Il Consiglio dei ministri ha risposto all'ultima chiamata, approvando la parte riforma penitenziaria riguardante l'ampliamento del ricorso alle “pene alternative” al carcere. Ora il provvedimento deve completare il suo torturoso iter, passando nuovamente al vaglio delle commissioni parlamentari, le quali hanno 10 giorni per fornire ulteriori controdeduzioni, prima di tornare al Cdm per il via libera definitivo.
Data la situazione di passaggio da una Legislatura all'altra, l'imprevisto è dietro l'angolo. L'unico ostacolo dovrebbe arrivare dal mancato raggiungimento del numero legale al Senato, mentre alla Camera la maggioranza sembra garantita. Quindi le “preoccupazioni procedurali” restano.
Ma c'è ora ottimismo da parte di quanti - Rita Bernardini e il Partito radicale, insieme con Unione Camere penali italiane - si sono strenuamente impegnati per mandare in porto una battaglia di civiltà. Non resta che attendere gli sviluppi.
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