Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

06/11/24 ore

Gianni Paris. Pittura in silenzio, alla galleria Hyunnart studio di Roma


  • Giovanni Lauricella

Mi capita spesso di vedere mostre che lasciano il tempo che trovano perché prevedibili o perché di cose già viste anche se non copiate. Raramente resto assorto nel guardare delle opere che mi suscitano un trasporto interiore verso un'altra dimensione: questo mi è accaduto alla mostra di Gianni Paris (1948 Wängi in Turgovia CH.-2018 Melano, Ticino) nella galleria Hyunnart studio.

 

Entrando negli ampi spazi espositivi noti che i quadri non sono grandi: ti devi avvicinare per vederli, e già questo impone un atteggiamento di maggiore attenzione da parte dello spettatore verso dipinti su carta di 28x19 cm o di 70x47 cm circa, che intervallano le bianche pareti della galleria. 

 

Dipinti eseguiti con passione da un pittore scomparso da poco, circa un anno, che viveva nel Ticino, in Svizzera, lontano dai frastuoni cittadini.

 

Questa mancanza di disturbi sonori corrisponde perfettamente al titolo dato alla mostra: “Pittura in silenzio”. Infatti, sono pennellate date in un luogo isolato nello studio svizzero, nell’atelier di Melano, vicino Mendrisio, dove, solitario e con perizia, il pittore Gianni Paris stende il colore senza dargli consistenza ma in modo che esso trovi nella fantasia di chi guarda la forma giusta.

 

Scenari nebulosi, fatti di colori tenui, che delicatamente giacciono sulla carta come se fossero apparizioni di forme imprecise, da identificare, da interpretare.

 


 

Trovi anche alcune carte che hanno i colori pestati dal senso drammatico ma sempre con passaggi tenui e con una debole luce. Egli ritrae in serie aspetti del paesaggio alpino, prediligendo non la pienezza solare, ma le nebbie e le nuvole, che danno al paesaggio stesso una valenza drammatica, che ben si confà alla meditazione.

 

Pittura meditata, dunque, di un pittore che, come un eremita moderno, cerca nell’indefinito l’opera da realizzare; una ricerca che non si esaurisce e continua di opera in opera. 

 

Gianni Paris ci ha lasciato e queste opere sono come orme di uno scrupoloso vivere da pittore.

 

Mi scuso con i giovani artisti ma è un genere di pittura in via d’estinzione, così come si è conclusa la vita terrena per lo stesso autore. Genere nobile ormai anacronistico; troppo tempo per meditare particolari colori ed accurate pennellate, un’ esecuzione che richiede disponibilità e continuità nell’impegno. Un tempo lento che attualmente non è compatibile con il concitato stress al quale siamo attualmente sottoposti.

 


 

Abusando della storia dell’arte, potremmo dire che Gianni Paris, sentimentalmente parlando, è come un divisionista che si appartava nelle campagne montane per dipingere la natura o un William Turner o un Mark Rothko alla scoperta del nuovo colore; non ha peraltro niente d’antico e di comparabile al passato, anzi il processo di elaborazione cromatica lo rende originale e figlio del suo tempo.

 

Tengo anche a rimarcare l’estrema tristezza della pittura di Gianni Paris e anche una certa freddezza, atmosfere che risentono della natia Svizzera, nelle quali sono state create. Se Cy Twombly non avesse dipinto nello studio che aveva a Gaeta, gli sarebbero mancati quei colori solari, quella lucentezza cristallina tipica del mare, quella vivacità e calore umano che prepotentemente emanavano i suoi quadri; analogamente in Paris c’è tutta la malinconia tipica del suo paese montano e del suo impietoso.

 

Detto questo, reputo molto interessanti le parole che Rosa Pierno ha dedicato all’artista, un testo che rivela l’anima profonda e che fa conoscere bene la pittura di Gianni Paris, di cui riporto una frase che sento molto toccante: Vedere per dipingere, in un'immota sospensione, dalla quale scaturisce, quasi per contrappeso, il moto dal quale ogni cosa origina

 

Altra mostra nella mostra sono i libri dipinti che ha realizzato Gianni Paris, dove rivela ancora di più quell’atteggiamento meditativo intimo e profondo tipico della sua pittura. Un tema che meriterebbe ulteriori approfondimenti, ma che è un ulteriore invito a vedere la mostra in galleria, unica e migliore possibilità per conoscere meglio il grande artista, da poco scomparso a soli 70 anni.

 


 

Gianni Paris. Pittura in silenzio

Testo di Rosa Pierno

Hyunnart studio

26-9 al 30-10-2020  viale Manzoni, 85/87 Roma

 

 


Aggiungi commento