Giulio Di Donato, già vice-segretario del Partito socialista, in questa conversazione con il direttore della rivista «Quaderni Radicali» e di «Agenzia Radicale» Giuseppe Rippa sviluppa una riflessione sull’assenza nello schieramento progressista, oggi riconoscibile nel PD, di una vera cultura politica della trasformazione. Di Donato individua la ragione di ciò nella frattura intervenuta dopo Mani pulite, quando i post-comunisti preferirono rincorrere i conati dell’anti-politica e proporsi come referenti dei consolidati assetti di potere, anziché aderire a una prospettiva riformatrice. Una scelta che ha portato oggi alla vittoria del conservatorismo moderno espresso dal governo di Destra-centro di Giorgia Meloni, senza che la sinistra riesca a esprimere un’alternativa credibile agli occhi dell’elettorato. Anche perché essa continua ad essere zavorrata sulla questione della giustizia dal pan-penalismo demagogico, mentre rimane distante dai problemi reali e dalle cose concrete per inseguire vacui ideologismi sia nel campo dei diritti civili, declinati secondo i dettami del “politicamente corretto”, sia in quello della transizione ecologica. Sino a quando non si farà chiarezza sulle strategie di fondo, adottando un metodo autenticamente riformatore e laicamente aperto alla ricerca di soluzioni vere e pragmatiche, ben difficilmente si potrà davvero tornare ad essere “sinistra di governo”…
- Sinistra senza cultura delle trasformazioni. Audiovideo della conversazione Giulio Di Donato / Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)
La stagione prevista dal calendario del teatro Manzoni si conclude così, con la commedia “Un matrimonio all’italiana”, scritta da Roberto D’Alessandro e diretta da Silvio Giordani. La tenda rossa si apre e mostra al pubblico la scena: un salotto con mobili antichi e un po’ sgangherati che richiamano alla memoria la “casa della nonna”, creando un’atmosfera ben precisa, pregna d’italianità. di Giulia Anzani
Piazza di Spagna. Tra le piazze di Roma, una delle più conosciute e visitate. La scalinata di Trinità dei Monti troneggia imponente col suo candido splendore; la Barcaccia si pone centrale rispetto al panorama, messa lì per gli assetati. Ma in questi giorni di fine maggio, dal 25 fino al 29 per l’esattezza, c’è qualcosa di nuovo nello storico punto di ritrovo: diversi stand sono posizionati sulla sinistra della scalinata, e rappresentano un punto di colore notevole che non può che saltare all’occhio… di Giulia Anzani
Succede di rado che in una stessa giornata si concentrino tanti fatti che, tutti insieme, convergono a confermare una convinzione. La convinzione è che in Italia da tempo sia stata demolita perfino una pallida parvenza dello Stato di diritto, intesa come aderenza e rispetto a dei riferimenti comuni in termini di giurisdizione. Lacerazioni e strappi ripetuti hanno finito per ridurlo alla stregua dei pantaloni sbrindellati che vediamo indossare ai ragazzi che credono d’essere così “alternativi”. di Luigi O. Rintallo
Susanna è stata uccisa da una meningite fulminante di ritorno dalla Giornata per la Gioventù di Cracovia. Unica su un milione di giovani e suo padre, Enrico aveva trovato il coraggio e l’ispirazione per dedicare a sua figlia un magnifico libro, “L’alleluja di Susanna”, pubblicato dalle edizioni San Paolo nel 2018. Ai complimenti di facciata, però, la Chiesa (soprattutto la parrocchia che era stata della giovane) non ha mai fatto seguiti atti concreti di vicinanza. Qualche giorno fa il cardinale De Donatis però ha cambiato le cose… di Paolo Ghezzi (da ildolomiti.it)
A Napoli, al Graziani Bistrot in Piazza Dante, il 24 settembre, alle ore 17,30, ha avuto luogo la presentazione del nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo, Napoli dove vai? (Edizioni Quaderni Radicali). Hanno partecipato all’incontro Alfonso Ruffo (direttore editoriale di Economy) coordinatore del dibattito, Paolo Macry (docente di Storia Contemporanea all'Università Federico II di Napoli), Guido Trombetti (già rettore dell'Università Federico II), Giuseppe Rippa (autore del libro). di Giovanna D’Arbitrio
La “App IMMUNI”, cioè il metodo informatico di monitoraggio della epidemia, perché è stato enunciato senza una analisi critica preventiva? Ed ora cosa accadrà? Non si è capito concretamente come si voleva far funzionare questa APP, ne la sua la fattibilità reale! A mio parere, la logica del PROCESSO ignorava e sottovalutava alcuni aspetti … di Carlo Strassil
Il dibattito sugli strumenti più appropriati per combattere la crisi economica europea procurata dalla pandemia si intensifica anche in Germania, il paese capofila del fronte rigorista composto sommariamente dagli Stati del nord (ma da questo schieramento si sarebbero sfilate già le piccole repubbliche baltiche). Rispetto alla precedente crisi dell’euro, il panorama delle posizioni tedesche appare più frastagliato e non mancano le critiche alla linea del governo. Insomma, il confronto è aperto ed è un buon segno, perché sul fronte di chi chiede un’inversione di rotta ad Angela Merkel vi sono anche economisti e politici di peso e organi di stampa che fanno opinione… di Pierluigi Mennitti * (da Start Magazine)
Il 16 marzo 1978 Moro e i cinque agenti della scorta sono sterminati a via Fani dalle Brigate Rosse. La morte di Moro, prigioniero, è dilazionata di 55 giorni. Sarà ucciso all’alba del 9 maggio. I versi del testo La bicicletta di Moro sono una delle venti stazioni del mio Il corpo di Moro, pubblicato nel 2001 da 10/17 (la seconda edizione è del 2018 con le edizioni Oédipus). Il corpo di Moro, primo premio DeltaPoesia 2002, è stato rappresentato al Teatro Verdi di Salerno e al Teatro Il Vascello di Roma per la regia di Nuccio Siano dal gruppo teatrale Porta Nova e Beat 72. (… SEGUE >)
Tutto si può dire di Emma Bonino, compreso qualche parolina di biasimo per la scelta elettoralistica del 4 marzo, tranne che non abbia il coraggio di andare controcorrente. Dal nome +Europa, quasi una bestemmia di questi tempi, alle politiche sull'immigrazione e l'accoglienza, la linea di questa campagna elettorale ha seguito infatti sentieri impervi, noncurante della vulgata demagogica e populista prevalente.
Se la riforma dell’ordinamento penitenziario è arrivata in questa legislatura, lo si deve anche allo sforzo inesauribile del Partito Radicale e di Rita Bernadini che con continui solleciti al governo e con costanti digiuni di dialogo – anche pericolosi per la salute della dirigente radicale –, insieme con altri esponenti radicali come Deborah Cianfanelli, sono riusciti ad incassare questo risultato. Un’azione riconosciuta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che dai microfoni di Radio Radicale ha detto: «Mi sono sentito messo in mora da loro, ma senza questo stimolo non saremmo arrivati dove siamo arrivati. La battaglia pubblica e politica l’hanno fatta i Radicali!». di Valentina Stella (da Il Dubbio)