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12/10/24 ore

Grillo, i vantaggi "insospettabili" di una legge proporzionale


  • Ermes Antonucci

Quante cose si scoprono seguendo il blog di Beppe Grillo. L’ultima è che “quando c’era il sistema proporzionale, quest’ultimo ha retto questo paese per mezzo secolo”. Parole di Aldo Giannuli, professore di Storia contemporanea all’Università statale di Milano, in un video lanciato dal blog del leader del Movimento 5 Stelle.

 

Secondo il professore, il succedersi di 47 (quarantasette!) governi dal 1948 al 1994 si chiama “reggere il Paese”. Per Giannuli infatti “il sistema proporzionale era un sistema neutro che non favoriva nessuno e garantiva tutti, quindi in qualche modo era un sistema che esprimeva una certa filosofia politica, cioè che il Parlamento dovesse rispecchiare il paese nel modo più fedele possibile”.

 

Ciò che Giannuli evita di ricordare, però, è che la rappresentazione proporzionale in Parlamento del consenso dei partiti rendeva complicatissima la formazione di governi stabili e duraturi. Il cambio di almeno tre governi in ogni legislatura (una media di un governo ogni anno), è lì a dimostrarlo. A parlare è la storia.

 

In generale, comunque, la decisione di ospitare l’intervento del professore ha rappresentato un clamoroso autogol per Grillo. Ma andiamo con ordine. Secondo la visione complottista di Grillo, i partiti maggiori starebbero cercando di cambiare il Porcellum per evitare che il Movimento 5 Stelle, essendo primo partito (ma quando mai?), possa conquistare il premio di maggioranza, cioè 340 seggi alla Camera.

 

Ora, a parte l'evidente contraddizione delle posizioni di Grillo rispetto al Porcellum, Giannuli con i suoi calcoli finisce inconsapevolmente con l’opporsi al dogma grillino in tre direzioni. Primo, attribuisce al Movimento un più credibile 12% di consenso. Secondo, ed è conseguenza del primo punto, dimostra che la modificazione del Porcellum, con il passaggio ad una legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza del 10%, è favorevole al Movimento e più in generale a tutti partiti minori*. Terzo, sottolinea che tutti i partiti, ovviamente ad eccezione della coalizione di maggioranza Pd-Sel, sarebbero interessati a cambiare la legge elettorale in quel modo, andando indirettamente a favorire anche il Movimento, smentendo così la favola del “tutti vogliono fermare il Movimento” (o, detto in maniera più colorita ma autentica, “nessun partito e nessuna istituzione vogliono tra i coglioni il Movimento”). Tutto questo però non ditelo a Grillo.

 


 

*Non occorreva un professore per capire che tra una legge elettorale che attribuisce un premio di maggioranza del 10% alla coalizione più votata, e una (Porcellum) che invece attribuisce direttamente 340 seggi, con la conseguenza di poter attribuire un premio maggiore del 10%, il passaggio dal secondo metodo al primo sia svantaggioso per la coalizione di maggioranza, mentre vantaggioso per le coalizioni minori.


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