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05/10/24 ore

Le scelte del Leader degli Emirati Arabi da premio Nobel per la Pace


  • Anna Mahjar-Barducci

Il 13 Agosto, gli Emirati Arabi e Israele hanno annunciato la normalizzazione delle relazioni fra i due paesi. Questa data cambia la storia del Medio Oriente e avvia la regione, martoriata dalle guerre, verso un percorso di pace, di apertura e di opportunità economiche e di sviluppo.

 

L’Occidente non sembra aver ancora capito l’importanza di questo accordo. I media europei e americani, occupati probabilmente a criticare le politiche del presidente americano Donald Trump e del primo ministro israeliano Bibi Netanyahu, dimenticano che la pace è una conquista che va sostenuta. È questo che Sheikh Mohammed bin Zayed Al-Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e de facto leader degli Emirati Arabi, ha capito.

 

Questo accordo infatti nasce dalla lungimiranza dello stesso Sheikh bin Zayed, per il quale la pace nella regione è da sempre una priorità. I critici dell’accordo dicono che non è possibile normalizzare i rapporti con l’attuale governo israeliano. Gli Emirati Arabi però non hanno firmato un accordo con Netanyahu, ma con Israele, con un popolo che fondamentalmente desidera la pace con i suoi vicini arabi. L’accordo è un passo in avanti per l’apertura delle politiche e delle stesse società.

 

Sheikh bin Zayed è profondamente convintoche la pace e il dialogo sono le sfide per il nostro tempo. È per questo che ha coraggiosamente rotto un tabù nella regione: quello di dialogare con Israele, un paese a maggioranza ebraica. Gli Emirati Arabi vogliono testimoniare che la pace e il dialogo possono favorire il bene comune dell’area mediorientale.

 

Questo accordo infatti non va a minare la costruzione di uno Stato palestinese, ma anzi ne facilita il processo. Di fatto, grazie all’accordo di pace fra Emirati Arabi e Israele, il piano di annessione di una parte dei territori palestinesi voluto da Netanyahu è stato sospeso.

 

Lo storico accordo fra gli Emirati Arabi e Israele può essere paragonato per importanza ai due precedenti accordi di pace di Israele con l’Egitto, firmati dal primo ministro israeliano Menachem Begin e dal presidente egiziano Anwar Sadat nel 1979, e con la Giordania, firmati dal primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e dal re di Giordania Hussein nel 1994. Forse, però, questo accordo ha anche maggiore rilevanza, dato he gli Emirati Arabi per importanza economica e politica sono i leader nella regione.

 

Gli oppositori di questo accordo sono l’Iran, il Qatar e la Turchia e organizzazioni come Al-Qaeda, ISIS e Hezbollah. Questi stessi paesi e organizzazioni sono la causa della destabilizzazione dell’intero Medio Oriente e del Nord Africa e sono anche attivi nel cercare di compromettere la sicurezza dell’Occidente. 

 

Gli Emirati Arabi, sotto la guida di Sheikh bin Zayed, sono ora il paese del Medio Oriente che ha scelto la via del dialogo, della conciliazione e della giusta pace. Questo ricco Stato arabo ha dato una lezione anche a noi Occidentali, che ci reputiamo gli unici mediatori dei conflitti globali e di sapere che cosa è giusto e sbagliato per il mondo arabo, insegnandoci che il bene comune va al di là delle ideologie, che solo la pace ci offre speranza. 

 

Per questi motivi, Sheikh bin Zayed dovrebbe ricevere il premio Nobel per la pace, perché grazie alla sua volontà e al coraggio delle sue scelte, il Medio Oriente può iniziare a scrivere una nuova storia fatta di fiducia ed ottimismo non solo per la regione, ma per tutta l’umanità.

 

- The UAE Crown Prince Merits the Nobel Peace Prize for the Courage Of His Choices by Anna Mahjar-Barducci

 

 


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