Aspettando l’insediamento ufficiale al Quirinale, Sergio Mattarella si gode la proverbiale luna di miele del neopresidente. Il “palazzo” che lo ha eletto canta vittoria a prescindere, in un coro che accomuna tutti i condomini del cosiddetto arco costituzionale. di Antonio Marulo
Salvo bizantinismi dell’ultima ora nel segreto dei catafalchi piazzati a Montecitorio, Sergio Mattarella dovrebbe essere il nuovo Presidente della Repubblica. Rispetto ai suoi predecessori al momento dell'elezione è sicuramente meno noto, tant’è che, fatto il nome da Renzi, si sono rese necessarie biografie istantanee per farne la storia. di Antonio Marulo
Altri 10 parlamentari (9 deputati e un senatore) hanno abbandonato il Movimento 5 Stelle. Sono così 35 i grillini "fuoriusciti" dal movimento in poco meno di due anni: 17 alla Camera e 18 al Senato. Non avendo i numeri necessari per costituire un gruppo autonomo (20 deputati), a Montecitorio i transfughi costituiranno una componente del gruppo Misto dal nome Alternativa libera. di Ermes Antonucci
Il pensiero beffardo va alle scene di Wile E. Coyote che cade nel burrone dopo un estenuante inseguimento, mentre il pennuto Road Runner svolta improvvisamente sull’orlo del precipizio. Ora è ovvio che Nichi Vendola e compagni, nell’andare indietro a Tsipras, non avevano gli stessi intenti bellicosi della maldestra canaglia dei cartoon, ma l’effetto su di loro della virata a destra del leader della sinistra greca, mentre forma il nuovo governo con i “Greci indipendenti”, è tragicomicamente quello. di Antonio Marulo
Questa è "la stagione delle riforme che servono all'Italia", "un nuovo Rinascimento" è possibile. "Bisogna trasformare i rischi in opportunità, "c'è una finestra e un periodo di opportunità eccezionale e il ruolo dei politici è cogliere il momento…", perché il “futuro è oggi”. Il Matteo Renzi di Davos infonde ottimismo (che di questi tempi non guasta) più che mai, dando fondo al sui artifizi retorici, sfoggiati per l’occasione nell’ormai noto inglese a modello “the pen is on the table”... di Antonio Marulo
"Mai in Europa, sarei un ciarlatano" confidò fieramente Sergio Cofferati nel 2008, otto mesi prima di essere puntualmente eletto in Parlamento Europeo. "Non farò alcun ricorso, nonostante le irregolarità" aveva annunciato in conferenza stampa poche ore prima delle primarie in Liguria. Promessa, anche questa, non mantenuta: una volta sconfitto, l'ex segretario della Cgil ha sbottato, ha lasciato il Pd, e ha reso noto che presenterà un esposto in procura. A questo punto c'è da temere anche per l'altra promessa, fatta da Cofferati proprio nel momento dell'addio: "Non lancerò un nuovo partito, ma solo un'associazione culturale". di Ermes Antonucci
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