
Un interrogativo che assale chiunque osservi, in modo oggettivo e non settario, lo stato delle cose della dialettica tra maggioranza di governo e opposizione, è il seguente: come mai una classe politica di governo dalle ridotte qualità, in termini sia comunicativi che per incisività degli interventi riformatori, non patisce alcuna conseguenza dalle critiche che le muove la minoranza in Parlamento?
La risposta non risiede in una sua ipotetica inattaccabilità, ma semplicemente nell’inefficacia degli attacchi provenienti dall’arco di forze che va dal PD a Italia Viva di Matteo Renzi, coadiuvati da un nutrito numero di conduttori e opinionisti dei media così scopertamente ridotti ad agit prop da sembrare quasi gli “amici del Giaguaro”. Tale inefficacia si è rivelata, in particolare, in tre recenti occasioni di contrasto polemico che ha avuto modo di manifestarsi anche nelle aule parlamentari.
La prima ha riguardato il caso delle intercettazioni, praticate dai servizi segreti tramite un software israeliano, agli attivisti della ONG Mediterranea Luca Casarini e Beppe Caccia, impegnati nel trasbordo di migranti raccolti in mare. Il 31 gennaio 2025, l’articolo del direttore di «Fanpage» - Francesco Cancellato - dà la stura a una narrazione che descrive l’azione del governo Meloni come “inquietante”, tanto più che lo stesso giornalista sarebbe stato spiato.
Per mesi, si succedono le dichiarazioni dei maggiori esponenti dell’opposizione: Giuseppe Conte, l’ex premier a capo dei 5 Stelle, si dice preoccupato di “uno spionaggio a carico di giornalisti evidentemente giudicati scomodi, a carico di persone che operano nell’ambito delle ONG”; il responsabile informazione del PD, Sandro Ruotolo (lo stesso che microfonava a «Tempo reale» il sindaco di Palermo Leoluca Orlando mentre diffamava il maresciallo dei CC Lombardo, poi suicidatosi il 4 marzo 1995), reclama perentorio che “il governo rompa il silenzio”; altrettanto fa Matteo Renzi, che giudica “gravissimo” che il governo abbia autorizzato l’intercettazione persino di don Mattia Ferrari, il cappellano che collabora con Luca Casarini.
Della vicenda è investito il Copasir, il comitato parlamentare sui servizi di sicurezza, e cosa accade alla fine? Al termine dell’istruttoria parlamentare, viene votata all’unanimità (compresi dunque i rappresentanti delle opposizioni) una relazione, dalla quale risulta che le intercettazioni sono state effettuate – su autorizzazione della Procura generale di Roma – nel 2019, per ordine del governo bis (5 Stelle e PD) presieduto da Conte, senza l’utilizzo dello spyware israeliano e, pertanto, le “intrusioni” nei cellulari denunciate in seguito da «Fanpage» non sono attribuibili ai servizi italiani. Polemiche e indignazioni sono state profuse a vuoto.
Qualcosa di molto simile si è verificato a proposito del contenzioso tra Matteo Renzi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, accusato dal leader di Italia Viva di avere limitato gli agenti di scorta a protezione degli ex premier in modo arbitrario, quasi a mo’ di rivalsa punitiva nei suoi confronti.
Quando la polvere della baruffa mediatica si è diradata, abbiamo potuto leggere ben altra versione: sotto il governo Conte venne emanata una direttiva che escludeva l’utilizzo di agenti dei servizi dalle scorte degli ex premier, tant’è che sia lo stesso Conte che Mario Draghi non ne hanno disposto al loro seguito. Il governo attuale non avrebbe dunque fatto altro che equiparare lo stesso trattamento ai presidenti del Consiglio precedenti, compreso appunto Renzi, riservando loro soltanto il personale del Ministero dell’Interno.
L’ultima occasione di contestazione ingiustificata e, conseguentemente, controproducente per chi l’ha promossa, è intervenuta in coincidenza della stagione delle dichiarazioni dei redditi. Ha riguardato le modifiche introdotte dalla normativa a proposito dell’8 per mille da destinare alle confessioni religiose.
Sui giornali è montata una polemica – in cui è intervenuto oltre che Renzi anche il presidente della CEI, cardinale Zuppi – che è arrivata addirittura a rimproverare il governo Meloni di aver violato i termini del Concordato. Perché? Perché avrebbe aggiunto alle cinque precedenti opzioni destinate dai passati dicasteri allo Stato, in alternativa rispetto ai versamenti per la Chiesa cattolica o altre confessioni, una sesta: “Prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche”. Se questi sono gli argomenti per contrastare il questo claudicante governo…
![]() |
é uscito il N° 119 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
![]() |
è uscito il libro Edizioni Quaderni Radicali ‘La giustizia nello Stato Città del Vaticano e il caso Becciu - Atti del Forum di Quaderni Radicali’ |
![]() |
è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
![]() |
è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |