Nel confronto pubblico sul covid19 e la pandemia, si possono individuare due gravi mistificazioni di fondo. La prima è aver diffuso nel comune sentire l’illusione e la pretesa del rischio zero, unitamente al corollario che vita e salute debbano venire prima di ogni altra cosa. La seconda è che il dubitare delle letture prevalenti, fornite dal mainstream informativo dei media italiani, sia dovuto a superstizioni anti-scientifiche. Ma non è così, perché non esiste alcuna compattezza della “comunità scientifica” su nessuno degli argomenti relativi al virus. Le perplessità sulla questione sono nate proprio tra ricercatori e medici ed hanno riguardato praticamente ogni aspetto: dalla contagiosità di vaccinati e scoperti all’indice di rischio dei vari vaccini o la loro pericolosità per le fasce di età più basse. di Luigi O. Rintallo
Un’opera murale dal titolo oMaggio, significativo ricordo di Mariella Lo Giudice nei dieci anni della sua scomparsa, rinnova una volta di più il volto del Teatro Stabile di Catania e il segno della sua presenza nel contesto cittadino, grazie ad un progetto tutto al femminile che tiene insieme le arti visive e quelle teatrali. Il murale che è stato “svelato” il 9 luglio sulla facciata laterale dell’edificio della Sala Verga è stato realizzato dalle MaleTinte con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti e il supporto del Teatro Stabile di Catania.
Nella Galleria Marchetti sono esposti 25 meravigliosi quadri di Giulio Turcato (Mantova, 1912- Roma, 1995), mostra dal titolo “Colori mai visti”, che potremmo dire una mini antologica che va dall’inedito dipinto bifronte del 1928-30, su un lato del quale Giulio Turcato dipinge un Interno, e sull’altro un Porto, tra le prime opere dell’artista, fino ad arrivare a una delle sue ultime opere, Dune (1922) di carattere informale, come a testimoniarne l’intero percorso artistico. di Giovanni Lauricella
L’attuale momento di pandemia è decisamente grave e impone a ogni cittadino il dovere di collaborare costruttivamente alla gestione dell’emergenza. Non è, dunque, in alcun modo nostra intenzione minare la credibilità di alcuna delle pubbliche autorità impegnate nei loro compiti né sottovalutare l’oggettiva difficoltà di esercitare questi ultimi in maniera adeguata.
- Il cosiddetto processo da remoto è un non-processo di Massimiliano Siddi
Venerdì 30 agosto, al Lido Gradinoro di Tarquinia, si è svolta la presentazione del n. 116 di «Quaderni Radicali». È stata un’occasione per riferirsi anche alla crisi politica in atto, che conferma gran parte delle analisi riportate nel fascicolo. Con il direttore Giuseppe Rippa, hanno partecipato al dibattito l’avvocato Fabio Viglione – promotore di questo appuntamento estivo –, il redattore di Radio Radicale Enrico Rufi e Luigi Oreste Rintallo, dal 1991 collaboratore della rivista...
- Crisi politico-istituzionale: riflessioni a Tarquinia parlando del n.116 di Quaderni Radicali (Audio video Quaderni Radicali TV)
Martedì 25 giugno la Sezione Letteratura, curata da Silvio Perrella, di Napoli Teatro Festival ha realizzato un incontro sulla mia poesia in uno spazio seducente, il Chiostro di Santa Caterina a Formiello, una bella chiesa napoletana tra il Quattrocento - di cui conserva ancora alcuni sapienti stilemi - e il glorioso Cinquecento appena iniziato, nel progetto di Antonio Fiorentino della Cava. A parlare della mia poesia, Silvio Perrella ha invitato due interpreti della cultura italiana più viva, il filosofo Aldo Masullo e il regista Mario Martone. Pensavo di terminare il mio intervento con la lettura dei dieci versi che propongo oggi ad Agenzia Radicale, e che pubblicai nel mio Il silenzio nudodel 2012 in un chiaro libro voluto da Eugenio De Signoribus per le edizioni maceratesi de "La Luna", ma il luminoso intervento di Masullo e la forza evocativa di quello di Martone nel ricordare l'aspra ferma tempesta di Leopardi mi hanno spinto a sostituire i versi sulla colpa del Padre con un altro mio testo, Oltre la siepe il mondo non c’era più, daI dolorosi discorsi, edizioni Sottotraccia, 2003. Quei pochi versi sulla colpa, condizione così inestricabilmente vicina alla scrittura, sono però rimasti come un pegno che, a distanza di pochissimi giorni, ora assolvo.
L’Unione Europea ha imposto delle sanzioni contro due cittadini iraniani e un’unità dei servizi di intelligence dell’Iran per la prima volta da quando fu raggiunto l’accordo sul nucleare iraniano, nel 2015. Le sanzioni sono state approvate martedì dai 28 paesi dell’Unione Europea, come ritorsione per due attentati sventati lo scorso anno in Francia e in Danimarca, che erano diretti contro alcuni oppositori del regime iraniano. Le persone colpite dalle sanzioni saranno inserite nella lista dei terroristi dell’UE e i loro beni in Europa saranno confiscati. (da il POST)
Alla parola "liberalizzazioni" in Italia viene associata sempre e a prescindere l'aggettivo "selvagge", giusto per demonizzarle. Accade anche per le norme che il governo Monti ha disposto in materia di orari d'apertura dei negozi.
La vicenda dei due ragazzi rom che avrebbero compiuto nei giorni scorsi degli atti di violenza sessuale particolarmente odiosi nei confronti di una ragazzina ha scatenato l'ennesima campagna mediatica contro i rom. I due sono residenti del campo di via di Salone a Roma. Questo ha scatenato la prevedibile aggressività di media e forze politiche che invocano una non meglio precisata “ruspa” contro i campi nomadi. di Gianni Carbotti e Camillo Maffia
Il Time si chiede questa settimana in copertina se la verità sia morta. La domanda è quanto mai di attualità, anche se la questione, almeno in Italia, è a dir poco annosa. Non a caso Pannella gridava, in tempi non sospetti o quasi, ai "ladri di verità". Oggi, tra fake news, post e alternative verità, la corsa è piuttosto a chi la spara più "verosimile", con la complicità di un sistema informativo come sempre omologato nella descrizione e nell'interpretazione dei fenomeni, seppur con variazioni sul tema, grazie al dilagare delle nuove tecnologiche. Geppi Rippa, con Antonio Marulo, ritorna così, in Maledetta Politica, a fare il punto su ciò che Quaderni Radicali definiva il "nocciolo duro del regime".
L’Italia ha bisogno oggi più che mai, e prima che sia troppo tardi, di una riforma della giustizia. Senza di essa il rischio è di una gigantesca paralisi dell’attività amministrativa, del continuo e visibile peggioramento della qualità del ceto politico nel senso più largo, e, ancor prima, della degenerazione della sensibilità comune della società sul tema, tutte cose che si mescolano, si influenzano a vicenda, e ne vien fuori un effetto che, lo dico con qualche pena, abbassa il livello della civiltà giuridica italiana e compromette le possibilità stesse di una buona convivenza delle istituzioni. di Biagio de Giovanni (da Il Mattino)