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03/10/24 ore

Talk Tv, il colpo di Renzi sulle “balle spaziali”


  • Antonio Marulo

“Grazie al Jobs act la Fiat sta assumendo a Melfi!”. La giovane e rampante esponente del nuovo corso del Pd, Simona Bonafè, lo affermava nel corso del programma di La7 Piazza Pulita del 19 gennaio senza che nessuno, conduttore compreso, le ricordasse che le cose stavano in modo diverso e che Sergio Marchionne aveva deciso l’infornata di nuovi lavoratori per venire incontro alla domanda di un mercato in crescita.

 

Come un mantra, Bonafè ha ripetuto ieri la cavolata sempre a La7, a di Martedì condotto da Floris, estendendo il fenomeno positivo a imprecisati imprenditori che starebbero assumendo grazie alla nuova legge, per altro non ancora a regime.

 

Matteo Renzi annovererebbe queste affermazioni di una delle sue fedeli scudiere come “balle spaziali”, tra le tante che si sentono in tv facendo zapping fra la miriade di approfondimenti politici. Balle di cui il Premier si è improvvisamente accorto lunedì scorso stando una volta tanto davanti alla schermo e non dentro, allorquando - come si usa fare oggi fra i twittomani - ha prodotto in tempo reale il suo pensiero in 140 battute su ciò che guardava: «trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia».

 

Come dargli torto? La questione è infatti antica. Agenzia Radicale spesso ci ritorna per sottolineare il grado di informazione prodotta a uso e consumo del cosiddetto regime, grazie all’opera di una compagnia di giro che si alterna negli studi delle varie televisioni come in una fiction, dove i personaggi invecchiano assieme ai propri affezionati ascoltatori, mentre si costruiscono dal nulla veri e propri fenomeni politici che poi passano all’incasso in cabina elettorale.

 

L’ultimo di questi in ordine di apparizione inognidove, come è noto, è Matteo Salvini che, per gentile concessione ha fra l’altro pure conquistato il cuore della “brava presentatrice” della Rai, affascinata (bontà sua) dall’ “importante cervello” che si contende lo scettro delle presenze in video proprio con Matteo Renzi.

 

A questi – dopo aver goduto e approfittato di un periodo di luna di miele con i media – non vanno proprio giù i maltrattamenti che ultimamente riceve da analisti e sedicenti opinionisti. Ma è inutile fare ora la morale sui tempi e i modi del tardivo ravvedimento del rottamatore. Conta pragmaticamente il risultato anche per chi azzarda commenti. Ben venga quindi un Renzi che si batta – come ha twittato la stessa sera del 26 gennaio -“per cambiare modo di raccontare l’Italia e la politica” perché “non siamo quella roba lì”.

 

A tal proposito suggeriamo a Renzi di iniziare dalle pulizie nel proprio giardino. Ieri, per esempio e a proposito di balle spaziali, il sottosegretario all’Economia Paola De Micheli ci dis-informava a Ballarò sul fatto che con la legge di stabilità si procedeva ai tagli previsti da Cottarelli. Sì, proprio lui: il commissario straordinariamente inutile alla spending review, rispedito al Fondo monetario internazionale perché si era messo davvero in testa di tagliare con criterio la spesa pubblica, grazie a un piano di cui si sono al momento perse le tracce...

 

 


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