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26/04/24 ore

Volontariato, la spedizione stupidamente punitiva di Di Maio e Salvini


  • Antonio Marulo

L'ultimo pasticcio in ordine di tempo del governo penta-leghista riguarda il no profit. La manovra economica approvata a scatola chiusa dal Senato contiene infatti il raddoppio dell'imposta Ires per le aziende comunemente definite di volontariato. A ben riflettere si tratta di un provvedimento che descrive perfettamente i connotati delle forze che sono al governo, nella forma e nella sostanza, così come si è potuto "apprezzare" in questi primi mesi di presunto cambiamento.

 

Della logica che muove certe decisioni ci dà ulteriore conferma – immaginiamo casualmente – lo stesso Luigi Di Maio. Nel fare ammenda con Salvini, il vicepremier stellato ha annunciato oggi la retromarcia “nel primo provvedimento utile”, spiegando le intenzioni poco furbe. “Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato – ha detto - ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli”.

 

Quindi, “punire”. Il verbo è corretto e quanto mai pertinente, non a caso: perché punire è ciò che più interessa all'Italia del rancore, dell'invidia e del risentimento che ha mandato grillini e leghisti al potere. Lo abbiamo visto con i vitalizi, lo vedremo con il grossolano concetto di pensioni d'oro e così via vendicando tra una presunta casta e l'altra, compreso il mare magnum indistinto che sta sotto la definizione di Terzo settore.

 

Giovanni Moro ne scrisse qualche anno fa provocatoriamente Contro. In realtà erano pagine a favore che offrivano spunti interessanti per “individuare dove e come intervenire per correggere la rotta” di una nave che imbarcava troppi intrusi allettati dell'enorme giro d'affari.

 

Con la riforma approvata la scorsa legislatura l'annosa questione è rimasta perlopiù in piedi. Non avendo idea sul che fare, “i buoni a nulla ma capaci di tutto”, direbbe Pannella, hanno scelto questa volta una scorciatoia per fare anche cassa, che ha messo in subbuglio l'intero mondo del volontariato. La strada si è rivelata invece un vicolo cieco. Dal punto di vista elettorale, ovviamente: l'unico da cui guardano dal balcone di Palazzo Chigi.

 

 


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