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12/10/24 ore

Ostia, “Roma ha il suo mare, ora lo sa”. I 5 Stelle non proprio...


  • Antonio Marulo

Quando i tempi non sono sospetti, spesso ci sono i radicali, con le loro battaglie e il loro lavoro sporco.

 

Poi magari arrivano altri che ne raccolgono i frutti in termini di consensi, intestandosi il tutto (a proposito di fake news), grazie anche al regime che abilmente si sceglie gli utili antagonisti di turno in un Paese a corto di memoria. Così anche a Ostia, dove il Partito Radicale ha storicamente agito distinguendosi.

 

Come nel 1979, compiendo – racconta Rita Bernardini - un reato di abusivismo, con la costruzione di una passerella per favorire l'accesso al mare ai disabili, quale atto di disobbedienza civile con relativa autodenuncia per sensibilizzare le istituzioni “distratte”... O come nel 1992, con i 100 giorni di Pannella Presidente della circoscrizione, quando si chiese l'autonomia, e non lo status di Comune, e si provò semplicemente a far rispettare lo stato di diritto, applicando la legge che stabiliva le demolizioni per abuso edilizio, poi bloccate dalla fin troppo tollerante magistratura per motivi di ordine pubblico...

 

Ora sappiamo l'evoluzione delle cose negli anni, nota ai più soltanto dopo la presunta testata “mafiosa” che ha fatto scattare l'indignazione generale a scoppio ritardato. Eppure ciò che maturava tra connivenze, silenzio e omertà veniva di nuovo denunciato con ricorsi e diffide da un gruppo di militanti del partito radicale - Maria Laura Turco, Paolo Izzo e Franco Giacomelli - ben prima che il X Municipio diventasse la Suburra cinematografica.

 

Il docufilm “Roma ha il suo mare e ora lo sa”, prodotto da Arcipelago 21, ci aiuta a ricordarlo, fra l'altro, nel racconto dei misfatti che hanno fatto crescere l'illegalità lungo il famigerato “muro” di Ostia. La sua proiezione nella sede del partito in via di Torre Argentina è stata l'occasione per ricostruire le vicende e fare il punto sulla “non azione” che ha caratterizzato i governi che si sono succeduti sotto varie bandiere, grillini inclusi.

 

Su questi ultimi cade l'accusa di aver promesso tanto e non mantenuto. Chiesero il voto per spazzare via “lo schifo”, ma poi “non è stato mosso un dito”. E i risultati si sono visti con le recenti elezioni municipali dopo la parentesi del commissariamento, disertate da 2 cittadini su tre.

 

Ciò nonostante i 5 Stelle hanno cantato vittoria, ripromettendo grandi cose, come se un anno e mezzo di sindacatura non fosse passato invano, tra nuovo Piano urbanistico e rinvii dei bandi di gara per le concessioni balneari (che intanto sono scadute dal 2015), che richiederanno la perdita di altro tempo e denaro, quando già tutto è predisposto per agire immediatamente.

 

Il PUA in vigore e mai attuato dai tempo immemore – ribadiscono i radicali - contiene infatti grosso modo quanto necessario, mentre le nuove gare andrebbero fatte subito, nel rispetto delle norme comunitarie, puntualmente disattese da una irregolare proroga al 2020, per gentile concessione del governo Renzi in barba alla direttiva Bolkestein.

 

Quest'ultima non è amata dai 5 Stelle, come dimostra la gestione del problema ambulanti e relativa querelle “Tredicine”. Tuttavia sulle concessioni balneari la Sindaca Raggi aveva manifestato la volontà di fare quanto dovuto. Ma l'intervento del governo - a detta sua - le avrebbe “legato le mani”.

 

Le cose non stanno proprio così, come si evince dal dibattito riprodotto da radioradicali.it. Per cui, se Roma ha il suo mare e ora lo sa, il Movimento 5 stelle non sembra aver ben compreso...

 

 


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