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12/12/24 ore

Il caso Cancellieri e lo stato confusionale del Partito democratico


  • Luigi O. Rintallo

Da liberale e democratico quale sono, permettetemi di dire…”: è un passo del discorso pronunciato da Guglielmo Epifani, segretario del Pd, in occasione del voto sulla mozione di sfiducia al ministro di Giustizia, Annamaria Cancellieri. Ecco, se c’è stata un’occasione in cui è risultato evidente come per il PD la questione liberale resti irrisolta, è invece proprio questa.

 

I modi in cui è stata vissuta la vicenda testimonia, infatti, come i democrats dimostrino sempre più che il loro livello di consapevolezza politica sia esposto come non mai a ogni tipo di influenza e che la loro barca abbia il timone del tutto fuori controllo.

 

Alla vigilia del voto, tutti i candidati alla segreteria si sono espressi contro il ministro, salvo poi ricredersi quando Enrico Letta lo ha “blindato” con l’argomento che una sua sfiducia avrebbe pregiudicato la stessa sopravvivenza del governo. Il ripensamento non è stato minimamente spiegato, rivelando come di fatto in questa fase tanto Renzi, quanto gli altri agiscano su impulsi estranei a ragioni compiutamente politiche.

 

Sembra non essere affatto percepito che il governo nato dopo le elezioni è il risultato inevitabile di una sconfitta. Le ragioni della quale risiedono tutte nella mancata conversione liberale, così come accaduto presso le altre sinistre europee: dal Labour blairiano alla Spd tedesca di Schroeder.

 

Anziché contestare l’improprietà costituzionale della sfiducia individuale al singolo ministro, che non a caso è in uso solo da diciotto anni a questa parte, quando a essere sfiduciato fu un altro ministro di Giustizia – Mancuso –, si perde tempo ad avvitarsi in discorsi di opportunità e savoir faire.

 

Il nodo politico resta sempre lo stesso. Il Pd si rivela paradossalmente la punta avanzata della crisi della politica, sottoposto com’è a farsi condizionare da corporazioni agguerrite e potentati finanziari promotori di campagne mediatiche interessate e opportuniste. E questo proprio quando da una sinistra liberale ci si aspetta una prospettiva capace di farci uscire dalla drammatica crisi in chiave appunto democratica e liberale.

 

Questa debolezza rischia di pregiudicare la stessa salvaguardia di un sistema democratico. Con un centro-sinistra allo sbando e un centro-destra incapace perfino di darsi una forma-partito, la politica è condannata a essere elemento sussidiario, puramente accessorio dei poteri reali che possono fare a meno di ogni legittimazione.

 

 - Il Partito democratico e il caso Cancellieri - videoeditoriale di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)

 

 


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