Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

05/10/24 ore

Ucraina, Kiev contro Mosca: "Fomenta la secessione"



Pugno duro del governo di Kiev: a due giorni dai disordini nelle regioni russofone dell’Est del paese, le autorità ucraine hanno ripreso il controllo degli edifici governativi occupati nei giorni scorsi dai separatisti fedeli a Mosca.

 

Durante l’operazione delle forze speciali, settanta persone sono state arrestate a Kharkiv, città natale dell’ex presidente Viktor Yanukovich, mentre a Donetsk sarebbero ancora in corso i negoziati tra la polizia e i gli attivisti pro-russia che lunedì avevano preso possesso del parlamento regionale, proclamando una Repubblica indipendente: a fare da mediatore qui ci sarebbe anche l’oligarca Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco d’Ucraina, che, parlando in piazza, ha suggerito una trattativa per evitare l’intervento delle forze dell’ordine.

 

Intanto la Verkhovna Rada, il Parlamento di Kiev, ha approvato degli emendamenti al codice penale che inaspriscono le pene previste per chi promuove secessioni e separatismi, onde evitare che accada nelle zone orientali quanto già successo in Crimea.

 

“Chiediamo l’alt immediato a preparativi militari che potrebbero condurre allo scoppio di una guerra civile - scrive il ministro degli Esteri russo in un comunicato pubblicato anche su Facebook – Sulla base delle nostre informazioni, unità delle truppe militari e della guardia nazionale ucraina, insieme a militanti della formazione illegalmente armata, ‘Il settore destro’, si stanno ammassando nelle zone sud orientali dell’ucraina e nella città di Donetsk”.

 

Mosca esprime inoltre seria “preoccupazione” per il presunto coinvolgimento nell’operazione di “150 mercenari americani” a fianco delle forze speciali: un’accusa che riflette quella mossa dagli Usa, secondo cui i separatisti attivi nell’est del paese sarebbero in realtà militanti russi pagati per smembrare l’Ucraina.

 

Il Cremlino, è l’avvertimento del segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, deve “fare un passo indietro”, perché un altro intervento in ucraina sarebbe un “errore storico”, “gravi conseguenze per le relazioni” con l’Alleanza e per lo status della Russia a livello internazionale.

 

“Nessuno deve tentare di addossare colpe agli altri” ha risposto ai moniti dell’ Occidente il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov: Mosca, ha assicurato, è disponibile al dialogo con il governo di Kiev, insieme all’Unione Europea e agli Usa, ma solo se verrà fissata un’agenda dei colloqui dove siano presenti anche le regioni russofone dell’Ucraina.

 

“Siamo profondamente convinti - ha sottolineato Lavrov - del fatto che la situazione non può placarsi e sfociare nel dialogo nazionale se continueranno a esserne ignorati gli interessi". (F.P.)


Aggiungi commento