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05/12/25 ore

Il petrolio di Gaz'art!


  • Giovanni Lauricella

Credo che siano da record le numerose iniziative prese a favore del popolo palestinese, tante, tantissime manifestazioni da far coniare un nome Propal, un nome diventato famoso che al tempo di Yasser Arafat era incomprensibile e che invece oggi contraddistingue chi vuole lo stato palestinese.

 

Lo dico perché ho visto tanti artisti e personaggi illustri schierarsi per Gaza acriticamente, tutti si sono buttati a pesce con tanta sicumera nella guerra per uno stato palestinese vantandosene fino al fanatismo. 

 

Gaza è diventato il palcoscenico da dove si esibiscono VIP di ogni genere, come quello del primo maggio a San Giovanni a Roma dove tutti i cantanti sgomitano per stare sul palco. La più clamorosa di tutti è stata la lettera  Venice4Palestine con 1500 adesioni  tra cui Marco Bellocchio, Laura Morante, Abel Ferrara, Toni e Peppe Servillo, Matteo Garrone, Valeria Golino, Fiorella Mannoia, Ken Loach, Anna Foglietta, Mario Martone, Carlo Verdone, firmatari contro Gal Gadot(Wonder Woman, Biancaneve, The Flash, eccetera) e di Gerard Butler (300, Attacco al potere, Geostorm, eccetera).

 

Dove si può ci si fa sentire, tuona Jachetti come Guterres alla stessa maniera, nel mondo dello spettacolo tutti gli esibizionisti rivaleggiano tra loro, sono come gli influencer in gara a chi si accaparra più like. Da più di un anno l'arte delle gallerie è per i palestinesi, si contano centinaia di mostre intitolate a Gaza, tra l'altro alcune di gran qualità come quelle curate da Gramiccia e Dambruoso Free free Palestina, Artisti per Gazaa a Tralevolte a Roma che approfitto di segnalare.

 

Un fenomeno di massa che addirittura vede gli esponenti politici un passo indietro forse perché non riescono a rivaleggiare o anche perché dovrebbero dire qualcosa di più, stranamente non lo fanno o non sanno che proporre oltre gli slogan che sanno dire tutti.

 

Ci sono innumerevoli manifestazioni di piazza e cortei da per tutto e il prossimo sciopero generale non sarà l'ultimo. Tutti che vogliono la pace e lo stato di Palestina, come non si sa, pare che si fanno tutto da solo senza bisogno di proposte, se ne fa abilmente a meno, le uniche che si conoscono sono quelle inutili e odiose di Trump e le buone di Hamas.

 

Sembrerà strano e sbagliato quello che dico ma si procede a testa in giù su Gaza come dei rinoceronti alla carica, una cavalcata che è anche una gara dalla quale non si vuole essere esclusi. Tutti si vuol essere per Gaza, pure il sottoscritto che sicuramente avete percepito contrario ha fatto la sua parte o partaccia. 

 

Si, tutti perché chi non è dentro è fuori a non fare niente, ecco perché è una guerra preziosa, lucrosa per chi sta nei salotti giusti, un dramma stranamente diventato pregiato come ricco minerale, si vuole tutti questo petrolio, il petrolio di Gaza, lo sfarzo del momento.

 


 

A Gaza c'è il petrolio della visibilità e del successo, chi ha il petrolio ha risolto, lo vogliono succhiare tutti, non è solo quell'Eldorado del video fake di Trump per gli immobiliaristi danarosi, è la sopravvivenza per tanti che non avendo di meglio per stare sulla cresta dell'onda speculano sui drammi altrui.

 

Il petrolio di Gaza è la resurrezione non solo per gli artisti che ormai da anni aggrappati ai barconi vivono passivi senza idee, ma anche di tutta una narrazione mainstream che ci fa cibare le solite facce da decenni. 

 

La TV è la “società dello spettacolo” più di prima e per una disgustosa guerra

 

Guy  Debord non parlava di nausea da informazione, l'attuale patologia che rischia di prenderti quando si vedono questo genere di spettacoli. Il clima di disperazione è tale che si sarebbero potuti aggrappare pure all'Ucraina alla stessa maniera della Palestina, in fondotutto fa brodo

 

È incredibile però che per l’Ucraina non lo fanno, come pure non lo hanno fatto per le centinaia di migliaia di bambine e bambini, donne e uomini, vecchi e giovani drusi, curdi, beluci assassinati in Siria. Non è una battuta comica, è la verità…

 

 


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