Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

02/12/24 ore

Un socialista per ogni schieramento…


  • Ermes Antonucci

Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e Riccardo Nencini hanno presentato ieri la loro “Carta d’intenti”, con i 10 punti programmatici dell’alleanza per il governo. Ad alimentare le polemiche è stato il mancato riferimento al governo Monti – o perlomeno alla sua “agenda” – nel manifesto, unito all’apertura sui matrimoni gay e al nuovo attacco di Vendola contro i nemici mortali incarnati dal “populismo e dal liberismo” (anche se la più evidente espressione di populismo sembra proprio essere questa offensiva indiscriminata contro il demone del liberismo, in toto).

 

Comunque ciò che ha attirato l’attenzione di tutti, dagli opinionisti ai semplici osservatori, è stata la presenza, nel trio che si candida a governare il Paese, del segretario del Partito Socialista Italiano. Una formazione che nelle ultime politiche è riuscita a raccogliere a malapena l’1% e che oggi si propone, oltre che come perno dell’alleanza di centrosinistra, come rappresentante delle istanze socialiste, laiche e liberali presenti nel Paese.

 

Vale la pena, a questo punto, avanzare una breve ricostruzione delle principali dinamiche dell’universo socialista, tenendo ad ogni modo un occhio al presente. Già, perché se si guarda alla cosiddetta “diaspora socialista”, quella avvenuta dopo la crisi di Tangentopoli e lo scioglimento del PSI nel ’94, c’è da perdere la testa: in pochi anni abbiamo visto nascere Socialisti Italiani, Partito Socialista Riformista, Federazione Laburista, Socialisti Democratici Italiani, Nuovo Partito Socialista Italiano, Socialisti Uniti, Socialisti Riformisti, Socialisti italiani, Alleanza Riformista, Partito Socialista Italiano e chi più ne ha più ne metta. Più utile, dunque, concentrarsi sulla situazione attuale.

 

Nell’area di centrodestra è presente una folta compagine di ex socialisti nella quale spiccano nomi celebri: Franco Frattini, già commissario europeo e  ministro degli esteri del governo Berlusconi, Fabrizio Cicchitto (con la vasta corrente Riformismo&Libertà), Paolo Bonaiuti (portavoce storico di Berlusconi), Renato Brunetta con la sua Free Foundation (inizialmente con Franco Frattini), Stefania Craxi e Maurizio Sacconi alla guida di Giovane Italia, Stefano Caldoro (Nuovo Partito Socialista), Francesco Colucci (Noi Riformatori Azzurri), e infine Giulio Tremonti, con quella che sembra essere la corrente ex socialista ora più attiva, lanciatissimo con la sua Lista 3L (Lista Lavoro e Libertà) e intenzionato a rilanciare Il Riformista con Rino Formica, e poi Claudio Signorile.la cui collocazione ancora non è chiara.

 

Passando al centrosinistra, il Partito Democratico, nato dalla fusione dei Ds con la Margherita, non ha mancato di arruolare vari filoni socialisti italiani. Nel tempo Giorgio Benvenuto, Valdo Spini, Giuliano Amato, e prima ancora nei vari passaggi Pds, Ds, Giorgio Ruffolo, Ugo Intini, Federico Coen tanto per citare dei nomi..., tra cui per un breve periodo anche Bobo Craxi.

E anche Sinistra Ecologia Libertà ha i suoi socialisti.


Insomma un universo, quello socialista, disperso, multiforme e variegato. E se quelli di Nencini sono un segmento di quello che fu un glorioso partito (segmento peraltro da anni molto strettamente legato al mondo Pds-Ds-Pd della Regione Toscana, di cui il segretario del Psi è assessore regionale), non si può non constatare che l’operazione si presenta con caratteri politico-culturali già più volte ripetuti.

 

Chi non ricorda la tradizione della sinistra indipendente del Pci, o più di recente, l’invenzione di un polo laico-repubblicano affidato alla figura della senatrice Luciana Sbarbati per rappresentare fantomatiche articolazioni del Partito democratico che non siano solo, come in effetti sono,  gli eredi del Pci e della sinistra democristiana. Tutti ovviamente rigorosamente sotto la “supervisione” di quella parte del Pd erede postumo di “Botteghe Oscure”…


Aggiungi commento