trionfano – sostiene invece il politologo inglese Matthew Flinders – il problema è nella “domanda politica più che nell’offerta”, il baco cioè è “negli elettori più che negli eletti”. Lo studioso dell’Università di Sheffield – di cui il Mulino ha appena tradotto in italiano “In difesa della politica” – al Foglio dice che il successo dei populisti dovrebbe “suonare la sveglia più per noi cittadini che per la classe politica. Dovrebbe farci ragionare sul nostro livello di maturità più che sull’incapacità degli eletti”. di Marco Valerio Lo Prete  (ilfoglio.it)

Grazia, l’errore di Napolitano

Il Foglio del 30 aprile 2014

 

Al di là dell’opinione espressa da Silvio Berlusconi, che naturalmente è parte in causa, sembra abbastanza chiaro che l'esercizio da parte di Giorgio Napolitano della sua facoltà di grazia a favore di un esponente politico di primo piano, che era stato oggetto di una straordinaria e palesemente orientata pressione giudiziaria. sarebbe stato un atto perfettamente coerente con la volontà di pacificazione nazionale più volte espressa proprio dal presidente della Repubblica.

Quasi meglio una galera serba

Editoriale da Il Foglio 30 aprile 2014

 

Potrebbe andare peggio solo in Serbia. E con tutto il rispetto per un paese che è tra gli ultimi arrivati nel consesso delle democrazie europee, non è affatto un buon risultato. Il rapporto annuale sulle statistiche carcerarie del Consiglio d'Europa, reso noto ieri, certifica ancora una volta l'imbarazzante verità per la quale l'Italia è già stata condannata quale nazione che pratica la "tortura" (dalla sentenza Torreggiani del 2013 della Corte dei diritti dell'uomo, sospesa fino a maggio del 2014 per dare tempo allo stato italiano di rimediare).

L’universo di Matteo Renzi dove tutto si mescola. E si rottama poco

di Paolo Di Stefano (Corriere della Sera)

 

Ha scritto Matteo Renzi: «L’uomo può ciò che vuole, scriveva Leon Battista Alberti, in una frase citata anche da Steve Jobs mentre si accingeva a rivoluzionare il mondo presentando l’iPhone». Nel suo universo c’è un po’ di tutto, dal Dolce stil novo (titolo del suo libro) ai guru del Verbo digitale. Il suo segreto è mescolare, contaminare, non solo alto-basso, basso-alto, ma anche destra-sinistra, sinistra-destra. In realtà, a guardare bene il suo Pantheon, il rottamatore rottama pochissimo. Gli vanno bene la scompostezza di Briatore e il suo opposto, Alessandro Baricco, cui lo avvicina, tra l’altro, il look camicia bianca e maniche rimboccate stile stiamo-lavorando-per-voi. Gli vanno bene Eataly e la Coca-cola: local e global. Usa la Smart, ed è smart lui stesso (copyright Marco Belpoliti). Gli piace Virzì, ma non disprezza Pieraccioni, e non rinuncia alla battuta come Panariello, anche se Benigni-Pinocchio non è male...

Campidoglio, il «renzismo» perde un pezzo della sua anima

Come è lontano il giorno in cui il neo-sindaco di Roma, Marino, e il suo collega di Firenze Renzi, candidato alla segreteria del Pd, passeggiavano insieme lungo i Fori Imperiali in procinto d'essere chiusi al traffico. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. di Stefano Folli (da ilsole24ore.com)

Siria, Bonino chiede il cessate il fuoco per favorire i negoziati

Che in Siria cessi il rumore delle armi. Potrebbe essere questo il primo risultato della conferenza cosiddetta Ginevra 2, tante volte messa in agenda e altrettante saltata, e che è convocata a Montreux il prossimo 22 gennaio. di Antonella Rampino (da La Stampa del 13 febbraio)