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23/04/24 ore

130 anni l’Opera fa il debutto di ‘Pagliacci’ di Ruggiero Leoncavallo. Celebrazione al Museo Leoncavallo di Montalto Uffugo (CS)



di Giulia Anzani

 

130 anni fa, sabato 21 maggio 1892, al Teatro Dal Verme di Milano, con direzione di Arturo Toscanini, debutta l’Opera lirica tra le più conosciute e rappresentate al mondo. 130 anni dopo, Pagliaccidi Ruggiero Leoncavallo è un’Opera scolpita nel tempo.

 

Non c’è uno dei cinque continenti in cui non venga ancora oggi rappresentata”, mi dice a questo proposito il curatore e fondatore del Museo nel cosentino, Franco Pascale, nonché organizzatore della celebrazione per l’anniversario, che si terranno al Museo Ruggiero Leoncavallodi Montalto Uffugo (CS) sabato 21 maggio 2022 a partire dalle18:30.

 

È proprio con Pascale che intrattengo una piacevole telefonata sull’argomento.

 

  

 

Innanzi tutto mi piacerebbe sapere qualcosa in più sul museo…

 

Il Museo Ruggiero Leoncavallo nasce nel 2010 per una mia idea supportata dall’amministrazione comunale di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. Consta in circa 500 titoli appartenuti o riconducibili direttamente al maestro. Il sui pianoforte, la sua bacchetta, spartiti autografi… ed ogni anno è visitato da musicisti e appassionati in tutta Italia e anche dall’estero. Durante la pandemia abbiamo anche fatto dei tour virtuali.

 


 

Perché si è scelto Montalto come luogo per questa importante istituzione?

 

Ruggiero Leoncavallo nacque a Napoli e si trasferì a Montalto da bambino, in relazione al lavoro del padre che era un giudice… un po’ particolare, a dirla tutta. Basti pensare che in piena epoca borbonica, lui era un nazionalista mazziniano contro i Borbone. Ogni volta che poteva, andava contro i sovrani. Montalto, un posto lontano da tutto, fu la “punizione” dopo un processo in cui Leoncavallo padre ebbe una grossa impronta. Era il 1862 e a questo punto Ruggiero ha circa 5 anni. Il museo a lui intestato è stato istituito in un luogo fondamentale della vita del maestro: nella sala quattrocentesca dove lui, da bambino, assistette a un omicidio.

 


 

Quindi Pagliacci è tratto da una storia vera?

 

Esattamente. È il 1865, quando si reca ad uno spettacolo teatrale di quelli che noi oggi chiameremmo “artisti di strada”, accompagnato dal suo domestico, Gaetano Scavello. Questi all’uscita della rappresentazione, viene ucciso da due balordi del posto. Pare avesse attentato alla superiorità di uno dei due assassini, interessandosi a una ragazza che interessava agli stessi. Da questa storia tragica e sanguinolenta, tra quella che oggi, ancora a distanza di 130 anni, è considerata tra le più belle opere mai scritte, insieme a Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni.

 

Pagliacci parla di tradimento e di sofferenza. Il fatto storico è accaduto nel mese di marzo, l’Opera è ambientata il 15 agosto, la giornata più festosa e bella nel paese. Per l’occasione, è presente una compagnia di artisti di strada. Canio, il capo comico, scopre che sua moglie Nedda lo tradisce con Silvio, un ragazzo del posto. Nonostante Canio voglia andare alla ricerca dell’amante, viene fermato perché non può lasciare la scena. La gente ha pagato e vuole divertirsi. Canio è quindi costretto a infarinarsi la faccia e ad andare in scena. Racconterà della sua attuale situazione nell’aria “Vesti la giubba”. Alla fine dell’opera la finzione si mischia con la realtà, caratteristica peculiare dell’opera, quando Canio uccide Nedda sul palco che, in fin di vita, nomina Silvio che a sua volta verrà ucciso.

 


 

Dicevamo che ci sono state innumerevoli repliche nel mondo, dell’Opera…

 

Assolutamente sì, le versioni dell’Opera sono state moltissime e hanno visto scenari e registi tra i più vari. Da Napoli a San Pietroburgo… dal classico della regista lirica Maria Francesca Siciliani ambientata nel luogo dove era stata ambientata dallo stesso Leoncavallo, all’ambientazione in un manicomio in una rappresentazione del 2009.

 

È stata portata anche a Mosca nel 1959 con Mario Del Monaco: in quest’occasione l’Opera, che solitamente dura circa un’ora e dieci, durò poco più di mezz’ora poiché furono tagliate moltissime scene. A parte questo avvenimento, colpa della censura russa, in 130 anni le cose vengono stravolte, compreso il senso dell’Opera. La volontà che ha trasmesso l’autore è che non venisse mai cambiata, ma ovviamente è successo… 

 

Comunque, l’Opera, con lo stesso Del Monaco, è stata rappresentata al Teatro San Carlo di Napoli per moltissimi anni, fino all’addio alle scene del tenore nel 1974. L’Opera torna su suolo partenopeo nel 2011 per l’unica serata operistica della stagione estiva, con l’idea Daniele Finzi Pasca dei pagliacci molto eleganti: una commistione fra attori e persone “vere” che fa perdere il senso della realtà alla mente più fragile dando il via alla tragedia per come la conosciamo. Questa versione, con regia dello stesso Finzi Pasca e diretto da Donato Renzetti, è quella che verrà proiettata e commentata al Museo Ruggiero Leoncavallo in occasione dell’anniversario.

 


 

E invece per quanto riguarda Ruggiero Leoncavallo cosa c’è da conoscere che non si trova su internet?

 

Ho il suo certificato di nascita e posso assicurare che si chiamasse Ruggiero con la “i”. In moltissimi lo chiamano “Ruggero”, ma è un falso storico. Quella “i” nel nome rappresenta i sapori, i colori e i profumi del Sud. Non è solo una vocale, ma un concetto attorno a cui ruota la meridionalità di Leoncavallo, un concetto non scindibile dalla sua persona.

 


 

 


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