In un'estate turbolenta e tragica vederli all'opera è stato fin qui uno spettacolo, diciamo. Uno spettacolo – beninteso – imbarazzante, preoccupante, deprimente. Ne hanno messe in fila una dietro l'altra, tra approssimazione, ignoranza della materia, presunzione, confusione di idee e di opinioni, condite dalla solita demagogia mista a qualunquismo sempre utili anche nel momento meno opportuno a raccattare consensi.
È notizia recente che la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata da Raffaele Sollecito ha ricevuto parere negativo da parte della Corte d'Appello di Firenze, che nelle motivazioni cita elementi presenti nella prima fase dell'istruttoria e sembra mettere in discussione i presupposti della stessa sentenza di assoluzione relativa al “delitto di Perugia”. Non è mancato il consueto accanimento mediatico nei confronti di Sollecito, il quale pone un problema di reciprocità: vengono prima i media o la giustizia? di Gianni Carbotti e Camillo Maffia
L’attribuzione dei quadri al Maestro di Hartford fu occasione di una lunga disquisizione tra gli storici dovuta al terremoto culturale creato da Federico Zeri, che nel 1976 sosteneva che tale fosse lo pseudonimo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, usato quando da ragazzo era nella bottega del Cavalier d’Arpino, impresario d’arte, mercante, forse collezionista, oltre che l’artista più richiesto in quei tempi. di Giovanni Lauricella
“Una catastrofe di massa che avviene sotto gli occhi dei leader internazionali. (...) Abbiamo un senso di impotenza di fronte alla violenza estrema che colpisce civili, pazienti e operatori umanitari”. Così Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere, ha parlato della situazione drammatica in Repubblica Centrafricana (CAR), prendendo parte nei giorni scorsi all’audizione presso la Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato. di Francesca Pisano
Di questi tempi ormai nessuno può permettersi di dormire sonni tranquilli, specie se si fa parte di una feroce dittatura araba o, peggio ancora, del fondamentalismo islamico. Lo hanno ben sperimentato, soprattutto recentemente, i vari Assad, Mubarak, Morsi e in passato tanti altri. di Elena Lattes
Disponibile su Disney+ e nelle sale ora di nuovo aperte dopo il lockdown, Nomadland, film scritto, diretto e montato da Chloé Zhao, vincitore del Leone d'oro a Venezia, ha anche ottenuto 3 Premi Oscar come miglior film e per miglior regia e migliore attrice protagonista. di Giovanna D’Arbitrio
Nell’aprile dello scorso anno, l’ingegnere e architetto Davide Romanin Jacur, guida del museo ebraico di Padova, presidente - per quasi trent’anni - della Comunità locale, nonché dal 2017 consigliere e dal 2018 assessore al bilancio UCEI, tenne una serie di tre dibattiti “vivaci, ma al tempo stesso meditati” presso l’Accademia Galileiana il cui contenuto è stato recentemente pubblicato dalla casa editrice “Il Prato” con il titolo: “Tre conferenze sulla storia del popolo ebraico”… di Elena Lattes
Al ministero della propaganda stappano bottiglie di spumante – si immagina rigorosamente italiano - per l'opportunità offerta ogni tanto a Salvini e a Di Maio di maramaldeggiare sulla classe dirigente dell'Unione Europea, per di più invisa anche a chi teme la deriva anti-europeista in corso. di Antonio Marulo
Approvato il “decreto dignità”, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha finalmente la sua bandierina da sventolare in questo scorcio d'estate che rimane. La modalità è sempre la stessa: da propaganda permanente, come piace ai due vice-premier.
Eluana Englaro, Piergiorgio Welby e ora Fabiano Antoniani, più noto come Dj Fabo: tre protagonisti e simboli di una battaglia di civiltà e di dignità che dura da troppo tempo e che vede impegnati principalmente i radicali e l’Associazione Luca Coscioni, affinché l’Italia si doti finalmente di una legge che disciplini il cosiddetto fine vita, consentendo a ciascuno di essere “libero fino alla fine”.
Nelle serata della vittoria di Trump uno trai più grandi artisti che abbiamo, se non il più grande, Gianfranco Baruchello, come se fosse Franceschini, ha convocato gli artisti romani per festeggiare la vittoria del candidato americano in un nuovo spazio espositivo, da lui creato dopo l’altra sua grande sede, il ranch a Cornelia dove ha la fondazione: tutto questo per affermare sempre di più la centralità dei propri indirizzi culturali! di Giovanni Lauricella