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05/12/25 ore

POLITICA

Riduzione dei parlamentari. Il referendum è politicamente legittimo, anche se deformato dai media

Raffaele Avallone, intervenendo a proposito dell’imminente referendum costituzionale sulla riduzione di deputati e senatori, ha osservato che in questo caso gli elettori sarebbero chiamati a confermare la modifica costituzionale introdotta da una maggioranza parlamentare virtuale più che reale. Infatti, nel nostro Parlamento, a causa delle leggi elettorali in vigore, essa scaturisce da premi in seggi e vantaggi derivanti dalla soglia di esclusione per le liste sotto il 3%. di Luigi O. Rintallo

Riduzione parlamentari. Corte costituzionale e conflitto di attribuzione: quanto avevano ragione De Nicola e Pannella!

Enrico De Nicola fu tra i primi a prefigurare la conversione della Corte costituzionale da organo a tutela della nostra Legge fondamentale a strumento di manipolazione giuridica, corrispondente ai criteri di opportunismo politico. In occasione dei ripetuti affossamenti dei referendum abrogativi presentati dai radicali, a Marco Pannella si deve la definizione ancor più drastica di “cupola del regime partitocratico”, capace di prescindere dalla lettera della legge per proporne un’applicazione funzionale alle preoccupazioni del momento del sistema politico. di Luigi O. Rintallo

Pasquale Tridico: excusatio non petita, accusatio manifesta

Dal lessico delle pandette medievali ci giunge il proverbio “excusatio non petita, accusatio manifesta” e le dichiarazioni pronunciate dal presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, sembrano proprio corrispondervi. Secondo quanto riporta un articolo del «Corriere della Sera», a proposito delle polemiche suscitate dalla divulgazione ritardata della notizia relativa ai bonus Covid ottenuti da tre parlamentari titolari di partita Iva, Tridico si preoccupa di smentire che sia stato “un caso montato di proposito, un modo per lanciare il referendum sul taglio dei parlamentari”. Anzi, nega recisamente ogni suo coinvolgimento e – se non si trattasse della figura a capo di quella che il giornalista Lorenzo Salvia definisce “la macchina più potente di tutta la pubblica amministrazione italiana” – verrebbe da paragonarlo al Tommasino di Natale in casa Cupiello che, quando si scagiona anticipatamente da ogni responsabilità, si scopre davanti a tutti. di Luigi O. Rintallo

Riduzione parlamentari. Caro Arditti, non basta l’astuzia dialettica…

Puntuale come il solleone di agosto è piombata sulla ribalta mediatica la notizia che dei parlamentari hanno ottenuto il bonus delle partite IVA, previsto per fronteggiare la crisi causata dall’epidemia del virus cinese. Lo scandalo, a dire il vero, riguarda non solo gli interessati ma lo stesso governo e l’ente erogatore, l’Inps, i quali infatti hanno messo le mani avanti giustificando con l’urgenza di distribuire aiuti l’assenza di limitazioni o soglie di reddito. Fra l’altro omettendo che per i lavoratori dello spettacolo esse erano invece previste e quindi poco si comprende come mai non ci siano per gli altri liberi professionisti. di Luigi O. Rintallo

Il pragmatico Bonaccini nella trappola del referendum riduzione parlamentari

Secondo quanto prescrive la Costituzione, ogni sua modifica dev’essere sottoposta a doppia votazione di Camera e Senato. La riduzione del numero di parlamentari, voluta in primo luogo dal Movimento 5 Stelle, non ha fatto eccezione e per tre votazioni su quattro il Partito Democratico ha votato contro, tranne nell’ultima.

Per giustificare il cambiamento di posizione il partito di Zingaretti ha evocato improbabili futuri aggiustamenti, ma come è apparso chiaro il motivo vero sta nel fatto che l’approvazione della norma rappresentava la pregiudiziale per costituire il secondo governo Conte, con la nuova maggioranza imperniata sull’alleanza fra 5Stelle e PD, contornati da Leu e Italia viva di Renzi, l’ex segretario del PD che di essa è stato il principale plasmatore. di Luigi O. Rintallo

Per bloccare il restringimento della prospettiva democratica dire No alla riduzione dei parlamentari

In pochi hanno evidenziato come dalla fine del bipolarismo internazionale fra USA e Urss siano derivati, per l’Italia, effetti che non hanno riguardato soltanto la sua collocazione geostrategica nel mondo, ma anche il funzionamento del suo assetto istituzionale. Generalmente, si individua la coincidenza temporale tra il crollo dell’impero sovietico, quale controparte della potenza statunitense, e la crisi del sistema politico fondato sui partiti sfociata infine nel suo smantellamento da parte delle inchieste di Mani pulite. Va osservato, tuttavia, che ancor prima dei processi di Tangentopoli si era avviata una destabilizzazione con ripercussioni rilevanti sui fondamenti costituzionali della nostra Repubblica. di Luigi O. Rintallo

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