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12/12/24 ore

Le avanguardie "culturali" del ribellismo all'Italiana


  • Roberto Granese

Una consistente parte di questo Paese ancora una volta consegna ottusamente le sue speranze di cambiamento a quella prospettiva di finta alternativa che il regime nutre nella approssimativa rappresentazione del gioco democratico e molto abbiamo ragionato sulla effettiva antropologia di questi soggetti e sul perché, con una cadenza storica quasi regolare, il "ribelle molliccio", come lo definisce il direttore di questa agenzia, torna sulla ribalta, con il suo abito nuovo e la sua storia vecchia a caricarsi farsescamente il peso della immoralità per rigettarlo veementemente addosso al potere con un gesto liberatorio e conclusivo…tristemente fine a se stesso.

 

La Storia recente ci riporta tante di queste storie, i loro antefatti, il loro sviluppo e la squallida puntuale conclusione di una riconferma relegittimata di un nuovo quadro di regime così Huxleyanamente simile al precedente se non coincidente o senza soluzione di continuità.

 

Una dinamica sempre presente in queste elaborazioni è quell'avanguardismo illuminato in cui "il ricco che ama il povero" di gaberiana memoria, nei salotti del potere elabora o supporta la "nuova dottrina" del finto "Masaniello" di turno sempre escludendo se stesso, e la sua storia personale di prostituzione mentale al regime e di sostanziale parassitismo dal conto e sostenendo la forza morale e moralizzatrice del "nuovo che avanza".  

 

Mentre il governo resiste agli attacchi di un Renzi dell'ora o mai più che l'endorsement debenedettiano sta spingendo con forza nell'ottica, tanto cara a molte "élite illuminate" di questo paese, del "tanto peggio tanto meglio" e di un Berlusconi che ora può appoggiarsi sui solidi margini che gli consente la sua singolare posizione dell'essere "fuori" e "dentro" contemporaneamente dopo la "scissione"; Grillo prepara l'ennesimo V day (un po' viene un solido e sordiano "te c'hanno mai mannato…") e le avanguardie di quella cultura degli indignati a pancia piena che le asfittiche stanze del potere hanno foraggiato e nutrito per decenni scendono in prima linea, salopette indosso e forcone alla mano, a manifestare il loro santo ribrezzo verso i politici e caste ladri, ottusi e immorali che sprecano impuniti denaro pubblico sulla pelle della gente…

 

"é una Vergogna!!" - "è uno scandalo!!" - "dobbiamo fare qualcosa!!" "mica abbiamo le vacanze in quel periodo?" - così la pantomima prende vita nell'ottica di una seria preoccupazione per il grave stato delle cose e di un doveroso tributo all'ortottero politico più ascoltato d'Italia che, nel suo frinire, concede ampio ricambio ed accesso alla rappresentanza ad una sezione della società civile che ne era tragicamente esclusa (forse bisognerebbe anche chiedersi quali sono, in termini effettivi, i contributi politici dei grillini, di questi solidi e strutturati personaggi dopo nove mesi di legislatura… ma questa è un'altra storia).

 

Nella società del così è se vi appare, nella società dei tutti colpevoli e ricattabili e così sia, nella società del familismo amorale, dell'informazione più dedita al meretricio dell'occidente questo teatrino dei pupi, dello stereotipo così iperbolico da sembrare irreale fa sorridere…solo per un attimo.

 

Mentre la discussione si leva alta nell'ostentazione di una erudizione e e di una critica dolciastra e stomachevole lo sguardo si abbassa ed una amarissima tristezza ti invade…ancora una volta.

 

 


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