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04/12/24 ore

No al falso cambiamento: lo specchio deformante del web


  • Roberto Granese

A Casaleggio figlio, il quale ritiene che una persona per esistere deve poter bere, respirare, informarsi, spostarsi e collegarsi alla Rete, Francesco Merlo su «la Repubblica» del 9 agosto scorso scrive che “… senza sottovalutare il Web, c’è qualcosa di ossessivo e di estremista nell’anteporre il collegamento alla Rete a molti diritti proclamati dalla Dichiarazione universale: dall'uguaglianza alla libertà personale, dalla proprietà privata alla presunzione di innocenza. E prima della Rete ci sarebbero anche tanti diritti del cittadino elencati nella nostra Costituzione, dal diritto al voto alla libertà religiosa al diritto alla Salute…”. Il tema è di stretta attualità. «Agenzia Radicale» e «Quaderni Radicali» dedicano molta attenzione alla nevralgica questione per il carattere fanatico che l’approccio della Casaleggio associati contiene.

 

Di seguito vi è la trascrizione del breve intervento che Roberto Granese, webmaster militante a titolo gratuito dei nostri siti, ha fatto sull’argomento alla presentazione del libro l’altro Radicale. Essere liberali senza aggettivi di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo (Guida Editori). Libro che nell’ultima parte ripropone una lettura del Web, della sua utilità e dei possibili rischi che potrebbe sottendere. L’intervento è una rilettura critica dell’argomento.


Il mio è un piccolo approfondimento a riguardo di ciò che si accennava nell’ultimo capitolo del libro-intervista di Giuseppe Rippa, a proposito della relazione reciproca tra la società e la sua rappresentazione virtuale; come si declina questa correlazione, quanto è effettivamente solida e come genera, in questo ambito, determinate distorsioni ed estremizzazioni. Che succede fondamentalmente quando parliamo di social media come mezzo di comunicazione?

 

L’argomento è stato affrontato spesso in molti ambiti di discussione e quello che è il meccanismo di analisi ed utilizzo dei big data per lo più ovviamente a scopi predittivi sia da un punto di vista commerciale e finanziario (analisi in tempo reale dei trend o dell’accoglienza di determinate campagne di marketing ad ogni livello, analisi dell’accoglienza di determinate politiche, classificazione e targetizzazione della popolazione on line, previsione dei comportamenti di spesa e di investimento, ecc. ) ha una ricaduta anche da un punto di vista di orientamento del comportamento delle persone sul web perché ovviamente gli algoritmi di selezione a base marketing travalicano il loro scopo e polarizzano le opinioni.

 

Cosa avviene in sostanza? Avviene che i contenuti vengono selezionati automaticamente in base alle preferenze degli individui ed alle loro conoscenze ed esternazioni e questo crea, necessariamente, che all'interno della tua rete non riuscirai mai a vedere qualcosa che non sia “coerente con la tua profilazione” e, quindi, in un qualche modo a te suggerito dall'algoritmo perché tu sei tu… quindi ti aiuta ad essere, se vogliamo, una versione estremizzata di te con tutte le tue determinate posizioni estremizzate; da qui all’utilizzo per polarizzare, in modo guidato, le opinioni, dal Russiagate, a Cambridge Analitica, passando per innumerevoli altri casi il passo è breve.

 

Il quadro della società dipinta sul Web che ne viene fuori è ovviamente un quadro iper-reale a tinte anormalmente accese: se noi volgiamo, in questo quadro, il nostro sguardo al punto di vista del singolo individuo sul web vediamo che il suo colore (orientamento) diventa sempre più acceso (estremizzato) perché è auto-polarizzato come spiegato. Contemporaneamente se invece allarghiamo lo sguardo con un approccio analitico-sistemico all'intero gruppo, ci accorgiamo dell’accostamento di tinte a più forte contrasto: ovvero la società risulta molto più frammentata, estremizzata e molto più diciamo in conflitto di quanto effettivamente poi non sia realmente.

 

Aggiungiamo poi che questa rappresentazione viene filtrata e riproposta tramite il meccanismo mediatico e questo comporta un effetto di amplificazione per cui un’ulteriore parte della popolazione, che sul web magari non ha partecipazione attiva e/o consapevole, ne diventa in un certo senso vittima e amplifica ulteriormente questa polarizzazione fino a portarla poi nella società reale… un po’ come una profezia che si auto adempie.

 

Un’altra problematica implicazione di questo meccanismo è la banalizzazione/criminalizzazione delle élite/expertise ovvero che le opinioni in generale degli esperti sono frustrate in modo totale o completamente ignorate per due ordini di motivi...

 

Prosegui la lettura su quaderniradicalionline.it

 

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- Il coraggio di una politica liberale di Luigi Oreste Rintallo

- Preparare un domani di Silvio Pergameno

- La tragicomica fiera delle contraddizioni di Antonio Marulo

 

All'Africa non serve la cultura pop dell'aiuto ma democrazia di Anna Mahjar-Barducci

- Audiovideo presentazione Roma Camera dei Deputati

  (Quaderni Radicali TV)

- Presentazione a Roma di Quaderni Radicali 115

- Quaderni Radicali 115 speciale febbraio 2019

   (quaderniradicalionline.it)

 

 


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