Piccolo ma, come ogni demone che si rispetti, malvagiamente insidioso, Titivillus è ritenuto da molte tradizioni europee (soprattutto cattoliche, ma anche evangeliche), il responsabile di refusi e omissioni. Diffuso in tutte le espressioni artistiche, sia letterarie che visive, il suo nome compare lungo i secoli, dal Medioevo in poi, in oltre venti versioni: da Tutivillus (la più frequente insieme a Titivillus) a Thittwill e Tibini, passando per Titivitilarius e Titulinus. di Elena Lattes
Ce l'hanno messa tutta, loro. C'hanno provato, dicono. Ma non c'è stato nulla da fare, lamentano. Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono quindi trovati concordi sullo sbocco finale: campagna elettorale.
Quando nel 2013, l’allora segretario del PD Bersani, dopo aver conseguito la “non vittoria” alle elezioni, iniziò le consultazioni per formare il governo, gran parte della stampa realizzò un pressing sul Movimento 5 stelle affinché accettassero di sostenerlo rinunciando allo “splendido isolamento”. Finì con Bersani umiliato durante l’incontro in streaming con i neo-parlamentari Roberta Lombardi e Vito Crimi. di Luigi O. Rintallo
Le rotative erano già pronte per stampare migliaia di manifesti littori dove floride ragazze strizzavano stracci o asciugavano piatti e con sguardo ammiccante lasciavano intendere che il momento era giunto. di Paolo Izzo
Rari sono i personaggi che incarnano l’arte come fa Macchia, in una scena mondiale che si fa sempre più noiosa perché senza quella carica vitale che ha caratterizzato tanti grandi artisti, carica che invece abbiamo visto in atto in questi giorni sulle otto gradi tele che primeggiano nella galleria di Pio Monti. Si rivelano nella composizione artistica di Macchia valori che si esprimono a gran forza, come se urlassero quelle capacità attoriali poste a funzione di rappresentarla, nei colori e nelle forme o in pubblico, come nelle performance che interpretava per Vittor Pisani o in teatro o al cinema. di Giovanni Lauricella
L’hanno definita la “Srebrenica del Caucaso”. È Khojaly, una città situata nella regione del Nagorno Karabakh, dove il 25 febbraio del 1992 avvenne un massacro delle popolazioni civili di etnia azerbaigiana ad opera delle forze armene, divenuto simbolo tragico di una delle questioni più controverse e tuttora irrisolte scaturite dalla dissoluzione dell’impero sovietico: lo scontro fra Armenia e Azerbaigian sulla sovranità dell'enclave del territorio azerbaigiano abitata in maggioranza da armeni. di Antonio Marulo
La storia di Tommaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni condannati in India, in primo grado, all’ergastolo perché ritenuti pregiudizialmente colpevoli dell’omicidio di Francesco De Montis, con cui condividevano la stanza, è una storia vera e drammatica. di Giorgio Prinzi
Lacci, di Daniele Lucchetti, film d'apertura della 77ªMostra d'arte cinematografica di Venezia, è tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone, autore della sceneggiatura insieme al regista e Francesco Piccolo. Il film è ambientato a Napoli nei primi anni ’80 ed inizia con una’allegra festa di carnevale, seguita poi dall’immagine della famiglia in oggetto che guarda in tv un documentario sui leoni e il rapporto d’amore che lega i piccoli appena nati ai genitori. di Giovanna D’Arbitrio
“Mala Tempora! “, un’esclamazione oggi spesso ricorrente quando si parla in particolare di libertà e oscuramente ci si sente minacciati dall’incremento di violenze, terrorismo, intolleranza e razzismo e da consequenziali misure che limitano la nostra libertà. Ci immergiamo allora nel passato, cercando i libri che ci hanno offerto cultura ed esempi positivi quando, giovani universitari, ci preparavamo ad affrontare la vita. di Giovanna D’Arbitrio
C'era d'aspettarselo. Dopo 60 giorni di nulla, perse le speranze di sedere da protagonisti a Palazzo Chigi, nello spazio di poche ore, il M5S si riposiziona in modalità vaffa.
Non crediamo valga la pena di dedicarsi all’esercizio delle congetture su quale sarà la composizione del nuovo governo, se non per rilevare che le urne questa volta non sono state menzognere, ma hanno confermato – e anzi rafforzato - i pronostici della vigilia, nel senso che il 5 marzo ci saremmo trovati con un Parlamento nel quale non sarebbe stata presente nessuna maggioranza omogenea. di Silvio Pergameno