17/07/25 ore

Salvare i diritti dalle menzogne ideologiche. Conversazione con Geppi Rippa di Luigi O. Rintallo



Le aspre reprimende contro l’astensionismo, espresse dopo il recente referendum da alcuni commentatori che lo catalogano soltanto come manifestazione di qualunquismo, indifferenza e mancanza di senso civico pone una domanda: ma è davvero così? O piuttosto vi è una notevole percentuale, di quel 50% circa che non vota, che testimonia invece quanto si giudichi ormai inaccettabile un dibattito politico all’insegna del settarismo e dell’intolleranza?

 

La conversazione del direttore Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo prende avvio proprio da questo. Dopo la fine dell’ordine di Jalta e dell’impero sovietico, tutti si sono definiti liberali e democratici. Se storicamente sembrano aver prevalso le ragioni della democrazia liberale, sono rimasti,  come habitus mentale i frutti velenosi del totalitarismo (da sinistra e da destra).

 

Frutti avvelenati delle ideologie totalitarie che continuano a contaminare il confronto, per di più contraddistinto da insanabili confusioni e pregiudizi. Quelle ideologie che mascherano la realtà con il proposito di presumere di volerla superare e crearne una nuova e “migliore”. Le stesse battaglie per i diritti civili hanno finito per essere contaminate dall’infezione delle menzogne ideologiche e delle strumentalizzazioni praticate con l’intento di prescindere dalla realtà, per imporre la logica di potere propria di un sistema autoritario. 

 

In nome di un progressismo di maniera, si è determinato un non chiaro “bene comune”, camuffato sotto il mantello un modello di presunto progresso, la rappresentazione di un nemico che impedisce la marcia verso il bene!

 

La persistenza dell’equivoco per cui l’autoproclamato schieramento progressista, in sintonia con i rappresentanti di una cultura regressiva, agiscono in concreto in linea con i fini restaurativi di oligarchie distanti dagli interessi collettivi, ha contribuito in misura notevole a sfibrare il tessuto di una società che non è posta in condizione di dirsi e sentirsi davvero libera e responsabile del suo futuro.  

 

Il tradimento dei chierici, che già Pasolini aveva colto nell’atteggiamento degli intellettuali che hanno deformato e manipolato le istanze di emancipazione emerse alla fine degli anni ’60, ha prodotto gli odierni stati confusionali diffusi che attraversano oggi molte manifestazioni espressione di un antagonismo assai utile al potere proprio perché frustrato e sterile. 

 

Compito di una politica improntata ai criteri laici, empirici, del pragmatismo riformatore è proprio quello di dipanare e denunciare questi processi. Va fatto con pazienza e inflessibile determinazione, allo scopo di ripristinare le condizioni per far crescere una democrazia oggi sempre più fragile e disorientata…

 


- Salvare i diritti  dalle menzogne ideologiche. Conversazione con Geppi Rippa di Luigi O. Rintallo (Agenzia Radicale Video)

 

 


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