Diciamolo pure, hanno stancato. Non se ne può più, dopo 70 giorni in cui i protagonisti del “cambiamento” non hanno fatto altro che confermare la loro propensione innata a raccontarci balle. di Antonio Marulo
Giorno dopo giorno diventa sempre più evidente che il 4 marzo resterà una data da ricordare: la presente situazione evidenzia infatti problemi altamente complessi e richiede quindi analisi e proposte orientate su orizzonti di lungo periodo: la sconfitta del PD, ma insieme anche il flop di LeU, la vittoria mutilata di Berlusconi, l’esplosione di una protesta priva di ogni sensata proposta, una situazione balorda quanto a… governabilità, qualche desiderio di rifondazioni… quindi l’impegno per tirar fuori in qualche modo un governo, diciamo pure di transizione, dovrebbe esser guidato dalla consapevolezza che occorre peraltro garantire almeno un congruo periodo di riflessione. Anche perché eventi recenti aprono prospettive interessanti. di Silvio Pergameno
I “tribunali” della Striscia di Gaza hanno emesso tre condanne a morte, di cui una con l'accusa di spionaggio per Israele e le altre due per omicidio, hanno detto le autorità locali.
Anatomy of Restlessness (Anatomia dell’irrequietezza) è il titolo della mostra, che probabilmente si rifà al libro di Bruce Charles Chatwin (Sheffield, 13 maggio 1940 - Nizza, 18 gennaio 1989), scrittore viaggiatorebritannico ossessionato dalla ricerca di non comuni aspetti psicologici della natura umana e delle cose,sul tema del viaggio, della scoperta, dello studio storico e sociale dell'uomo,contemplando anche il nomadismo e le implicazioni del possesso dell’opera d’arte. di Giovanni Lauricella
“Fermare il bagno di sangue” era la priorità, ma la tregua annunciata mercoledì sera da Victor Yanukovich al termine di un incontro con i capi delle opposizioni ha retto per poco più di dodici ore e, mentre conta i suoi morti, l'Ucraina si prepara alla guerra civile.
Tra gli adolescenti il 74% dei maschi e il 37% delle femmine ricorrono a internet per fare sesso, vedere sesso e sapere tutto sul sesso.
Un divano a Tunisi, film d’esordio della franco-tunisina Manele Labidi Labbé, è stato presentato durante le Giornate degli autori al Festival di Venezia dove ha ottenuto il Premio del pubblico BNL. Il film racconta la storia di Selma Derwich (Golshifteh Farahani), psicanalista trentacinquenne che lascia Parigi per aprire uno studio nella periferia di Tunisi dov'è nata. Purtroppo pur essendo ottimista, si accorge ben presto che dovrà affrontare notevoli diffidenze locali… di Giovanna D’Arbitrio
Sebbene lo Sferisterio di Macerata sia stato edificato “soltanto” trecento anni fa circa, mentre l’Arena di Verona può contare su duemila anni di storia e benché le rispettive strutture siano diverse, entrambi i teatri hanno molto in comune: da oltre venticinque anni ospitano la messinscena di opere liriche famose ed entrambe hanno avuto come sovrintendente e direttore artistico Claudio Orazi, il quale ha pubblicato con la Zecchini Editore un bellissimo volume illustrato su carta patinata dedicato ai due teatri e alla sua esperienza lavorativa con essi, dal titolo “Lo sguardo riflesso”. di Elena Lattes
A volte bastano le parole giuste per ridare speranza a chi l'ha persa. Il presidente della Regione Liguria, Toti, da parte sua, ne ha trovate due, “astensione benevola”, per definire l'atteggiamento che Forza Italia potrebbe assumere nei confronti di un governo Lega-M5S.
Elezioni inutili o, meglio, disutili… almeno da un certo punto di vista; disutili perché non si sono rivelate in alcun modo utili alla risoluzione di quello che era, e resta, uno dei problemi di fondo dell’attuale momento politico nella vita del nostro paese: quello della governabilità. E attenzione, perché si tratta di una faccenda ricca di implicazioni e di pericoli. Ma l’ingovernabilità non è un fatto primario: essa è conseguenza di tanti altri fatti. di Silvio Pergameno
Un modello da imitare, quello applicato sui rifugiati e i richidenti asilo nella lontanissima Australia. Almeno questo dicono alcuni, quando discettano di politiche per arginare i flussi migratori sulle nostre coste; e di questo si vanta il primo ministro australiano Malcolm Turnbull. Eppure, in un rapporto, dal titolo "L'isola della disperazione: come l'Australia tratta i rifugiati a Nauru", Amnesty International ha accusato il governo australiano di sottoporre richiedenti asilo e rifugiati a un complesso e crudele sistema di abusi, contrario al diritto internazionale, allo scopo di tenere queste persone lontano dalle coste del paese.