Il figlio di 4 mesi e mezzo nella sua pancia nascerà morto. E allo stesso destino sembra essere condannata anche lei, Beatriz, 22 anni, già madre di un bimbo. La giovane donna, cittadina di El Salvador, soffre di Les (Lupus eritematoso sistemico), grave alterazione del sistema immunitario, e di insufficienza renale: la sua vita è a serio rischio, soprattutto a causa di questa gravidanza che, viste le leggi vigenti nel Paese centro-americano, non può interrompere senza andare incontro ad 8 anni di galera.
“I nostri metodi sono più radicali e sbrigativi delle manifestazioni. Avete voluto la guerra e l'avrete”. E ancora: “Il matrimonio per tutti equivale a sopprimere il matrimonio. Passato questo ultimatum, la vostra famiglia politica soffrirà fisicamente”. E' l'altra faccia della Francia, quella che contratta dalla rabbia e dallo sdegno guarda al sorriso di milioni di cittadini, scesi in piazza per festeggiare il sì definitivo alle nozze gay pronunciato dall'Assemblea Nazionale (con 331 voti a favore e 225 contrari) dopo l'approvazione del testo di legge, lo scorso 12 aprile, anche da parte del Senato.
Rivedere le norme che regolano l’interruzione di gravidanza. È un pallino della destra spagnola che da quando è tornata al potere ha più volte annunciato un intervento legislativo. Ora, però, pare che i tempi siano diventati maturi e, sotto la pressione delle alte sfere ecclesiastiche, sembra davvero che il governo voglia produrre quella che viene da più parti definita una controriforma in tema d’aborto.
Il Paese della mezzaluna vive la contraddizione sociale di una reazionaria concezione della donna che viene vista come elemento familiare che deve rispettare la figura dell’uomo in modo accondiscendente e subordinato e, allo stesso tempo, la crescita di importanza delle donne nei ruoli istituzionali e di prestigio intellettuale. di Francesca Pisano
'Ciò che non è permesso, è vietato': accade in Bielorussia e a documentare una delle più asfissianti forme di repressione della società civile è l'ultimo rapporto di Amnesty International. Manifestazioni, organizzazioni, associazioni, riunioni, proteste sono parole oramai estromesse dal vocabolario ufficiale di un Paese in cui qualsiasi forma di opposizione, di critica viene sistematicamente soppressa grazie ad una legislazione ferocemente restrittiva, che i pubblici ufficiali applicano in modo da diminuire ulteriormente gli spazi per la libertà di espressione collettiva o singola.
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