Il governtore della California Newsom ha deciso di mettere in atto una promessa elettorale: la moratoria delle esecuzioni capitali, in vista magari di una abolizione che potrà però avvenire soltanto con un referendum.
Il brano citato (“La morte si china sulla scacchiera e rimette a posto i pezzi. Il Cavaliere guarda oltre la morte, verso il viottolo. Mia sta giusto salendo sul carrozzone, Jof prende il cavallo per il morso e lo conduce verso il sentiero. La morte, presa com’è dalla ricostruzione del gioco, non s’accorge di nulla”) è tratto dal testo di Ingmar Bergman, per Il settimo sigillo, Edizioni Iperborea, 1999, un film di altissimo valore (1957). Sullo sfondo, le parole irrinunciabili dell’Apocalisse: “E quando aprì il settimo sigillo, in cielo fu silenzio. Ma solo per poco. E vidi i sette angeli che stanno dinanzi a Dio, e a loro furono date sette trombe. E venne un altro angelo, e si avvicinò all’altare, si fermò” (qui, nella mia traduzione dell’Apocalissedi Giovanni, Edizioni 10/17, 2002).
Domenica 30 settembre alle ore 17,30 presso Villa di Briano (Ce – via Cavoncello), in un bene confiscato alla camorra, presentazione della seconda edizione del libro di don Aniello Manganiello e Andrea Manzi Gesù è più forte della camorra (Europa Edizioni). Interverranno Giuseppe Acocella (Ordinario di Teoria generale del Diritto – Università Federico II di Napoli), Francesco Cananzi (Componente del Consiglio Superiore della Magistratura), Geppy Rippa (direttore di Quaderni Radicali e di Agenzia Radicale), Angelo Spinillo (Vescovo di Aversa – Delegato per il laicato della Conferenza Episcopale Italiana). Introduce e coordina Massimiliano Amato (giornalista). Saranno presenti gli autori, con la testimonianza di un ex rapinatore convertito, ora impegnato nel sociale.
Se questa rubrica dovesse scoprire le carte e dichiarare la propria filosofia, cercherebbe aiuto in una pagina de L'individualismo statalista di Giancristiano Desiderio: La commedia è la cifra stilistica dell'anima nazionale. La recita è la ragion pratica della politica. (...) di Guido Vitiello (da Il Foglio)
Il recente trittico di casi giudiziari (Mastella-Del Turco-Penati), finiti male per gli inquirenti, ha rinverdito la polemica su ciò che affligge il paese da Mani Pulite in poi. In proposito non abbiamo mancato di evidenziare, nel nostro piccolo e una volta di più, quella che va considerata nel complesso la vera emergenza italiana. Purtroppo in questa denuncia manca il supporto dei grandi media, spesso complici e artefici della gogna che si scatena sui malcapitati di turno.
La morte di Fidel Castro richiama il Mondo a meditare su tutta un’epoca, sui suoi miti e le sue falsificazioni retoriche. Qualcuno ha intitolato la notizia “morte dell’ultimo comunista”. Ma Fidel è stato altro: un sottoprodotto, una versione latino-americana del comunismo. Un sottoprodotto più della guerra fredda tra l’Occidente e l’U.R.S.S. ed i suoi satelliti, che non l’emblema di un sia pur periferico Marxismo. di Mauro Mellini
Aspettando i ballottaggi nelle grandi città, Matteo Renzi prova sulla sua pelle quanto sia labile il confine fra l’essere considerato il re Mida del consenso o il profeta di sventure elettorali. Attorno a lui si è creato improvvisamente il vuoto, all’indomani del primo turno delle elezioni amministrative 2016, essendo diventato sconveniente per gli aspiranti sindaco del centro sinistra farsi vedere in giro con il rottamatore. Da questo grande classico, frutto della prerogativa italica di andare sempre in soccorso al vincitore, mentre si resta pronti all’eventuale fuga repentina dal perdente, partono, nella rubrica Maledetta Politica, le riflessioni di Giuseppe Rippa, sollecitato da Antonio Marulo, sul momento delicato e cruciale della parabola renziana, quanto mai in bilico tra forza e dissolvenza.
«Un giorno mia madre mi disse di avermi dato il nome Fouad perché, nella mistica islamica, corrisponde al suono del sangue quando il cuore lo fa scorrere per la prima volta nel corpo dandogli vita» ... di Lorenzo Alberini (da www.sconfinare.net)
- Mondo arabo-islamico, dalla cultura tribale alla domanda di modernità e democrazia Khaled Fouad Allam a colloquio con Anna Mahjar Barducci e Giuseppe Rippa (da Quaderni Radicali 92)
“Un vescovo secondo me può benissimo essere gay, l’importante è vivere la propria dimensione in modo trasparente e pulito. In questo, non c'è differenza tra gay ed eterosessuali”.
Presentato in concorso alla 80ª Mostra d'arte cinematografica di Venezia, Lubo, film diretto da Giorgio Diritti, è tratto dal romanzo di Mario Cavatore Il Seminatore (Ed. Einaudi)… Il film si attiene nel complesso alla trama del libro e racconta una storia di Lubo (Franz Rogowski), ambientata in Svizzera prima dello scoppio della II guerra mondiale. Lubo, un nomade del popolo Jenisch, è un artista di strada dal carattere forte e allegro, molto legato alla moglie Mirana e ai suoi tre figli… di Giovanna D’Arbitrio
Sono una ricercatrice e scrittrice marocchina e italiana. Sono nata in Italia, ma quando ero molto giovane negli anni '80 in Italia, ero l'unico marocchino a scuola. L'Italia non era la Francia e nella mia città, situata sulla costa toscana, non c'erano immigrati stranieri. Fu in quel momento che cominciai a interrogarmi sulla nozione di identità. Chi sono? Questa è una domanda essenziale che l'uomo si pone dalla notte dei tempi, ma è anche una domanda esistenziale a cui molti figli di immigrati, o come nel mio caso figli di coppie miste, perché mia madre è marocchina e mio padre è Italiano, il bisogno di dare una risposta per trovare un equilibrio personale nella vita. A partire da Socrate, la filosofia ha assunto come leitmotiv il motto "conosci te stesso" per la ricerca esistenziale. Ma è difficile conoscersi e a volte abbiamo bisogno di aiuto per scoprirlo… di Anna Mahjar-Barducci